Ubaldo Bartolini
Agata Bulla
Ernesto Ercolani
Nazza Luzi
Sergio Urbanelli
Vittoria Mazzoli
Augusto Piccioni
Le opere in mostra diventano documenti rivelatori di un paesaggio immaginato, percepito o piu' semplicemente sognato. Collettiva a cura di Vittoria Mazzoli e Augusto Piccioni.
A cura di Vittoria Mazzoli e Augusto Piccioni
Artisti: Ubaldo Bartolini, Agata Bulla, Ernesto Ercolani, Nazza Luzi, Sergio Urbanelli
Sulle tracce del paesaggio
Da sempre il tema del paesaggio ha esercitato un forte fascino sugli artisti e sulla “pittura”, affermandosi come un interessante mezzo
d'interpretazione e narrazione delle emozioni e delle passioni ed evolvendosi da semplice concetto di genere a soggetto autonomo.
Nell'antichità la funzione del paesaggio era puramente descrittiva e gli elementi naturali raffigurati avevano una funzione decorativa. In età
ellenistica si sviluppa una concezione del paesaggio che ha come temi privilegiati le scene mitologiche e quelle pastorali.
Nel medioevo gli elementi del paesaggio ellenistico sono recuperati nei mosaici, negli affreschi, nella decorazione dei codici ma la
rappresentazione della realtà viene sempre più sostituita da simboli che danno vita al cosiddetto paesaggio"simbolico".
All'inizio del Quattrocento le nuove conoscenze acquisite nel campo della prospettiva modificano definitivamente la rappresentazione del
paesaggio.
Durante l'Umanesimo, il paesaggio ne assorbe le idee ispiratrici nell'identificare pittura e poesia come esperienza completa del reale frutto della
relazione tra uomo e natura. Verso la fine del Cinquecento i soggetti paesaggistici più diffusi sono legati alle attività dei nobili (scene di caccia, di
pesca, di svago) e alle raffigurazioni topografiche dei possedimenti (ville patrizie e terreni).
Il Seicento è per eccellenza il secolo della pittura di paesaggio che assume un ruolo primario ed indipendente: il paesaggio s'impone presso gli
artisti e soprattutto presso i committenti, che vogliono veder rappresentati i luoghi a loro familiari. Nel clima illuministico che caratterizza la cultura settecentesca, il paesaggio raggiunge un'autonomia sempre maggiore. E' l'età romantica che
rivaluta il paesaggio ricercando in esso i graffi dell'anima e delle passioni, introducendo la dimensione del "sublime" che si concretizza nello
smarrimento dell'uomo davanti alle forze selvagge della natura.
Verso la metà dell'Ottocento, il Purismo rivendica per il paesaggio, la funzione di rappresentare esclusivamente la realtà seguendo un principio di
verità ponendosi in antagonismo con la nascente fotografia. Attraverso il linguaggio impressionista, il paesaggio raffigurato rappresenta
profondamente la realtà cittadina di quegli anni cogliendo quell'attimo in cui l'emozione ci fa percepire il tutto in armonia con l'ambiente. Sotto
l'impulso del Simbolismo, il paesaggio si evolve: le inquietudini dell'io diventano parte integrante dell'immagine dipinta; la natura sottolinea la
crisi di un'epoca che annuncia la stagione delle avanguardie. Durante le grandi trasformazioni del Novecento, il paesaggio diventa un tema
particolarmente ricco di implicazioni spaziali: Ë scomposto e reinventato secondo una personale interpretazione da parte dell'artista.
Le opere in mostra diventano documenti rivelatori di un paesaggio immaginato, percepito o più semplicemente sognato. Nella pittura di Agata
Bulla la natura diviene protagonista con i suoi colori e i suoi profumi. E' così forte e sensuale da invadere la tela dando vita ad una
rappresentazione lirica del reale.
Le geometrie paesaggistiche di Luzi si inseriscono nel solco della tradizione immanentista raggiungendo quella “soglia”, quel punto di
equilibrio in cui si incontrano i vari aspetti della realtà quotidiana. Un paesaggio ironico e irriverente sorride dalle tele di Ercolani dove i
contorni degli elementi si dissolvono in macchie di colore. Colori, luci e materia caratterizzano anche la pittura di Urbanelli dove sensazioni ed
emozioni confluiscono in una visione organica del reale.
La luce diventa protagonista nei lavori di Bartolini, si sviluppa come linguaggio metalinguistico che intensifica il rapporto tra gli elementi della
natura e quelle diafane e metafisiche figure che vivono nei suoi paesaggi.
Vittoria Mazzoli
Inaugurazione 26 giugno ore 18
L’IDIOMA Centro d’Arte
Via delle Torri, 23 - Ascoli Piceno
Orari: feriali: 18 – 20, festivi: 10,30 – 12
ingresso libero