Opere su carta 1982-1999. La mostra propone una sintesi delle ricerche sul segno e sul colore che portano il giovane artista ad assimilare diversi riferimenti della pittura del secondo '900.
A poco più di dieci anni dalla sua prematura scomparsa l’Accademia di
Belle Arti di Brera rende omaggio alla figura di Mario Di Iorio (Tarvisio
1958- Gorizia 1999) con una mostra di opere su carta che documentano
le fasi significative del suo percorso pittorico.
Formatosi presso l’Istituto d’Arte di Gorizia, l’artista frequenta dal 1982
al 1986 l’Accademia di Belle Arti di Venezia sotto la guida di Emilio
Vedova. Conclusi gli studi inizia l’insegnamento a Venezia per assumere
il ruolo di assistente presso una delle cattedre di Pittura dell’Accademia
di Brera, dove insegna dal 1989 al 1999.
Dopo l’esauriente esposizione in diverse sedi istituzionali promossa nel
2009 dai Musei Provinciali di Gorizia questa mostra propone una sintesi
delle ricerche sul segno e sul colore che portano il giovane artista ad
assimilare diversi riferimenti alla pittura del secondo ‘900 (da Kline a De
Kooning, da Still a Hofmann, da Tapies a Bacon). Sul finire degli anni
Ottanta Di Iorio inizia infatti ad esplorare l’essenza del visibile passando
dalla geometria al puro gesto, dalle trame rigorose ai vortici spaziali,
dall’atto premeditato del dipingere alla sua liberazione emotiva.
Entro
queste polarità ambivalenti l’artista esprime “l’istinto di darsi in modo
totale alla pittura”, mescolando memorie figurali, frammenti
autobiografici, codici astratti, percorsi interiori e mentali che sorreggono
il suo instancabile desiderio di indagare il processo primario dei segni e
dei colori. Parallelamente alle grandi tele si pone in modo non meno
efficace la qualità disegnativa delle carte dove pastello, grafite,
carboncino, inchiostro, biro, pennarello e altre soluzioni grafiche
inventano tragitti del segno e vibrazioni cromatiche che si aprono verso
ulteriori orizzonti di senso. Il carattere gestuale della pittura si accresce
nel corso degli anni Novanta attraverso stati d’animo che si trasformano
in ritmi spezzati, segni in libertà, equilibri instabili, disgregazioni della
forma. A questa inquietudine creativa va commisurata l’identità di Mario
Di Iorio e il sogno purtroppo interrotto della sua pittura “efficace,
semplice, senza inutili orpelli, senza l’artificio nel cercare di stupire
tecnicamente”.
La mostra è organizzata in collaborazione con l'Assessorato alla Cultura
della Provincia di Gorizia. Un ringraziamento alla famiglia Di Iorio e a
Francesca Agostinelli che ha coordinato la scelta delle opere.
Inaugurazione 22 settembre ore 18
Biblioteca dell’Accademia di Brera
via Brera, 28 - Milano
Orari: da lunedì a giovedì 9.00 – 17.00 venerdì 9.30 – 15.00
Ingresso libero