Ritmiche espansioni. In esposizione una decina di opere scultoree che, perfettamente collocate nell'architettura straordinaria della terra dei sassi, rappresentano gli ultimi sviluppi della ricerca dei due artisti.
Dal 28 luglio al 5 settembre 2010, lo spazio SculptureArt a Matera, in collaborazione con l’Associazione Culturale Adapis, ospita una mostra dedicata alla scultura di due importanti artisti italiani: Pino Castagna e Margherita Serra. Matera, città suggestiva ed evocativa per la sua architettura naturale e la sua essenza primordiale, collocata per l’unicità dei suoi Sassi tra i patrimoni dell’UNESCO, diviene il palcoscenico ideale di questa mostra che vede due noti artisti della scultura contemporanea esporre al pubblico opere in ceramica, vetro e marmo.
Il percorso espositivo, intrapreso nel 2007 dall’Associazione Culturale Adapis, ha visto l’alternarsi di mostre che ospitano le più importanti voci del panorama artistico italiano, continuando in questa stagione con la doppia personale di Margherita Serra e Pino Castagna. Saranno esposte nei suggestivi ambienti dello Spazio SculptureArt, una decina di opere che, perfettamente collocate nell’architettura straordinaria del Sasso, rappresentano gli ultimi sviluppi della ricerca dei due artisti.
Pino Castagna e Margherita Serra, nel corso della loro lunga e importante carriera, seppur dissimili per le tematiche affrontante, sono accomunati dalla disciplina e dal rigore. In un momento in cui l’arte sembra in via di esaurimento, e in cui si assiste alla moltiplicazione degli artisti, la scultura non pare essere toccata da questa crisi, poiché in essa non vi saranno mai quelle condizioni di possibilità e facilità che pervadono buona parte dell’arte pittorica.
Castagna sceglie di realizzare opere dalle dimensioni “imponenti”, sfidando i limiti fisici della materia, studiando a fondo il materiale prescelto, in modo da piegarlo alla propria volontà in una sfida continua; Margherita Serra lavora la materia dura e algida del marmo, non aggredisce la pietra, ma sembra “addomesticarla”, estraendo lo spirito vitale che appartiene al cuore femminile della terra.
Nascono così le loro opere, che tramite la fatica fisica e la costante ricerca intellettuale, si propongono al pubblico non solo come “oggetti” carichi di valenze estetiche, ma anche come “contenitori” che racchiudono in sé, una storia iniziata nelle mani dell’artista e pronta ad essere interpretata dalla sensibilità dello spettatore.
PINO CASTAGNA
Pino Castagna nasce a Castelgomberto (Vicenza) nel 1932. Completati gli studi accademici a Verona e a Venezia, acquisisce nel corso degli anni molteplici competenze sulla cultura e la lavorazione dei materiali: la ceramica, il vetro, le fibre tessili per arazzi e tappeti, il marmo, il legno, il bronzo, l’alluminio, la ghisa, il cemento, l’acciaio, rinnovando nel tempo e inventando lui stesso metodologie progettuali consone al suo naturale “far grande”, come chiaramente si intuisce visitando lo studio-laboratorio di Costermano, dove Castagna lavora dal 1959. A questa conoscenza tecnica si accorda una libertà creativa che riesce a forzare i limiti estremi di resistenza dei materiali, fino ad ottenere i risultati voluti. Un esempio di tale processo artistico sono i Canneti, esposti anche a Tokyo nel 1977 presso la storica Galleria Wako, gli interventi sui grandi tronchi di Iroko del 1976 o i Muri in acciaio cor-ten e cemento, realizzati nel 1980, ma concepiti nel 1961, quando fu eretto il muro di Berlino.
Le più importanti mostre personali dell’artista hanno trovato la loro sede ideale “en plein air” nei centri storici di Monaco (1971), Imola e Verona (1975), Lucca (1976), Rimini (1978), Salisburgo (1979), Bardolino (1982), Montignoso (1991), Bolzano (1992), Pergine Valsugana (2001).
Dal confronto con gli spazi urbani è nata nel 1979 la serie delle Piazze, originali scenografie di ispirazione metafisica, che svelano una tensione progettuale pienamente consapevole, avvalorata, all’inizio del 1980 dalla realizzazione del Muro, cardine imprescindibile del percorso artistico di Castagna. Negli stessi anni lo scultore realizza Memoria della Giudecca (1980-1981), le altissime bricole (13 metri) in legno di Iroko, acquistate dal comune di Francoforte e collocate nel quartiere ristrutturato di Grischeim, in riva al fiume Meno. È un momento di fervida attività creativa e sono frequenti le occasioni di esporre a importanti rassegne collettive. Nel 1981 l’artista partecipa alla Triennale Internazionale Scultura Marmo Lavoro di Carrara e alla mostra Il materiale delle arti allestita al Castello Sforzesco di Milano, dove propone una nuova versione del Canneto in porcellana.
