Fantamitosie. I mondi del mito sono evocati da lignee e ferree sculture, da umani animali semi-divini. La mostra e' parte del ciclo di personali Mitici Mondi, a cura di Donatella Airoldi.
a cura di Donatella Airoldi
“Fantamitosie” di Mavi Ferrando ovvero fantasie sul mito. Sono soprattutto delle messe in scena, fondali di rappresentazioni attuate con un linguaggio di tipo installativo. I mondi del mito sono evocati da lignee e ferree sculture, da umani animali semi-divini che si divertono e si distraggono in invisibili templi dalle colonne marmoree o in ampie radure incontaminate frequentate da eroi, strani dèi e muscolose guerriere. C’è una sorta di paradiso terrestre in cui l’energia vitale sembra slanciarsi nell’aria tra un ambiguo sacro fuoco giallo che forse tutto può e guizzanti foglie intrise di tutti i colori. Mavi Ferrando, nella via sotterranea del Castello Sforzesco Visconteo, provoca, scorge, inchioda e schiude le porte inviolabilli dei mondi antichi. Convoca Sibille scultoree a forma di cavallo bianco e spinge Diana e le Baccanti a uno splendido isolamento formale, ad una fissità temporale e corporale, colorandole di nero, rosso e blu.
A queste forme baccanti, mobili e insieme immobili, manca l’apice estremo del corpo, i fluidi capelli, il viso angelico: esiste solo il vuoto, inferto da una decapitazione larga dieci centimetri. Eppure quasi non si percepisce, è come se ci fosse una sorta di continua identità visiva che travalica secoli e millenni, e noi fermi, ne vediamo comunque la multiforme molteplicità dei visi. “Guidava Pentesilèa, lo stuolo delle Amàzoni dagli scudi lunati, infuriando entro la mischia innumere: guerriera che aveva succinto in alto, sotto il seno, un bel cingolo d’oro e che fanciulla osava misurarsi con gli eroi”. (Virgilio)
Mavi Ferrando ci sbalza in questi titanici mondi, fatti di tempeste, di turbinii, di troni antropomorfi, vegetali con il chiacchiericcio vitale delle foglie in fila indiana, dove Nettuno scaccia i venti nel loro antro e placa il mare. E quelle strane divinità in legno sagomato, gambe umane ginocchia ben evidenti, coda all’insù, capelli ricci con corona aurea annegata nel legno, che giocano rincorrendosi a nascondino?
Che dire, geniale.
Donatella Airoldi
Inaugurazione giovedì 14 ottobre alle ore 18,30
Strada Sotterranea del castello di Vigevano
corso Vittorio Emanuele II, 25 - Vigevano (PV)
orario: martedì-venerdì 16,00 alle 19,30 - sabato e domenica 10,00 -12,30 / 16,00 -19,30
Ingresso libero