Associazione Culturando Insieme
Acquerelli. L'artista ha sempre seguito una direzione legata al figurativo, al naturalismo, allo studio del paesaggio: I temi delle opere in mostra sono suonatori di jazz, corpi femminili, paesaggi, cavalli e cavalieri.
Chi si vuole avvicinare alla conoscenza di Roberto Andreoli, definire la sua opera e la sua attività, dovrà farlo, non come di consueto da dati biografici o analizzando il suo curriculum con gli innumerevoli testi a lui dedicati, ma cercando di penetrare nella sua natura più intrinseca, descrivendo le caratteristiche più significative del suo essere uomo e artista e del suo personale modo di “sentire”.
Proprio a partire dalla radice di questo verbo, si giunge al termine sentimento, uno dei punti fermi del suo cammino, per arrivare alla formulazione precisa del suo “io” più profondo che trova la sua genesi nell’incontro tra questi due fondamenti: la ragione e il sentimento.
Questi due elementi si fondono rispecchiandosi nel carattere stesso di Andreoli: riflessivo, metodico, rigoroso e taciturno da un lato, impulsivo e istintivo dall’altro, che ha trovato il modo per esprimere la sua originale individualità attraverso una pittura in parte programmata, da studi accademici e avvalorata da ricerche teoriche (come lo studio dell’anatomia, della natura, la scienza della visione), ma intrisa di una creatività sempre in divenire.
Il lato più razionale di Andreoli si esplicita nel suo modo di rappresentare dove tutto è calibrato ma intriso di vitalità perché supportato da uno slancio lirico prorompente, che si palesa per mezzo di un’armonia affidata soprattutto al colore vivo, alle forme: al suo modo di “ascoltare” che passa attraverso la vista. Ecco un dato fondamentale della sua personalità: lui un pittore che è anche musicista e che ci insegna quindi che si può “vedere attraverso l’udito”.
La sua pittura ha sempre seguito una direzione legata al figurativo, al naturalismo, allo studio del paesaggio. Andreoli ha studiato i grandi Maestri del passato e, come ha più volte ricordato, osservando le loro opere ha capito che essenziale in un’opera è la competenza, la semplicità, l’equilibrio e che l’arte è attività creatrice fondata sulla ragione, che però si deve alimentare di sentimento per far sì che l’opera sia davvero l’espressione più profonda e totale dell’artista.
E questo sentimento Andreoli lo esprime servendosi dell’acquarello; tecnica attraverso la quale racconta la sua essenza e incarna pienamente quel “moto perpetuo” che caratterizza ogni suo pensiero e gesto. I temi da lui prescelti sono suonatori di jazz, corpi femminili, paesaggi, cavalli e cavalieri realizzati con una gestualità che agisce con veloci pennellate praticando giochi di contrappunto cromatico, che si risolvono in rapporti di limpida purezza fra i colori.
Come ho più volte ricordato: “L’amore per la natura e per la figura umana modula ritmi musicali che ritornano e si scatenano nelle cromie, che si fanno suono e armonia nella specifica riproduzione visiva dei personaggi musicali ma non solo. Questo abile artista di paesaggi e di vigorose enunciazioni figurali, avverte la necessità di variare i temi preferiti attraverso il filtro di una visionarietà capace di decantare la passione in modulazioni nostalgiche, evitando l’iperbole e senza cadere nella banalizzazione”.
E’ necessario a questo punto entrare maggiormente nello specifico. Analizzando il suo operare ho parlato di naturalismo ma anche di sentimento, ho fatto cenno alla sua personalità, ai suoi temi prescelti e al suo modo di descriverli.
Ho quindi precisato che le sue sono spesso immagini sobriamente concentrate nel descrivere scorci di vedute, panorami, nature morte: scenografie viste e rielaborate interiormente, che divengono quasi un’intima riscrittura dei paesaggi dell’anima. Ma anche atte a descrivere un gesto d’espressione o i segni di un volto, magari di un musicista, le morbidezze di un corpo nudo o un ritratto.
Per meglio capire Roberto Andreoli, occorre precisare che tali rappresentazioni non vanno però analizzate in chiave realistica bensì con uno sguardo non naturalistico, poiché, se il soggetto sono appunto quei panorami, quei volti o quelle figure, il vero tema ne sono ogni volta i sentimenti, le emozioni, i valori poetici che le immagini stesse riescono ad evocare. In fondo, è proprio un tale anti-naturalismo del suo modo di rappresentare la natura a costituire, con le sue chiavi emotive, il nocciolo più robusto e singolare del suo lavoro e anche la ragione della sua seduzione e della sua fascinazione.
C’è in Andreoli, nelle sue opere, un sentimento e una gestualità che nulla ha più da spartire con il mero genere paesaggistico e tanto meno con il figurativo in senso tradizionale e che sfiorano invece i territori dell’espressionismo per l’immediata ed energica suggestione. Si dice che un artista è vero quando l’opera rappresenta se stesso: penso che egli, attraverso il suo lavoro, abbia dimostrato una grande onestà intellettuale rendendo la sua sia arte ricca di autenticità, di poesia , di passione e di vera espressione del suo essere.
Cinzia Tesio
Immagine: Roberto Andreoli, Studi michelangioleschi
Inaugurazione: sabato 20 novembre ore 17.30
Galleria San Pietro
Via Garibaldi, 47 - Savigliano (CN)
Orario: mar-ven 15-19, sab-dom 10.30-12.30 e 15-19