Sarà tuttavia il 1985, con la retrospettiva al Palazzo delle Albere di Trento e la mostra antologica nelle sale di Palazzo Te a Mantova, l’anno in cui si riconosce a Castagna un ruolo di primo piano nel contesto artistico internazionale, successo confermato dalla partecipazione alle più significative rassegne d’arte: la XLII Biennale di Venezia nel 1986, con il memorabile allestimento delle Vele in ghisa (1981) sulla riva del bacino di San Marco (attualmente al MART di Rovereto), la Biennale Européenne Sculpture de Normandie a Jouy-sur-Eure (1984 e 1986), la Biennale Internazionale del bronzetto e Piccola Scultura di Padova (1986-1987 e 1995), la mostra Forme per il cemento del 1988 allestita a Roma, presso l’Istituto Nazionale di Studi Romani e il Parco di S. Alessio, la Biennale Internazionale di scultura a Carrara nel 1996 e nel 1998, la mostra itinerante Scultura Lingua viva al Museo Ermitage di San Pietroburgo e al Palazzo Ducale di Massa nel 1998, la Decima Biennale d’Arte Sacra a San Gabriele (2002), la mostra Κέραμος ceramica nell’arte italiana 1910-2002, presentata nel 2002 a Roma, al Museo del Corso, la rassegna di Scultura Internazionale presso il Giardino e il Parco del Castello di Agliè e la prima rassegna della scultura mediterranea Il Campo dei miracoli nel Parco del Magliano a Marina di Massa, entrambe del 2005.
L’autentica aspirazione architettonica e ambientale della scultura di Castagna si rivela da oltre un decennio in una serie di interventi in scala urbana ed extraurbana, che trovano interesse non solo in Italia, ma anche all’estero. Tra questi ricordiamo Alpinia-Cascade de Beynost (1991-2005), un’opera in acciaio cor-ten e cemento di forte impatto visivo nel paesaggio autostradale francese, collocata in prossimità di Lione, ma recentemente spostata e rialzata in occasione dell’ampliamento della stazione di Saint-Maurice de Beynost; la chiesa all’aperto nel sagrato antistante la parrocchiale di Zermeghedo (1994); le vetrate per la Basilica di S. Maria Assunta in Calvenzano a Vizzolo Predabissi (1997); il Canneto in porcellana per l’università di Braunschweig (1997); Monadi, una scultura in cemento e acciaio cor-ten destinata al Parco Scultura di Villa Glori a Roma (1997); il Canneto in vetro a Palazzo Montecitorio (2001); Cespo veneziano, una scultura in vetro di Murano e acciaio che sorge al centro della Rotonda Maria Rosa Molas a Castellòn de La Plana in Spagna (2002).
Recentemente è stato collocato a Marina di Massa in Piazza Bud-Kissingen il Muro in marmo bianco Carrara (cm 570 x 1800 x 900) e a Verona lo Spino del filo spinato in bronzo (cm 613 x 690 x 573), destinato a ricordare le vittime della deportazione nel corso dell’ultimo conflitto bellico. Sono stati collocati nell’area presbiteriale del Duomo-Cattedrale di Vicenza gli elementi funzionali al rito modellati in bronzo romano.
Un nucleo consistente di sculture si trova attualmente alla Fondazione Cini di Venezia, a Deauville nel Musèe de plein air Domaine de l’Amiraute, e alla Fondazione Cariverona di Verona, mentre una parte importante della produzione grafica dell’artista è conservata a Vienna alla Collezione Grafica Albertina e a Firenze presso il Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi.
MARGHERITA SERRA
Margherita Serra nasce a Brescia il 17 maggio 1943, è presente nel campo dell’arte fin dalla metà degli anni Sessanta. Vive e lavora a Brescia e Carrara. Ha conseguito la maturità presso il Liceo Artistico e l’Accademia di Belle Arti di Carrara e la laurea in architettura presso al Politecnico di Milano. Dirigente presso il Comune di Brescia in qualità di architetto nel settore Edilizia Privata sino al 1994, quando per libera scelta ritiene di dedicarsi a tempo pieno alla carriera artistica rinunciando alla professione intrapresa. Fa parte del direttivo del gruppo europeo degli Architetti Artisti Ligne et Couleur di Parigi.
