Cicli di opere dell'architetto e artista che hanno in se' la profonda connessione logica che passa dal ritrarre lo spazio come involucro e come contenitore dell'arte sino a ritrarre il creatore stesso dell'opera, nel suo studio "dietro le quinte", per concludere con chi lavora per proteggere l'opera e chi la contempla. Oli su carta dedicati ai musei e agli spazi espositivi quali contenitori e cattedrali dell'arte.
Ospitata al Museo Nazionale di Villa Pisani a Stra, inaugura sabato 17 luglio 2010, la mostra personale di Mila Dau, architetto e artista italiana che vive e lavora a New York dal 1991 e che in questa importante occasione presenta le tematiche principali del suo lavoro. Accompagna la mostra un testo di Laura Cherubini.
"Architectures" una serie pittorica che dal 1991 ad oggi è ancora in evoluzione, oli su carta dedicati ai musei e agli spazi espositivi quali contenitori e cattedrali dell’arte; i pastelli, dalla serie "Enfilades", ancora spazi museali, sale "infilate" che si percorrono una dopo l’altra, scorci di luoghi dedicati all’esposizione di opere d’arte, completati nel 2006 e le sale inondate di luce, "Flooded Halls" cominciate nel 2005; una parte del ciclo pittorico iniziato nel 1999 e concluso nel 2005 dal titolo "Face to Face", ritratti estemporanei di artisti attivi a New York, volutamente incontrati dall’autrice per stima del loro lavoro e del loro percorso creativo; ed infine i "Visitors and Staff", iniziato nel 2009 e tuttora attivo, che dà corpo a sagome dipinte di persone, visitatori e guardiani museali e figure di nudo.
Cicli di opere, progetti di cui Mila Dau stessa decide l’inizio e ne stabilisce la fine, che hanno in sé la profonda connessione logica che passa dal ritrarre lo spazio come involucro e come contenitore dell’arte sino a ritrarre il creatore stesso dell’opera, nel suo studio "dietro le quinte", per concludere poi il percorso con chi lavora per proteggere l’opera e chi la contempla.
Ognuno di questi soggetti nasce dalla riflessione sulla propria attività iniziata all’arrivo negli Stati Uniti, dov’è giunta con il back ground degli studi attuati a Roma e a Montreal e con le esperienze espositive degli anni ’80, dal suo rapporto con il mondo artistico e la sua introduzione nell’ambiente culturale newyorkese, gradualmente conquistato attraverso la conoscenza delle persone e dei contesti e degli ambienti deputati all’arte.
Architectures è una visone dei "contenitori dell’arte", che sempre più si sono sviluppati nel mondo in quasi vent’anni di indagine culturale e si completa nella loro visione interna in "Enfilades", e nelle "Flooded Halls", luoghi solo formalmente differenti, ma concettualmente relazionati l’uno all’altro.
"Enfilades" è una sequenza di stanze intimamente interconnesse aperte l’una nell’altra, disegno e struttura delle più comuni e diffuse architetture dei musei dell’ultima decade, riflettendo un passato architettonico tipico dei palazzi seicenteschi.
Le "Flooded Halls", segnano il contesto della percorrenza, al quale talvolta, per ammirazione dell’opera, il visitatore quasi non si accorge di attraversare; rappresentano spazi che assorbono il tempo e l’atmosfera, un attraversamento dalla luce artificiale a quella naturale.
I tre soggetti illustrano il passaggio spontaneo che partrchitettura, sorta o ricavata per essere spazio espositivo, nuovo, imponente, perfetto, incontaminato.
A questo succede la scelta di entrare e di essere parte di quel processo evolutivo che è la mostra, dentro al contenitore, con le sue pareti neutre, le luci mirate, vere o artificiali che siano, immersi in un tragitto narrativo che estranea dallo spazio temporale reale per immergere lo spettatore nel tempo esecutivo, quello che ha dato la luce all’opera.
"Face to face", è quindi la figurazione del proprio lavoro, l’artista, l’anima del fare arte, ed anche l’opera, il soggetto per cui ognuno di noi entra e valica lo spazio espositivo, dando un significato in più a quel contenitore e allo stesso tempo indica l’avvicinarsi del completamento del "viaggio" fruitivo. I ritratti degli artisti supportano una condizione, ognuno è infatti svolto in incontri della durata di un ora soltanto, non parla esclusivamente della gente che Mila Dau ha incontrato a New York ma è la prova evidente del suo adattamento alla velocità che contraddistingue il ritmo e la frenesia comunicativa tipica di questa città e che l’ha resa un artista assolutamente originale.
La parte conclusiva della mostra, "Visitors and Staff", segna questo tratto finale: le figure aleggiano nella composizione pittorica come le persone vagano ammirando e meditando di fronte ad un’opera d’arte o spazio architettonico, scultura o dipinto che sia.
E’ quindi evidente come lo scopo che dà vita all’intera opera di questa particolare artista delinei l’intima e logica connessione nel passaggio dal concetto del contenitore d’arte a quello del creatore d’arte, che si estende inevitabilmente all’anello finale costituito dall’operatore e dallo spettatore.
Mostra promossa da: Soprintendenza per i Beni Culturali, Architettonici e Paesaggistici delle Provincie di Venezia, Belluno, Padova e Treviso.
Informazioni sulla mostra / ufficio stampa:
PressEventsGroup (sede legale: Venezia/Mestre, Viale Ancona 26) info@presseventsgroup.com
Alice Rubbini: 339.5768944
Anna Rubbini: 338.2115602
Emanuela Merlo: 338.9667977
Inaugurazione: sabato 17 luglio 2010, dalle ore 16.00
Museo Nazionale di Villa Pisani
via Doge Pisani 7 – 30039 Stra (Venezia)
Apertura Museo: tutti i giorni eccetto i lunedì non festivi 8.30-19.00 (19.00-20.00 solo uscita)
Intero: Parco e Villa 10,00 Euro
Solo Parco 7,50 Euro
Ridotto (18-25 anni): Parco e Villa 7,50 Euro
Solo Parco 5,00 Euro
Gratuito: fino ai 18 anni e oltre i 65
Riduzioni e gratuità sono riservate ai cittadini dell'U.E.