Placentia Arte
Piacenza
via Scalabrini, 116
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Getulio Alviani, Shona Illingworth
dal 18/10/2002 al 20/11/2002
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18/10/2002

Getulio Alviani, Shona Illingworth

Placentia Arte, Piacenza

Le opere di Alviani, importante personaggio della Optical Art, sono realizzate secondo le regole della percezione visiva, intesa come la facolta' di pensare attraverso le immagini, statiche o dinamiche. ''Calling, a'gairm'' della Illingworth e' il primo lavoro completo di una serie di progetti che esplorano la comunicazione vocale a distanza, sia fisica, culturale, sociale che politica.


comunicato stampa

Sabato 19 Ottobre 2002 alle ore 18 si inaugura la mostra personale di Getulio Alviani e Shona Illingworth

GETULIO ALVIANI
IERI E OGGI

Optical Art é stato un movimento, composto da artisti europei e americani, che a partire dalla metà degli anni cinquanta cerca di fondare un nuovo linguaggio artistico utilizzando nozioni e strumenti scientifici.
Le opere di Getulio Alviani, che di questo movimento é stato un personaggio di primo piano, sono realizzate secondo le regole della percezione visiva, intesa come la facoltà di pensare attraverso le immagini, statiche o dinamiche.
Alviani utilizza elementi semplici quali forme geometriche che suggeriscono il movimento per mezzo di un gioco visivo scientificamente costruito e innumerevoli illusioni ottiche.
Il Museum of Modern Art di New York nel 1965 presenta i risultati della Optical Art in una grande mostra dal titolo The Responsive Eye . Con l'Optical Art tutti gli abituali codici percettivi vengono messi in discussione e sovvertiti al fine di dimostrare come sia possibile far muovere un piano totalmente immobile utilizzando unicamente elementi di carattere percettivo.


SHONA ILLINGWORTH
Calling - a'gairm
Video proiezione 8 minuti

Calling - a gairm è il primo di una serie di progetti che esplorano la comunicazione vocale a distanza, sia fisica, culturale, sociale che politica. Si vede l'immagine della testa di un uomo che gira su se stessa nell'oscurità. Canta e parla. Parla di una canzone suonata su un giradischi, ascoltata da un bambino di lingua gaelica che usa l'osso di un suo dito al posto della puntina. Il ragazzo non capisce la lingua della canzone, per lui è solo un suono. La impara foneticamente e la ripropone senza compronderla, includendo i suoni dei graffi sul disco. L'immagine della testa che gira e che parla corrisponde al movimento rotatorio del disco, mentre il suono ( che si costruisce sovrapponendo i diversi strati di voce dell'uomo ) si ripete, spezzettandosi e distorcendosi man mano che la canzone va avanti.

Il gaelico è una lingua oppressa, ormai in via di estinzione. La repressione di una lingua è una delle operazioni primarie quando una cultura dominante deve esprimere la sua autorità un'altra. Opprimere la lingua di un individuo ha infatti un impatto significativo sul suo senso di appartenenza, di luogo e sulla sua identità.

E' un problema che affligge molti popoli, e si manifesta sia in maniera subdola che esplicita. Il mio lavoro cerca di catturare il senso di perdita emanato da un madrelingua gaelico oggi costretto a parlare raramente la sua lingua. Attraverso un'interazione tra voce, linguaggio e silenzio, la narrazione viene continuamente interrotta, frammentata e spezzata. Mentre si costruiscono il filo narrativo, i tagli e le ripetizioni passando continuamente dall'inglese al gaelico, il lavoro cerca di evocare quello spazio stretto e isolato che c'è nel dialogo interiore tra due lingue, una sovrastante e una in via d'estinzione.

Immagine: Getulio Alviani Italian, Cromia Spettrologica No.1, 1973

La mostra prosegue fino al 20 Novembre 2002

PLACENTIA ARTE Via Scalabrini 116 Piacenza
Orario galleria 16/19 escluso festivi e lunedi

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Riccardo Giacconi
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