Nel 1987, per le Edizioni Bora (Bologna) è uscita una sua monografia a cura di Elda Fezzi, nel 1990 per Angelus Novus Edizioni (L’Aquila) è stato edito un catalogo monografico a cura di Antonio Gasbarrini. Ancora per le Edizioni Bora, nel 1993, viene stampata una monografia curata da Luciano Caramel. Nel 1997, Giorgio Segato, presenta il catalogo dell’esposizione presso la Galleria Civica di Arte Contemporanea di Termoli (CB). Nel 2000 in occasione della mostra antologica presso la Civica Galleria d’Arte Moderna a Gallarate, viene presentato il catalogo monografico curato da Luciano Caramel. Nel 2004, per l’Editrice Compositori (Bologna) è stato edito un catalogo monografico a cura di Martina Corgnati con testi critici di Luciano Caramel e Gillo Dorfles, in occasione dell’esposizione presso Villa delle Rose a Bologna con la collaborazione della G.A.M. Nel 2008 in occasione dell’esposizione presso il Museo Nazionale di Palazzo Venezia a Roma è stato pubblicato dalla Biblioteca Cominiana (Padova) un catalogo monografico a cura di Luciano Caramel con testi critici di Paolo Bolpagni e Luciano Caramel.
Vincitrice di due concorsi nazionali indetti dal Ministero dei Lavori pubblici nel 1999 con opere d’arte posizionate nelle caserme dei carabinieri di Pavullo (MO) e Portici (NA).
Tra le opere inserite in luoghi pubblici, sono da ricordare: “Monumento ai caduti nei Lager nazisti” nel 1979 a Brescia in via Vittorio Veneto, “Bassorilievo in memoria di P. Zini” nel 1987, ubicato nella Chiesa di S. Barnaba a Brescia, sempre nel 1987 “Organismo in liberazione IV” Sala del Museo d’Arte Contemporanea Castello dell’Aquila. “Altare centrale, ambone, ciborio” nella Chiesa Beato Luigi Palazzolo a Brescia nel 1991; “Cappella Guerreschi”, “Cappella Mantegari” nel Cimitero Vantiniano di Brescia, “Élan 1” Centro Zétema” Matera nel 1993; “Energia Vitale” nel 1997 presso il Museo di Arte e Spiritualità di Brescia, “Altare centrale e ambone”, Chiesa S. Antonio Salò (BS) nel 1999; “Scultura in memoria di Elda Fezzi”, Cimitero Monumentale di Cremona nel 2001, “Altare centrale, tabernacolo e presbiterio” Cappella Villa Gioiosa Castelletto di Brenzone (VR) nel 2003, “Altorilievo Sacra Famiglia” presso Istituto Piccole Suore della Sacra Famiglia Venezia nel 2003, “Sacra Famiglia”, Casa di Cura Madre Fortunata Toniolo Bologna 2005, “Corsetto con pieghe” nel Museo della Scultura Contemporanea, Gubbio (Perugia), 2006. Nel 2007 “Corsetto” Fondazione Repossi, Chiari (BS).
Margherita Serra è presente in innumerevoli mostre e simposi che l’hanno portata a essere conosciuta in campo nazionale e internazionale. La città di Matera le ha concesso nel 1993 uno spazio demaniale nei Sassi affinché potesse svolgere e divulgare la propria arte in un ambito di così grande suggestione attraverso mostre e scambi culturali. Nel 2002 la città di Bernalda le ha conferito la cittadinanza onoraria per aver realizzato lungo il corso della città un’opera scultorea monumentale dal titolo Élan -slancio vitale-.
Le è stato assegnato a Trebisacce (CS) l’ambito riconoscimento “Eunomia 2004” che vede premiate le donne impegnate nei diversi campi del sociale. Dal 2008 è inserita come rappresentante dell’Associazione Nazionale Le Donne del Marmo con sede a Verona. Il cammino dell’artista tra disegni, sculture in bronzo, legno, marmo, vetro di Murano è segnato da numerose esposizioni personali e collettive che si alternano in varie città d’Italia e all’estero, fra le quali, Margherita Serra segna un momento significativo nel panorama artistico contemporaneo, per l’eleganza con cui sa ottenere dalla materia effetti suggestivi, pervasi da forza e carichi di quell’afflato indispensabile a trasformare la materia stessa in opere d’arte.
Per informazioni Associazione Culturale Adapis: Sara Conchieri 334.7603.421
Ufficio stampa
Mariella Segala
tel 030.99.06.337 fax 030. 99.06.337 mobile 347.97.36.323 mariellaesart@gmail.com
Inaugurazione 28 luglio ore 21
Spazio Sculpture Art
via Madonna delle Virtù, 81/83 (zona sassi) - Matera
Orari: da martedì a domenica dalle ore 18 ore 20 su appuntamento - 334.76.03.421
Ingresso libero