Maja Bajevic
Paolo Canevari
CoopHimmelb(lau)
Cecilia Guastaroba
Giampaolo Kohler
Jannis Kounellis
Armin Linke
Fabio Mauri
Shirin Neshat
Yoko Ono
Dennis Oppenheim
Chen Zhen
Manuela Gandini
L'arte da una visione prospettica che oltrepassa le rovine del presente. A cura di Manuela Gandini, con Maja Bajevic, Paolo Canevari, CoopHimmelb(lau), Cecilia Guastaroba, Giampaolo Kohler, Jannis Kounellis, Armin Linke, Fabio Mauri, Shirin Neshat, Yoko Ono, Dennis Oppenheim, Chen Zhen
a cura di Manuela Gandini
con
Maja Bajevic . Paolo Canevari . CoopHimmelb(lau) . Cecilia Guastaroba . Giampaolo Kohler . Jannis Kounellis . Armin Linke . Fabio Mauri . Shirin Neshat . Yoko Ono . Dennis Oppenheim . Chen Zhen
L'arte dà una visione prospettica che oltrepassa le rovine del presente.
Tutti i nomi di Dio, a cura di Manuela Gandini, si inaugura il 22 ottobre all'Artandgallery, in via Arese 5.
Miscelando in un unico spazio tradizioni e culture, evocate da ambiti geografici e sociali diversi, Tutti i nomi di Dio, s'insinua nell'indistinta ragnatela umana dove s'impone, nella tremenda crisi che il pianeta vive, la necessità di ristabilire equilibri tra le differenze.
Se sotto il manto religioso - sotto ai ricami arabi della letteratura coranica, sotto la stella di David, sotto ai campanili e attorno ai Buddha - s'intrecciano fittissime trame intrise di denaro, petrolio, sangue e miseria, l'arte offre una visione preventiva e allarmante delle condizioni degli esseri umani, avanzando, nel sordo commentario bellico, possibilità alternative di dialogo. Il nome di Dio evocato nelle opere degli artisti invitati è un concetto ampio che lambisce oriente e occidente, laicità e sacralità , quotidianità e universalità , come il rosario buddista gigante di Chen Zhen, simbolo di vita, o la parte terminale di un crocefisso, di Jannis Kounellis che, come un laico pezzo di legno, ricorda la vulnerabilità umana.
E' la vita dei vegetali, accompagnata dal desiderio, a trionfare sul senso di distruzione e discriminazione nelle installazioni di Dennis Oppenheim e Yoko Ono. Un grande ventre vuoto, che evoca la "Madonna del Parto" di Piero della Francesca, realizzato da Cecilia Guastaroba, fa da contraltare alle donne col burqua, senza volto, che vivono nelle opere (e nella terra: l'Iran) di Shirin Neshat. I bambini che giocano nella moschea di Teheran , nel video di Armin Linke, diventano fantasmi lasciandosi dietro solo le voci dei loro giochi. Intanto in un bagno turco di Istanbul, cinque donne profughe di Srebrenica, invitate dall'artista bosniaca Maja Bajevic, lavano, in modo rituale, sino a farle a pezzi, cinque lenzuola con ricamate in oro alcune frasi di Tito. Come una cura, Giampaolo Kohler racconta e disegna storie della Cina antica, nel superamento di battaglie, demoni e fiumi minacciosi, impressi nella vita di ogni essere umano.
La circolarità dell'esistenza, il concetto di vuoto e l'impossibilità di pronunciare il nome di Dio, vengono sprigionate dalla perfezione del cerchio, nell'opera di Fabio Mauri. La stessa circolarità nel lavoro di Paolo Canevari è espressione di materia spicciola (il pneumatico) e sublime (l'idea) congiunti nel respingente attraversamento tra il mondo fenomenico e lo spazio della fede. La rinascita trasparente, eterea già annunciata, negli anni novanta, nel progetto su la nuova New York, dei CoopHimmelb(lau), ci allontana temporaneamente dal chiacchiericcio planetario, dalla prospettiva piatta, per traghettarci oltre l'impossibilità del presente.
Un appuntamento ogni martedì all'Artandgallery, alle ore 21.00, consentirà di approfondire, in modo empirico, il concetto di pluralità dell'Uno. Giulia Tommasi di Life Gate preparerà tre cene per 100 persone (da prenotare euro 15), per una condivisione fisica delle culture in mezzo alle opere: 5 Novembre cena Indiana. 19 Novembre cena Araba. 13 Dicembre cena Ebraica. Il 29 Ottobre alle 21.00, ci sarà una performance di Rosalba Lo Russo: "Triduo pasquale". Il 12 Novembre verrà presentato "Bike Baba", un film di Daria Menozzi, prodotto da Biancafilm. Il documentario racconta la storia di un Baba indiano motociclista, stile Easy Rider, che compie la missione di fondare templi e ashram girando l'India in moto. Il 26 Novembre ci sarà uno spettacolo di Salvino Raco con dei monaci tibetani.
Artandgallery, ideata e progettata da Gigi Rigamonti, è un ex teatro d'opera riconvertito a galleria, bar e luogo aperto di eventi. Ogni giorno dalle 16.00 alle 23.00 un drink in mezzo alle opere, agli artisti, agli amici: nel giardino o nel teatro con o senza eventi programmati.
Manuela Gandini è critico d'arte e curatore, collabora alle pagine culturali de "Il Sole 24 ore" e "La Stampa".
Nell'immagine un'opera di yoko Ono
Artandgallery, Via Arese 5, 20159 Milano, tel. 02.6071991
Inaugurazione: 22 ottobre, h. 19.00
Orario: tutti i giorni 16.00-23.00