Andrea Borgioli
Federico Bucalossi
Vincenzo Burlizzi
Daniele Capecchi
Iacopo Castellani
Erica Lecci
Percorsi tra arti e narrazioni. Videoinstallazioni, pittura, ceramica, grafica, fumetti, interpretati da Andrea Borgioli, Federico Bucalossi, Vincenzo Burlizzi, Daniele Capecchi ed altri ancora.
Nascere è un tuffo dal buio, verso una storia.
La biografia personale, come quella di un'opera, si costruisce per contrasti,
chiaroscuri, luci ed ombre; si inscrive sulla superficie e la incide alterandone i
connotati originari.
L'opera viene alla luce e prende forma nel tempo, scaturendo da un progetto
che tiene conto del rapporto con l'alterità e la specificità della materia.
Il percorso in bianco e nero tra arti e narrazioni, curato da Maria Francesca Pepi, è dedicato all'opera in quanto tale, al suo nascere e venire alla luce, attraverso diversi linguaggi della contemporaneità, videoinstallazioni, pittura, ceramica, grafica, fumetti, interpretati con acume dagli artisti presenti in mostra, Andrea Borgioli, Federico Bucalossi, Vincenzo Burlizzi, Daniele Capecchi, Iacopo Castellani, Erica Lecci.
Il linguaggio in cui ciascuna opera si esprime racconta una storia, anche
quando questa non appare al primo sguardo o non è esplicitata verbalmente
dal ricorso alla parola o a precise allusioni letterarie.
Si scopre, interrogando l'opera, che contiene in sè una narrazione e che, il più
delle volte, quasi inspiegabilmente, ci racconta di noi, del nostro vissuto, delle
nostre esperienze quotidiane, di emozioni note o immaginate.
Se affreschi e bassorilievi nel Medioevo narravano la Bibbia e le vite dei Santi a quanti non potevano che ignorare la scrittura, se fino alle soglie del Novecento si ripetevano sistemi di simboli e di idee condivisi, lo scenario contemporaneo ci restituisce la frammentarietà e la molteplicità di 'valori' e linguaggi, che
dischiudono una società individualista, una babele insensatamente relativista
di sordi e ciechi.
Opera al nero accoglie, sotto l'insegna del bianco e nero, una riflessione
sull'energia creatrice della ricerca artistica privata della seduzione, talvolta
fuorviante, del colore.
Contiene, d'altro canto, anche un'allusione e un omaggio alla scrittura, come
dimostrato dalla presenza importante di opere di grafica, seppure di matrice
differente.
Alchimista, mago, funambolo, giocoliere, illusionista, l'artista è chiamato a
interpretare le emozioni, l'inconscio, gli stati d'animo, le fobie e gli inganni del
nostro vivere traducendoli su una superficie, ora piana ora impervia e irta di
insidie.
Il contrasto del Bianco e Nero rafforza le tensioni interiori e le esorcizza
mettendole alla luce del sole, in modo che possano guardate 'in faccia' e
affrontate, utopisticamente verrebbe da dire in modo collettivo, come nel
teatro antico.
Il Bianco e Nero rappresenta, rispetto al colore, l'ossatura dell'immagine e
dell'idea; attraversando le stratificazioni della materia, sottoposta quasi a raggi
X, ne elimina ciò che non è essenziale. Impedisce divagazioni inutili. Interpella sui nodi nevralgici. Non dà sconti. Si pone come radice di nuova storia.
Così, l'opera trova in sé una sua profonda ragione d'essere. Né cinica, né
accondiscendente, una volta assunta la forma desiderata, vibra di vita propria,
si stacca dal suo artefice, come dalle ceneri di quella bruciante tensione per la
ricerca che domina il protagonista del romanzo storico della Yourcenar, cui si
ispira il titolo della mostra.
E continua a raccontare una narrazione, che necessita, in verità, di un
interlocutore; l'opera si nutre della nostra presenza.
Continuando a leggere e interrogare, interpretando, filtrando la visione
attraverso la nostra sensibilità e il nostro vissuto, apprezzando o rifiutando,
concretizziamo il passaggio del testimone nel tempo e scopriamo noi stessi più
vivi.
Vacilla il tabù dell'impenetrabilità dell'opera; il bianco permette al nero di
descriversi, come in una pagina; il nero solca il bianco per affidargli un
messaggio, che rimane lì, disponibile ad essere raccolto e arricchito di nuove
emozioni destinate a vivere dentro di noi.
Sta a noi accettare l'invito o la sfida:
Arte facile / Arte difficile.
“L'arte è sempre stata contemporanea”.
Le stesse conclusioni si ripetono e si perpetuano nella “ninna nanna di protesta” della performance musicale “Lights”, che trae spunto dalle famose
frasi-performance-installazioni di Chiari e Nannucci.
L'arte, come narrazione, si svolge e ci coinvolge, proponendosi a noi nella
nostra dimensione di “Uomini contemporanei”.
Inaugurazione 9 ottobre ore 18
Villa Ciuti
Piazza Cesare Battisti - Crespina (PI)