Vestigia. La Sala Atti dell'Edificio D della Facolta' di Economia ospita il percorso sviluppato dall'artista che unisce due diversi sistemi linguistici, quello della fotografia e quello della tessitura, accostando frammenti del reale tra loro.
a cura di Giulia Jercog
VESTIGIA
I’esclusivo percorso sviluppato dall’artista Giuliana Balbi unisce due diversi sistemi linguistici, quello della fotografia e quello della tessitura, appresa all’Istituto Statale d'Arte U. Nordio. La fotografia viene trattata come fosse un filato che diverrà un tessuto. La Balbi taglia a mano le fotografie in tante striscioline, seguendo poi nell’intrecciarle la forza, la vitalità e le tensioni del colore, che scaturiscono dall’atto creativo e non casuale nel sviluppare gli accostamenti. Così facendo non intende distruggere le fotografie, bensì accostare frammenti del reale che poi costituiranno l’opera finale. Si ribella ,così, alle forme d’arte tradizionali ormai esaurite, accostandosi alla fototessitura e al fotointreccio, scelta di forte espressività e sperimentazione che cresce di continuo e si modifica, conservando in qualche modo un’eco nei materiali utilizzati. In alcune opere, infatti, inserisce fili di nylon, fili di rame, plastiche, resine e tutto ciò che ritiene opportuno per veicolare il suo messaggio. “Tali installazioni”, dice l’artista “devono essere libere di muoversi nello spazio, chi le osserva deve poter interagire con loro”. Tutte le sue opere hanno in comune la leggerezza, il giuoco di luci ed ombre, la libertà di trasformarsi a seconda degli agenti atmosferici, cambiando così la loro forma.
Il rapporto uomo-natura è sempre stato sinonimo di ricerca di una interpretazione del mondo. Un rapporto storicamente difficile perché legato al potere, allo sfruttamento e all'imitazione di questa ''figura'' planetaria. Con le sue installazioni e i suoi pannelli composti da “Vortici” la Balbi ci fa rivivere una natura bellissima fatta da colori vividi e diversi a seconda delle stagioni, di profumi inebrianti come quelli di un giardino fiorito raccolti in Scent’s dress, un abito con all’interno essenze che stimola vista e olfatto; ci mostra la “Vis” della natura e il suo costante movimento.
Tutto si traduce in un’analisi dei limiti umani e della società attuale e s'inscrive nei fenomeni di globalizzazione dell'economia e nel rapporto Nord- Sud del mondo: L'incremento della popolazione, l'uso crescente e incontrollato di energia e risorse, l'aumento della produzione di rifiuti solidi, liquidi e gassosi, la distruzione delle risorse naturali, l'estinzione di specie rare di animali rendono al nostro pianeta e alla natura sempre più difficile il compito di tollerarci. L’uomo d’oggi, l’ “homo mecanicus” presenta un disagio esistenziale, causato dalla perdita di un collegamento con la natura; sanando questo rapporto l’uomo ritroverebbe il benessere delle condizioni psicofisiche. Il problema è che la ricerca dell'equilibrio nel rapporto difficilmente può essere fatta in una società in cui l'eccesso è stato innalzato a sistema. L’uomo, infatti, alterato dai pregiudizi e dalle istituzioni sociali, con le sue mani disattente e volte al profitto, spesso viola la natura, dimenticando quanto è bella e vitale. L'essere umano è l'unico ente che può causare danni irreversibili alla natura, talmente macroscopici che si preferisce pensare che esistano delle leggi di natura la cui comprensione in parte ci sfugge.
La Balbi, attraverso la figura simbolica del vortice ci vuole ricordare la forza e l’energia con cui opera la natura. Alle striscioline fotografiche ha aggiunto, condensati in grumi, inserti metallici, ad indicare la traccia umana nella natura, da qui il titolo della mostra, “Vestigia” cioè “Tracce”. Una natura che si apre fisicamente alle costruzioni dell’uomo, quali case, strade etc. Queste tracce, però, a volte scompaiono, poiché la natura non transige di esser dominata o esclusa dalla vita dell’uomo, così quando un opera umana, quale una strada viene abbandonata dall’uomo, la natura se ne riappropria. Goethe paragona la natura a un'opera d'arte che va esplorata attraversandone la bellezza, non la conoscenza dei suoi meccanismi: “Proprio come un essere vivente, si sottrae alla volontà di chi vuole sottometterla. È più di un oggetto. Possiede equilibri propri che possono essere imitati dall'uomo, ma non alterati”.
La Balbi attraverso le sue opere vuole indurre a riflettere sulle modificazioni che l’uomo addotta sul pianeta e quindi sensibilizzarlo al ricongiungimento con la natura al fine di ricondurlo all’armonia con se stesso e con il mondo che lo circonda. Come disse Joseph Beuys “ l’uomo e la natura con animo riunito creeranno un nuovo mondo”.
Giulia Jercog
Inaugurazione 11 novembre alle ore 17.30
Sala Atti, Facoltà di Economia
Università degli studi di Trieste, Piazzale Europa 1
Ingresso libero