Now you've seen me. I due artisti, molto diversi per contesto, generazione e percorso, sono accomunati da una sensibilita' condivisa e dalla curiosita' verso il margine, inteso in senso geografico, sociale e psicologico. Zoppellaro si sofferma sui senzatetto, da sempre emarginati per eccellenza, Bad Trip sulla catastrofe psichica, personale e generazionale.
a cura di Rossella Moratto
Dal 16 dicembre gli spazi della Traffic Gallery ospiteranno la doppia personale di
Gianluca Lerici aka Professor Bad Trip e Mattia Zoppellaro. I due artisti, molto diversi
per contesto, generazione e percorso, sono accomunati da una sensibilità condivisa e
dalla curiosità verso il margine, inteso in senso geografico, sociale e psicologico.
Zoppellaro si sofferma sui senzatetto, da sempre emarginati per eccellenza, Bad Trip
sulla catastrofe psichica, personale e generazionale: due aspetti di un malessere diffuso
e strisciante, sempre in agguato. Un malessere che ci appartiene anche se compresso
e rimosso, ma virtualmente presente, come uno specchio, deformante e minaccioso.
Nella società della crisi e del precariato, del “no future” individuale e collettivo (come
cantavano i Sex Pistols già nel lontano 1977) il disagio è il male comune e condiviso che
i due artisti descrivono con uno sguardo empatico, vicini nella comune sensibilità per
l’eccesso, nella capacità di calarsi nelle contraddizioni e nelle tensioni della realtà e
nell’abilità a rappresentarle visivamente con un linguaggio diretto, che nasce dalla
strada, eletta a principale fonte di ispirazione, a contatto con le persone e le loro diverse
attitudini, facendosi emanazione di queste.
Gianluca Lerici aka Professor Bad Trip (1963- 2006) racconta la dimensione intima
del malessere, l’incubo, l’ossessione personale, il buio della mente; un corto circuito
autoreferenziale consumato in una disperata solitudine. Lo stile di Bad Trip è un
contemporaneo espressionismo, radicale, aspro, antigrazioso in cui confluiscono
influenze molteplici – dadaismo ed espressionismo tedesco, estetica punk e cyberpunk,
fumetto americano e suggestioni letterarie derivate dai romanzi di scrittori quali James
G. Ballard e William S. Burroughs – che si traducono stilisticamente in un’accumulazione
di elementi dai colori squillanti e dalle linee decise, quasi incise, che si affastellano l’uno
sull’altro rompendo il filo narrativo e disarticolando qualsiasi ricerca di senso.
Quadri e
collage – realizzati tra la prima metà degli anni novanta e i primi duemila – raccontano
l’angoscia di una generazione che si scopre senza futuro e senza appigli, travolta da
una precarietà che più che materiale è esistenziale. A di quattro anni dalla sua
scomparsa Bad Trip rimane un riferimento per la cultura underground per la sua
capacità di rappresentare l’immaginario di una generazione e per l’attualità del suo
sentire. Ha realizzato anche fumetti, illustrazioni, copertine di dischi, magliette: tra i
lavori più noti l’edizione de Il pasto nudo a fumetti, libera intepretazione dell’omonimo
romanzo di William S. Burroughs (Shake, 1992).
Si ricorda la partecipazione nel 2008 a MANIFESTA7, biennale europea d'arte
contemporanea svoltasi in Trentino Alto Adige.
Mattia Zoppellaro (1976) si avvicina a ciò che gli è estraneo e che conosce poco; non
fotografa quasi mai le persone a lui prossime – la famiglia, gli amici – ma si avventura
invece verso l’altro da sé, attratto dalle comunità e dalle aggregazioni metropolitane che
si distinguono e definiscono in peculiari stili di vita, come i metallari, i bikers, i ravers, i
tifosi, i devoti. Il dichiarato interesse antropologico nel documentare lo stile di vita di
questi gruppi non si risolve in una fotografia documentaristica, da reportage, ma in un
atteggiamento partecipe che annulla la distanza verso chi viene percepito e vissuto
come diverso. My own private USA è una selezione di cinque fotografie di medie
dimensioni presa da una serie realizzata nel 2007 a Portland, negli Stati Uniti, nella città
dove è stato girato My own Private Idaho film culto di Gus Van Sant (1991), uno degli
autori che, nella prima fase della sua carriera cinematografica, ha influenzato il lavoro
dell’artista. Paralleamente al lavoro artistico, Zoppellaro collabora regolarmente con
riviste quali Mojo e Rolling Stone (Italia) e le sue foto sono state pubblicate in numerose
rivite quali Velvet, Donna, XL di Repubblica, NME, Classic Rock, Mixmag, Colors, Tank,
Sunday Times Magazine, Word, El Pais Semanal, La Gazzetta dello Sport, Urban ...
Sua è l'ultima copertina di Rolling Stone dedicata ai Depeche Mode.
Immagine: Gianluca Lerici aka Professor Bad Trip
Inaugurazione giovedì 16 dicembre, ore 19
Traffic Gallery | Contemporary Art
Via San Tomaso 92 | 24121 Bergamo
orario: martedì – sabato 10-13 | 16-19
ingresso libero