Ikonoclast Panzerist. In esposizione circa 30 opere del writer newyorkese tra sray e smalti su tela cartone e metallo. L'artista crea forme e aloni per effetti effimeri ma perfettamente fissati e duraturi nella tessitura della tela, un intreccio di segni, cifre, sigle nelle quali non manca mai il suo autoritratto: la lettera A.
La Galleria Salvatore + Caroline Ala è lieta di annunciare una mostra personale con opere storiche dell’artista newyorkese A-One (1964-2001), considerato il protagonista con maggiore talento della generazione dei graffitisti degli anni Settanta.
La mostra s’inaugurerà giovedì 1 luglio 2010 dalle ore 18 alle 21 e proseguirà fino al 25 settembre. Saranno esposte una trentina di opere realizzate con tecnica spray su tela cartone e metallo in vari formati e talune estese fino a 6 metri di lunghezza.
Tali lavori furono presentati per la prima volta nel novembre del 1983 nella Galleria Salvatore Ala in Via Mameli 3 a Milano. Un’importante anticipazione italiana di quella nuova espressione artistica – nota come graffitismo e dall’ampia risonanza sociale oltre che estetica – che allora era ancora un fenomeno puramente americano. Il nostro pubblico italiano fu molto colpito dalla novità pittorica e comportamentale dell’esposizione di A-One, presto seguita da altre dei suoi compagni di New York.
Lo stupore del mondo dell’arte e il successo sui media vennero favoriti subito dall’irresistibile carica emotiva di cui erano intrise le sue opere, così impulsive e passionali da essere definite “selvagge”. Disegnando coi compagni i muri del South Bronx, i supermarket, le piste di pattinaggio, i treni della subway e i templi della musica rap, A-One era uno dei primi e più vitali pittori che stava dando una voce figurativa allo slang dei bassifondi di New York, inaugurando con grande energia e vitalità una forma d’arte oggi detta di “strada”.
Durante la disposizione delle opere americane già pensate per la mostra alla Galleria Ala di Milano, il diciannovenne A-One, nativo del Bronx ed esponente di spicco della nuova cultura metropolitana, decise di improvvisare su un’ampia parete della galleria di via Mameli un appuntamento ed incontro tra graffitisti e pubblici di qua e di là dell’Atlantico, realizzando un affresco su cui scrisse: “Welcome Back my Friends to the Show that Never Ends” (Bentornati amici alla mostra che non ha mai fine).
“Io, ecco, dipingo perché è bello, perché mi piace”. Questa la risposta che lo stesso artista dava a coloro che, in occasione della sua prima personale italiana, lo interrogavano circa le ragioni del suo fare-arte. Una risposta immediata per una pittura basata sulla spontaneità comunicativa.
Il suo modo di fare volteggiare le sue bombolette di colori spray creava forme e aloni per effetti effimeri e tuttavia ben carichi, perfettamente fissati e duraturi nella tessitura della tela. Il suo segno correva velocissimo sul cartone e sulla tela, passando dal dripping al segno netto. Il colore e i pensieri sembravano fondersi in un sol tratto. Un intreccio di segni, cifre, sigle nelle quali non manca mai il suo autoritratto: ossia la lettera A.
Ancor oggi, vediamo A-One pensare con lo spray. Il suo segno grafico resta un gesto che rende la realtà leggibile: da una parte l’artista, la sua rabbia verso la cultura di massa che combatte ma della quale è al tempo stesso profondo conoscitore; dall’altra, la società, la città veloce e contraddittoria. All’inizio, la lettera A. E nel centro l’istante del movimento che esprime prima ancora di comunicare.
Biografia:
Anthony Clark (A-One) nasce a New York City nel 1964, tra le sue principali mostre personali: Fontation Cartier pour l’Art contemporain (Parigi, 2009); Galerie Quintessens (Utrecht, 1990); Piccolo Museum (Lecce, 1985); Galleria Salvatore Ala (Milano, 1983); Hamilton Place (New York, 1982). Tra le mostre collettive di maggior successo a cui ha partecipato: GAMeC (Bergamo, 2007); The Brooklyn Museum (New York, 2006); Federal Reserve Board Building (Washington D.C., 1991); Musée National des Monuments Français (Parigi, 1991); Sagrato del Duomo (Milano, 1984); XLI Esposizione Internazionale d’Arte, La Biennale di Venezia (Venezia, 1984); Studio 54 (New York, 1982), Fashion Moda (Bronx, New York, 1981). A-One muore a Parigi nel 2001 all’età di 37 anni in seguito alle complicazioni dovute ad un’emorragia celebrale.
Immagine: Portrait of A-Bot, 1983, spray smalto su tela, 195 x 395 cm
Inaugurazione: giovedì 1 luglio 2010 dalle 18 alle 21
Galleria Salvatore + Caroline Ala
via Monte di Pietà 1, Milano
dal martedì al sabato dalle 10 alle 19
Ingresso libero