Nel 1970 Bouabre' comincia a realizzare migliaia di 'cartes postales' sui quali disegna con la penna a sfera e pastelli colorati ed intorno ai quale corre un testo. I suoi 449 simboli vanno a costituire un nuovo alfabeto: il Bete'. In occasione della mostra e' proiettato il film Nadro (1998), di Ivana Massetti.
A cura di Antonella Pisilli
La Kyo Art Gallery in occasione della 6° Giornata del Contemporaneo presenta le opere dell’artista ivoriano Frédéric Bruly Bouabré.
Ma chi è Bouabré? Scrittore, artista, narratore, filosofo, saggio, mistico, inventore, ricercatore, pacifista, insegnante, poeta, comunicatore, profeta, studioso, ricercatore, visionario, osservatore, documentarista e archivista del mondo che lo circonda. Nato l’11 marzo del 1921 a Zépréguhé, in Costa D’Avorio, in un giorno del 1948 riceve una rivelazione celeste e comincia a creare dei “pictogrammes” che nei suoi 449 simboli vanno a costituire un nuovo alfabeto: il Bété.
Nel 1970, Bouabré comincia a realizzare migliaia di “cartes postales” sui quali disegna con la penna a sfera e pastelli colorati ed intorno ai quale corre un testo. Ed è la scrittura “un rimedio che combatte l’oblio” che Bouabrè utilizza per raccontarci una storia, un’impressione, per riportarci attraverso la rivelazione dei segni, la conoscenza universale. Completamente inscritto nella sua storia africana, nella tribù Bété è cittadino del mondo in virtù della sua curiosità, dell'insolenza dei suoi scritti, e dell’anticonformismo della sua formazione, Frédéric Bruly Bouabré è un saggio che incarna tutto ciò che ora è in via di estinzione.
“Frédéric Bruly Bouabré osserva tutto ciò che è sulla superficie delle cose e ci dà una lettura di quello che vede sulla pelle delle cose. Nella sua opera, al di fuori dell’alfabeto che lui chiama “Conoscenza del mondo”, la maggior parte dei suoi disegni, penso in particolare alla lettura dei segni divini, sulla cola, sull’arancia, sui frutti in generale, per lui è una scrittura divina, non fa altro che osservarla, rivelarla e trasmetterla, qualche volta questi segni sono direttamente leggibili e lui li interpreta, li commenta. Quando invece sono indecifrabili ce li rende così, precisando dunque che sono segni divini e che l’uomo talvolta è piccola cosa per pretendere di avere una lettura intelligibile dei messaggi divini”(André Magnin).
In occasione della mostra verrà proiettato il film “Nadro” (1998) della regista Ivana Massetti, la quale ci conduce in Costa d'Avorio, ripercorrendo con un affascinante stile visivo, alcune tappe della vita di Bouabré.
Ivana Massetti del suo film dice: “Il film cattura tutto ciò che non esisterà più nel prossimo millennio. Tutto questo non lo rivedremo mai più. Nel prossimo futuro, questa figura entrerà a far parte di un’iconografia che sarà studiata sui CD ROM e comunicata su Internet, l'immagine virtuale di una realtà virtuale. Nel film, l'uomo e l'artista coesistono. Nel film, il suo volto è lì - la sua espressione ostinata, il suo sguardo, la sua voce. Una presenza reale, non un eco. E’ la gioia, il calore e la bellezza di un incontro. Il nostro incontro. Il compimento di un viaggio. Un viaggio di iniziazione, in cui lo sguardo del discepolo magnifica il maestro. Storie possibile solo tra esseri umani”.
In collaborazione con
Ambasciata della Costa d’Avorio in Italia – Golf Club Viterbo – Amaci 6° giornata del Contemporaneo – Kyo Noir Art Investment
Ufficio Stampa Kyo
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Inaugurazione 9 ottobre 2010 ore 17,30
Kyo Art Gallery
via San Pellegrino 55 – 01100 Viterbo
Orari: Dal giovedì al sabato 17 – 19
Domenica 11- 13