V.i.t.r.i.o.l. Realizzate con materiali ferrosi di scarto, le sue opere rivisitano il bagaglio culturale d'immagini dell'antichita', in cui la sensibilita' dell'artista, riesce a produrre prodigiose metamorfosi del materiale.
L’acrostico latino V.I.T.R.I.O.L, con cui Patrick Alò titola la recentissima esposizione romana, allude all’impegno che l’uomo deve assumersi percorrendo un cammino alchemico di ricerca della “pietra” filosofale, attraverso il quale poter approfondire la propria interiorità e scoprire in se stesso le energie atte a trasformare in “oro” la vile materia.
La metafora ben si adatta all’essenza profonda dell’operare artistico di Patrick Alò, che è infatti costituita dalla volontà di potenziare ciò che non ha più alcun valore per la società in cui viviamo e ridare un significato nobile ed alto all’umile materia.
Realizzate con materiali ferrosi di scarto, le sue opere rivisitano il bagaglio culturale d’immagini dell’antichità come singolari d’àpres, in cui la sensibilità interpretativa dell’artista, coniugandosi con un’abilissima tecnica, riesce a produrre prodigiose metamorfosi del materiale che l’ambiente ha scartato come rifiuto ed a trasformarlo in oggetto prezioso.
Operazione alchemica, dunque, la sua, nel rendere duraturo e significante l’effimero che il mondo moderno ha catalogato come scoria, degna soltanto di abbandono e di morte.
Con un lavoro paziente di reciclaggio e con una progettualità artistica che esprime un genuino anelito di rinascita, Patrick Alò salda con il fuoco i resti inutilizzati e degradati del lavoro umano, dando loro nuove dignità e forma, vitalità e dinamismo, dunque rinnovata bellezza.
Il risultato di questo impegno sono opere che, pur assumendo a modello capolavori d’arte antica, testimoniano di una realtà contemporanea capace ancora di rigenerazione fisica e spirituale.
In bilico tra eroi classici ed esseri galattici, gli dei e i mostri della mitologia, conservando inalterato il fascino dell’armonia costruttiva e dell’equilibrio plastico-spaziale, rappresentano una presenza allarmante, poiché, simili a relitti di una società tecnologica diventata essa stessa memoria archeologica, pongono l’uomo difronte a dilemmi inquietanti.
Bruna Condoleo. Roma, 28 ottobre 2010
Inaugurazione 4 novembre ore 18.30
Galleria Le Opere (nuova sede)
via di Monte Giordano, 27 - Roma
Orario: dal giovedì al sabato 16,30 – 20 e per appuntamento
Ingresso libero