Ackroyd & Harvey
Mario Airo'
Stefano Arienti
Massimo Bartolini
Stefano Boccalini
Ludovica Carbotta
Alice Cattaneo
Elisabetta Di Maggio
Ra di Martino
Bruna Esposito
Yona Friedman
Carlos Garaicoa
Alberto Garutti
Gelitin
Nicolo' Lombardi
Mona Hatoum
Invernomuto
Kimsooja
Christiane Lohr
Marcellvs L.
Margherita Morgantin
Ermanno Olmi
Roman Ondak
Hans Op De Beeck
Adele Prosdocimi
Remo Salvadori
Alberto Tadiello
Pascale Marthine Tayou
Nico Vascellari
Nari Ward
Franz West
Chiara Bertola
Andrea Lissoni
1/4. Le soluzioni vere vengono dal basso. Il progetto 'Terre vulnerabili' si articola in 4 mostre con lavori site specific e/o ripensati appositamente per lo spazio dell'Hangar. Le mostre sono anche il risultato degli incontri collegiali con gli artisti che hanno accompagnato con cadenza mensile la discussione e lo sviluppo processuale del progetto. L'idea e' che l'opera di ogni artista non si cristallizzi a inaugurazione finita, ma che continui a crescere e a evolversi lungo tutto il periodo del progetto con aggiunte, correzioni, dialoghi con gli altri artisti invitati e con il pubblico. Un progetto di Chiara Bertola, a cura di Andrea Lissoni.
Progetto di Chiara Bertola curato con Andrea Lissoni
Ackroyd & Harvey / Mario Airò / Stefano Arienti / Massimo Bartolini / Stefano Boccalini / Ludovica Carbotta / Alice Cattaneo / Elisabetta Di Maggio / Rä di Martino / Bruna Esposito / Yona Friedman / Carlos Garaicoa / Alberto Garutti / Gelitin / Nicolò Lombardi / Mona Hatoum / Invernomuto / Kimsooja / Christiane Löhr / Marcellvs L. / Margherita Morgantin / Ermanno Olmi / Roman Ondák / Hans Op De Beeck / Adele Prosdocimi / Remo Salvadori / Alberto Tadiello / Pascale Marthine Tayou / Nico Vascellari / Nari Ward / Franz West
Il progetto “Terre vulnerabili” si articola in quattro mostre. Trattandosi di un progetto il cui funzionamento vuole essere il piu’ vicino possibile a quello della crescita di un organismo vivente o di una pianta che si sviluppa nel tempo, ogni mostra rappresenta un momento espositivo unico, irripetibile e diverso rispetto all’altro come le diverse fasi della vita. Tutti i lavori delle quattro mostre del progetto “Terre vulnerabili” sono site specific e/o ripensati appositamente per lo spazio dell’Hangar.
Tema della mostra
Si tratta di riconoscere il concetto di vulnerabilità dal punto di vista fisico e morale accogliendolo come centro positivo e vitale.
La vulnerabilità è quella singolare capacità empatica che permette a tutti gli esseri umani di riconoscere ed accettare la propria responsabilità etica verso l'altro, verso la comunità e verso l'ambiente.
Un progetto in evoluzione, germinativo e organico, che si sviluppa nel tempo della sua vita espositiva permettendo al pubblico di prendersene cura e agli artisti di continuare a crescerlo e nutrirlo. In questo modo i diversi soggetti si renderanno responsabili della mostra e del suo stesso stare in vita.
Il progetto, infatti, non si esaurisce soltanto nel traguardo di un’esposizione ma si sviluppa attraverso un processo che comprende una serie di incontri con gli artisti coinvolti per creare insieme una nuova modalità di condivisione del progetto stesso. La vulnerabilità si esprime così non soltanto nelle opere ma anche in questa modalità curatoriale basata soprattutto sul mutuo riconoscimento e sulla collaborazione tra gli artisti che necessariamente porterà a vivere esperienze inaspettate.
Le quattro mostre in cui si articola il progetto sono anche il risultato degli incontri collegiali con gli artisti che si sono tenuti a Milano a partire da settembre 2009, e che hanno accompagnato con cadenza mensile la discussione e lo sviluppo processuale delle quattro mostre.
Il progetto, inoltre, intende indicare una direzione e proporre un nuovo linguaggio in un momento in cui il nostro pianeta e i sistemi che lo governano danno importanti segni di cedimento. Terre vulnerabili affida così il suo statement politico ed etico all’opera di due Maestri come Ermanno Olmi e Yona Friedman. Un regista e un architetto che hanno saputo intraprendere, attraverso la loro opera, una riflessione che unisce insieme memoria e speranza, utopia e sua realizzabilita’.
Struttura e vita del progetto
L'idea è che l'opera di ogni artista non si cristallizzi a inaugurazione finita, ma che continui a crescere e a evolversi lungo tutto il periodo del progetto con aggiunte, correzioni, dialoghi con gli altri artisti invitati e con il pubblico. In questo modo i diversi soggetti si renderanno responsabili della sua cura e del suo stesso stare in vita. Il progetto, a cui parteciperanno 30 artisti internazionali, sarà cadenzato da quattro mostre (4 quarti come le fasi lunari). Tutti gli artisti parteciperanno in modo continuativo alle diverse mostre del progetto, vale a dire che ogni nuova mostra che s'inaugura dovrà innestarsi su quella precedente, che non viene annullata ma “sommata” all’altra. In questo modo si rende il progetto “vivo”, nel senso che prosegue al di là della singola mostra: uno dei tasselli di un progetto più ampio e costantemente in movimento verso “qualcos’altro”.
Ufficio Stampa Lucia Crespi
lucia@luciacrespi.it
+39 02 89415532
Inaugurazione 21 Ottobre 2010 a partire dalle 20
Fondazione HangarBicocca
Via Chiese 2, Milano
Orari: da martedì a domenica 11 - 19
giovedì 14.30 - 22, lunedì chiuso
Ingresso: Intero 8 €, Ridotto 6 €