Particolarmente affascinante e' l'immaterialita' plastica delle Fathime in bianconero, i cui mantelli avvolgono i corpi assenti col pieno di un'interiorita' gia' dischiusa sul non visibile. Mentre ci ricorda che il culto islamico di MFathima ha preceduto il culto cristiano di Fatima, il titolo della mostra li accoglie in una trasfigurazione comune, dedicata allo spirito femminile.
MAÃMOUNA
FATHIME
A cura di Vanna Razzolini Vichi
L'arte non è una religione ma è destinata a creare di continuo la nostra umanità . Lo si può capire, una volta di più, dal popolo di artefatti che Patrizia Guerresi ha radunato in questa mostra nel nome di Fathima, la sorella velata. Un corteo di usi quotidiani, tappeti, calligrafie, passi, sguardi, preghiere, accompagna la loro giornata, tesa
a esibire l'eternità .
Particolarmente affascinante è l'immaterialità plastica delle Fathime in bianconero, i cui mantelli avvolgono i corpi assenti col pieno di un'interiorità già dischiusa sul non visibile. Mentre ci ricorda che il culto islamico di MFathima ha preceduto il culto cristiano di Fatima, il titolo della mostra li accoglie in una trasfigurazione comune,
dedicata allo spirito femminile.
Attiva in Veneto dagli anni settanta, Guerresi ha creato all'inizio frammenti corporei, vibranti come arabeschi, dinamici come ali, tra il Liberty e il Futurismo. La mobilità sensuale e l'eros femminile di quelle sculture, tattili e pittoriche, hanno ricevuto immediata notorietà . Poi la familiarità con l'Africa e la
conversione dell'artista all'Islam sono discese nel profondo del suo lavoro. Dagli anni novanta, le sue forme a spirale hanno assunto l'unità simbolica di corpi e figure - gli egg-men maschili e le sorelle velate - che si volgono all'ascolto del sacro.
Dedita sia al linguaggio plastico sia alla fede, Patrizia Guerresi avanza da molti anni sul terreno solitario di un'arte autenticamente religiosa, che non sia soltanto spirituale, e in cui l'artista aspira a dialogare con le manifestazioni visibili del sacro e osserva la devozione popolare più che la dottrina teologica, senza porsi al servizio dei luoghi di culto o dei musei.
Per intensità e valori, dice Tommaso Trini, colloco l'opera della Guerresi accanto a quelle delle migliori artiste di oggi, di Louise Bourgeois, Shirin Neshat, Annette Messager, le donne che hanno dominato Documenta 11 a Kassel. L'evidenza del realismo quotidiano che ritma il simbolismo ieratico delle sue trasfigurazioni, rende persino più complesso il suo triplice cammino - direi, la via femminile, la via islamica, la via dell'arte - che riesce ancora una volta a unire la vita all'arte, grazie ai molteplici percorsi aperti tra il velare e il rivelare.
INAUGURAZIONE
VENERDÌ, 4 OTTOBRE 2002 ORE 18.00
ORARIO:
10.00 - 12.30
16.00 - 19.30
lunedì e festivi chiuso
Immagine:
PATRIZIA GUERRESI-MAÃMOUNA
CAPA-SANTA - 2002
resina 50x52x22
VARART
50122 Firenze Via dellOriuolo, 47/49 r Tel.: 055 284265 Fax: 055 213827