La prima personale italiana dell'artista include due opere allestite appositamente per lo spazio, "Press Conference Room" e "Meeting Room": una sala che ospita conferenze stampa e una sala riunioni ufficializzano appuntamenti di rappresentanza per spazi istituzionali vuoti, dove l'azione non ha luogo.
L’Istituto Svizzero di Roma presenta la prima personale italiana dell’artista Fabrice Gygi (Ginevra, 1965). Ospitata nella sede di Milano dell’ISR, la mostra include due opere dell’artista ginevrino: Press Conference Room (2007) e Meeting Room (2007), di cui Gygi presenta un allestimento concepito appositamente per questo spazio.
Già a partire dai primi anni Novanta, Gygi realizza installazioni minimali attraverso la ricostruzione di ambienti, architetture, spazi destinati alla vita sociale. È in questi luoghi, ridotti alla loro essenza strutturale con un atteggiamento minimalista e riletti attraverso elementi tipici di un’estetica militare, che Gygi fa emergere la natura autoritaria e gerarchica degli spazi di aggregazione e istituzionali e contribuisce al dibattito su questioni come la libertà individuale, l’aggregazione sociale e il ruolo delle istituzioni nella società contemporanea. Press Conference Room e Meeting Room sono solo gli ultimi, in ordine di tempo, di una lunga serie di rappresentazioni di luoghi pubblici destinati alla vita sociale: dalle tende militari dei primi anni Novanta - Table-tente; Tente avec aèration (1993); alle architetture-bunker di Mur de sacs (1994); Guarita (1995) e Vigie (2002); alle tribune, le gradinate, gli snack bar ambulanti, le aule per il voto, il tribunale, il podio, la videoteca mobile - Tribune (1996); Tente bar; Podium; Viens dans me peau; Paravents (1997); Vidéothèque mobile; Snack mobile; Clean Point (1998); Gradins (1998-2000); Tente polyvalente (Tribunal) (1999); Local de vote (2001). Sono infine questi i luoghi che, per Gygi, rendono attuale e ancor più necessario il suo nuovo intervento in uno spazio pubblico istituzionale come l’Istituto Svizzero di Roma, che opera come rappresentanza culturale del proprio paese all’estero.
L’analisi dell’artista sul concetto di autorità e sulla natura dei processi sociali legati a una logica di potere avviene attraverso l’utilizzo di materiali grezzi, di uso industriale, dove a prendere il sopravvento è una rilettura del sistema sociale. Quest’ultimo aspetto è fondamentale per comprendere le opere di Gygi, che si interroga sulla struttura sociale, politica e civica delle strutture che rappresentano un’“architettura dell’autorità”, regolata dalle modalità di controllo tipiche della società urbana contemporanea.
Le installazioni site-specific, le sculture, la grafica e le performance di Gygi avviano così meccanismi imprescindibili dal contesto per cui sono concepite: quasi sempre spazi istituzionali che svolgono una funzione pubblica. Servendosi di barriere come cancelli, transenne o cordonature per circondare e contenere le sue strutture architettoniche (tende, torri, piattaforme), simboli di autorità legati a una funzione di controllo a cui si unisce l’aspetto più semplicemente funzionale di questi strumenti, l’artista ricrea ed esaspera una sensazione di sicurezza e di difesa all’interno di uno spazio pubblico.
Nelle installazioni Press Conference Room e Meeting Room l’artista mette in scena un paradosso. Microfoni, piedistalli, un podio, le bardature dei tendaggi di una sala che ospita conferenze stampa e di una sala riunioni ufficializzano appuntamenti di rappresentanza per spazi istituzionali vuoti, dove l’azione non ha luogo. E anche gli oggetti che descrivono perfettamente questi simboli del potere sono svuotati della loro funzione prestabilita, fissata dai sistemi sociali e politici.
