Broccati e brocchiglie. Una mostra di opere pittoriche ed un video che vede come protagonista assoluta la musica, tra melodia e rumore.
A cura di Sofia Sicula
Ho pensato di chiamare così la mostra perché mi piaceva l’assonanza tra le due parole che poi hanno formato il titolo: Broccati e brocchiglie (la seconda costituita a sua volta da brocca e conchiglia). Chiamo adesso broccato ciò che tempo fa chiamavo tela, perché quest’ultima, allora, rientrava nel rapporto che a quel tempo mi premeva parecchio tra finzione e realtà; nel gioco serissimo tra pittura e realtà. Qual era più vera la tela tessuta o la tela dipinta? “ E’ più vera la tela vera o la tela dipinta? This is the question!” continuavo a chiedermi allora.
Ora, con alcuni dei dubbi a quel tempo presenti acchetati, messi in sordina da qualche anno in più sulle spalle, con gli angoli già arrotondati dalla soglia dei cinquant’anni e ulteriormente smussati dai cinque che ad essa si sono aggiunti, mi chiedo, sfiorando con la mano la tela dipinta, se questa, in fin dei conti, con meno filosofia e più concretezza, non possa essere definita, con le sue belle brocchiglie dorate, l’erba e gli alberi dei paesaggi adagiati sopra i fili o intersecati ad essi, un fine e rilucente broccato. E se le brocchiglie – in questa mostra che vede la musica co-protagonista – allargando e riducendo i fori della trama che ad ognuna danno un suono tutto proprio, non possano diventare uno straordinario strumento musicale dipinto. Non è un’interpretazione più leggera, è una modificazione, un cambiamento che il tempo, a volte, gratuitamente concede. Il cambiamento è un’arma assai efficace per rimanere costantemente all’erta, combattere la prevedibilità e la noia, accaparrarsi la conoscenza.
Quale superba musica se non quella di Donatello per le conchiglie, i broccati e le brocchiglie? Ha una vasta gamma di sfumature la sua musica, dai grandi numeri e dalla dilatazione del tempo geologico arriva ad un’energia intensissima, tutta concentrata in un’emozione fulminea. Nel video (è d’uopo tessere le lodi ad Amilcare Fossati per il montaggio), c’è acqua; tanta. Salata e dolce, vorticosa oppure calma, lontana, lontanissima, imminente, acqua di nebbia leggera o copiosa di pioggia torrenziale. La cui presenza più che da vedere è da dedurre: dagli alberi che ondeggiano deformati sui vetri di vecchie finestre, dalle luminescenze su una porta di vetro martellato, dai riflessi e dalle ombre sui muri di gesso, dagli arcipelaghi di lampade spente e dai frutti seduti, platea di un’altra era.
G.S.
Inaugurazione: sabato 17 luglio 2010 ore 18
Palazzo Beato Jacopo
Corso Matteotti - Varazze (SV)
Orari: 11-12,30 / 17-19,30 / 21-23
Ingresso libero