Firework 8.10.2010. L'installazione consiste in una rete di cavi elettrici intrecciati come se fossero lavorati a maglia. Un quadro che, una volta dato avvio alla performance, funziona da pannello di controllo. In mostra anche dei video, un omaggio all'artista brasiliano Helio Oiticica.
Strutture geometriche strappate all'inerzia della materia minimalista e accese di vita propria.
Questa è la base del lavoro di Sandra Kranich che parte da forme euclidee, riecheggianti gli stilemi di avanguardie storiche come Futurismo o Costruttivismo, per irrorarle di energia tramite scenografiche esplosioni e fuochi artificiali.
Un atto performativo brevissimo e intenso, che affonda il proprio linguaggio in uno strumento per eccellenza della meraviglia, da intermezzi teatrali manieristi, effimeri e leziosi, nati per intrattenere e bisognosi di un'estenuante preparazione, per poi esaurirsi in pochi minuti. Durante lo svolgimento di una sorta di rito collettivo, l'artista ci invita a godere della vitalità sprigionata tramite questa attività liberatoria e improduttiva.
Sottostruttura per i fuochi sono agglomerati tridimensionali di poligoni regolari, che al termine dell'happening, insieme alla documentazione video, rimangono a testimonianza della metamorfosi subita dal linguaggio razionalista di partenza. Al termine della combustione persistono queste sagome minimali, scampate alla distruzione, ma suggestivamente consumate.
Ultimamente la ricerca di Sandra Kranich sta tralasciando la dimensione scultorea per andare ad illuminare la bidimensionalità della pura forma geometrica.
All'interno di questo percorso si colloca “Firework 8.10.2010”, progetto site-specific, che ospita l'artista tedesca per la prima volta in uno spazio privato italiano.
L'installazione “Untitled” (2010) consiste in una rete di cavi elettrici intrecciati come se fossero lavorati a maglia. Un quadro che, una volta dato avvio alla performance, funziona da “pannello di controllo”, rivelandosi un sistema per regolare l'accensione dei differenti tipi di dispositivi pirotecnici. Sconfessando in parte l'imprevedibilità insita nell'utilizzo di questi materiali ingovernabili, ingabbiati da un percorso predefinito, ci restituisce il paradosso di un caos sapientemente orchestrato in un'atmosfera circense.
Altra opera presente in mostra, costituita da tre video, “Back 1-3”, consiste in un omaggio all'artista brasiliano Helio Oiticica (1937-1980), il cui archivio è andato quasi totalmente distrutto in un incendio nel 2009.
Un rogo che coinvolge le rigorose stilizzazioni geometriche dell'avanguardista brasiliano, rovesciandone le strutture primarie senza tempo in fuochi fatui, genera un connubio che sembra ricalcare le fondamenta della poetica di Sandra Kranich. Suggestionata da questa fatalità l'artista ha quindi ricreato tre quadri minimalisti di Oiticica, portandone alla vita e distruggendone le cristalline sagome geometriche tramite esplosioni. I video sono però proiettati al contrario, partendo quindi dal caos per tornare alla pulizia delle forme iniziali, in un percorso inverso da quello solitamente da lei intrapreso. Dalla decostruzione alla ricostruzione, complementare a “Untitled” origina con esso un universo perfettamente conchiuso.
“The pictures save time, fireworks free up time. That's the way they are so intense.” (Sandra Kranich)
Marta Barbieri
Opening 8 ottobre ore 19
CAR projects
viale Pietro Pietramellara 4/4 Bologna
da martedì a venerdì 14.30-20
sabato 11-19 e su appuntamento