Le opere di Fabrice Gygi intervengono nell’ambito di una logica urbana e meccanica. Incarnano un sentimento di minaccia e di aggressività, insito nei processi di potere, a cui allo stesso tempo l’artista oppone elementi di resistenza. Corde, coperture, griglie metalliche, recinzioni, dispositivi di sicurezza, armi e attrezzature militari sono alcuni degli oggetti estrapolati da un’estetica di tipo militare: simboli cioè del potere politico e dell’ordine sociale stabilito.
Fabrice Gygi è nato nel 1965 a Ginevra, dove vive e lavora.
Principali mostre personali: 2009: Padiglione Svizzero, 53. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia; Chantal Crousel, Parigi; Guy Bartschi, Ginevra.
2007:
BFAS (Blondeau Fine Art Services), Ginevra; MAC (Musée d’Art Contemporain de Marseilles), Marsiglia (FR). 2006:
Magasin 3, Stockholm Konsthall, Stoccolma;
Le Plateau, Parigi. 2005:
Orange County Museum, Newport Beach, USA;
Kunstalle St Gallen, San Gallo (CH); 2004:
Mamco, Ginevra.
Principali mostre collettive: 2009: “Top 10 Allegories”, Francesca Pia, Zurigo; “Regift”, Swiss Institute, New York; “Liam Gillick/Fabrice Gygi/Damien Mazières”, Le Spot, Le Havre (FR).
2008:
“A multiples exhibition”, Galerie 1m3, Losanna. 2007: “Une question de génération”, Musée d’Art Contemporain de Lyon, Lione; “I am Making Art”, Centre d’art contemporain, Ginevra. 2006:
”Human Game”, Fondazione Pitti Discovery, Firenze. 2005: “Des deux côtés du Rhin - Mouvement”, Museum Ludwig, Colonia. 2004
: “None of the Above”, Swiss Institute, New York. 2003: “Pantella Suiza”, Museo Nacional Reina Sofia, Madrid; “Multitudes-Solitudes”, Museion, Bolzano; “Re:Location”, Villa Arson, Nizza (FR). 2002: “Public Affairs”, Kunsthaus, Zurigo; “Tutto Normale”, Villa Medici, Roma; “The Collective Unconsciensness”, Migros Museum, Zurigo; Biennale di São Paulo.
La prima mostra personale di Fabrice Gygi in Italia inaugura in concomitanza con l’apertura di STARTMILANO 2010, week-end di arte contemporanea che apre la stagione artistica cittadina.
Sabato 18 settembre, la sede dell’Istituto Svizzero ospita STARTMILANO Party 2010, in collaborazione con Mousse. Partecipa al Dj Set anche Nicolas Field (Svizzera, 1975). Field combina le sonorità delle sue percussioni a sperimentazioni elettroniche. È uno dei borsisti in residenza presso l'Istituto Svizzero di Roma.
Ufficio stampa:
Alessandra Santerini, 335.6853767, alessandrasanterini@gmail.com
Chiara Costa, 331.7001172, chiara.a.costa@gmail.com
Inaugurazione: 17 settembre ore 18.30
In occasione di STARTMILANO apertura straordinaria sabato 18 settembre ore 14 - 22 e domenica 19 settembre ore 14 - 18
STARTMILANO Party: sabato 18 settembre ore 21.30; Nicolas Field - Drums & Electronics; Tim Small & Francesco de Figuereido (aka Voddega); Pippi Langstrumpf; Media partner: Mousse
Lo STARTMILANO Party causa maltempo è stato posticipato a DOMENICA 19 settembre dalle 21, presso l'Istituto Svizzero in via del Vecchio Politecnico 3 (Piazza Cavour). Drums & Electronics: Pippi Langstrumpf, Dj Merletto aureo
Istituto Svizzero di Roma, Sede di Milano
Via Vecchio Politecnico, 3 (Centro Svizzero) - Milano
orari: martedì - venerdì ore 11-17, sabato ore 14-18
Chiuso lunedì, domenica e festivi
Ingresso libero