Vincenzo Agnetti
Michael Badura
Marina Ballo Charmet
Matthew Barney
Gianfranco Baruchello
Bernd Becher
Hilla Becher
Christian Boltanski
Anna Valeria Borsari
Alexander Brodsky
Sophie Calle
Cioni Carpi
Claudio Costa
Thomas Demand
Erik Dietman
Do Ho Suh
Oywind Fahlstrom
Emilio Fantin
Eugenio Ferretti
Hamish Fulton
Maria Cristina Galli
Mauro Ghiglione
Gilbert & George
Roni Horn
Tetsumi Kudo
Ugo La Pietra
Jean Le Gac
Claudia Losi
Fabio Mauri
Gerald Minkoff
Shirin Neshat
Muriel Olesen
Antonio Paradiso
Luca Maria Patella
Tom Phillips
Anne Poirie
Patrick Poirier
Thomas Ruff
Daniel Spoerri
Beat Streuli
Aldo Tagliaferro
Enzo Umbaca
Franco Vaccari
Franco Vimercati
Richard Wentworth
Rainer Wittenborn
Silvio Wolf
Alberto Zanazzo
Michele Zaza
Vittorio Fagone
Angela Madesani
L'uomo e i suoi sogni nell'arte dal 1960 ad oggi. 47 artisti italiani e stranieri, attraverso le circa 100 opere esposte, testimoniano l'uomo e la sua storia individuale e sociale. La mostra si snoda attraverso un percorso dove i singoli artisti sono presenti con opere realizzate con le tecniche più svariate: dalla pittura alla scultura, dal video alla fotografia all'arazzo.
L'uomo e i suoi sogni nell'arte dal 1960 adoggi
Gli anni Sessanta-Settanta ad oggi attraverso le opere di artisti
contemporanei italiani e stranieri (da Agnetti a Boltanski, da Claudio
Costa ad Hamish Fulton, da Gilbert and George a Shirin Neshat, da
Anne e Patrick Poirier a Daniel Spoerri, etc.)
A cura di Vittorio Fagone e Angela Madesani
Il Padiglione d'Arte Contemporanea di Milano conclude la
programmazione del 2002 con la mostra "Utopie Quotidiane. L'uomo
e i suoi sogni nell'arte dal 1960 ad oggi", curata da Vittorio Fagone e
Angela Madesani e aperta al pubblico dal 23 ottobre 2002 al 19
gennaio 2003.
47 artisti italiani e stranieri, attraverso le circa 100 opere esposte,
testimoniano l'uomo e la sua storia individuale e sociale.
La mostra si snoda attraverso un percorso dove i singoli artisti sono
presenti con opere realizzate con le tecniche più svariate: dalla
pittura alla scultura, dal video alla fotografia all'arazzo.
Il fil-rouge che lega gli autori non è una corrente d'appartenenza, né
una scelta stilistica o una particolare epoca, tantomeno una
specifica tecnica di realizzazione. I lavori si collocano tra gli anni
Sessanta e oggi e permettono di registrare similitudini e mutamenti
che in quasi quarant'anni di storia l'aspirazione umana al mito e
all'utopia hanno creato.
Gli artisti, attraverso una ricerca personale, utilizzano l'opera d'arte
quale strumento per creare utopie quotidiane a partire da se stessi
con ricadute sul mondo circostante. Negli anni Novanta, in particolar
modo in Europa, si nota un'inversione di tendenza che, pur movendo
dalle stesse motivazioni di riflessione e talvolta di disagio, torna il più
delle volte a una dimensione intima. Al centro rimane, comunque, un
tema di grande interesse: esplorare l'uomo e i suoi sogni.
Molti sono gli esponenti di spicco della scena internazionale:
l'iraniana Shirin Neshat, segnata dalla sua esperienza di donna
esiliata da un paese dominato da una dittatura teocratica, per aprire
uno squarcio sulla condizione femminile; Sophie Calle, Thomas
Demand, Beat Streuli, le cui riflessioni sono rivolte al sonno, alla
morte, agli spazi di vita e di lavoro; il coreano Do-Ho Suh, che
ripropone la realtà attraverso oggetti di plastica gonfiabili oppure
inventari dell'umanità costituiti da migliaia di statuette e di fotografie
di piccolissime dimensioni; Becher, Kudo, Fahlström, con
un'attenzione più rivolta al sociale; Fabio Mauri, che ricostruisce
appositamente per la mostra una stanza della sua casa all'interno di
una riflessione sulla manipolazione culturale.
Dalle mitizzazioni antropologiche di Claudio Costa e Michele Zaza al
riavvicinamento alla natura di Hamish Fulton, la mostra prosegue
con le analisi delle utopie di Cioni Carpi, i video, i film e gli oggetti in
un'ottica dalla matrice dichiaratamente politica di Gianfranco
Baruchello e l'indagine su un vissuto iraniano a Berlino di Emilio
Fantin. Sono presenti anche artisti come: Michael Badura, che
ricostruisce storie di cronaca alla maniera di Rashomon, gli inglesi
Gilbert & George con i grandi lavori interplanetari; il concettuale
Vincenzo Agnetti, le cui vetrate simboleggiano la natura, il tempo,
l'utopia cosmica e spirituale. E ancora, il russo Alexandr Brodsky,
vincitore del Premio Milano Europa nel 2001, sulla scia delle grandi
ricostruzioni mito-archeologiche dei due decenni precedenti, come
quelle di Anne e Patrick Poirier.
Durante la mostra, dal 28 ottobre al 12 dicembre, il PAC organizza
"7 settimane per l'arte contemporanea", un programma di visite
guidate alla mostra, ad atelier di artisti e gallerie private milanesi,
attività didattiche per le scuole e incontri con artisti e critici. Inoltre
verrà ospitata, sempre al PAC, una rassegna teatrale, organizzata
da OUTIS - Centro Nazionale di Drammaturgia Contemporanea, con
spettacoli selezionati secondo una correlazione con le tematiche
della mostra.
Inaugurazione:
22 ottobre h. 18.30
Conferenza stampa:
22 ottobre h. 11.30
Elenco degli artisti in mostra:
Vincenzo Agnetti, Michael Badura, Marina Ballo Charmet, Matthew
Barney, Gianfranco Baruchello, Bernd e Hilla Becher, Christian
Boltanski, Anna Valeria Borsari, Alexander Brodsky, Sophie Calle,
Cioni Carpi, Claudio Costa, Thomas Demand, Erik Dietman, Do Ho
Suh, Öywind Fahlström, Emilio Fantin, Eugenio Ferretti, Hamish
Fulton, Maria Cristina Galli, Mauro Ghiglione, Gilbert & George, Roni
Horn, Tetsumi Kudo, Ugo La Pietra, Jean Le Gac, Claudia Losi,
Fabio Mauri, Gérald Minkoff, Shirin Neshat, Muriel Olesen, Antonio
Paradiso, Luca Maria Patella, Tom Phillips, Anne e Patrick Poirier,
Thomas Ruff, Daniel Spoerri, Beat Streuli, Aldo Tagliaferro, Enzo
Umbaca, Franco Vaccari, Franco Vimercati, Richard Wentworth,
Rainer Wittenborn, Silvio Wolf, Alberto Zanazzo, Michele Zaza.
Immagine: Shirin Neshat, Untitled 1996
PAC
Via Palestro 14 - Milano