Mostra personale di Giacomo Costa con un'istallazione sonora di Marco Parente e Marco Tagliola. A cura di Gianluca Marziani. La mostra si sviluppa attorno al ciclo Megalopoli, ovvero, una serie di conglomerati dove gli scheletri strutturali dei Cantieri si incastrano con palazzi monolitici, grattacieli, edifici rigorosi dalle trasparenze hitchcockiane.
Mostra personale di Giacomo Costa con un'istallazione sonora di Marco Parente e Marco Tagliola a cura di Gianluca Marziani
Il 25 ottobre 2002 si inaugura la nuova mostra personale di Giacomo Costa. Si
tratta di un grande progetto che, incentrandosi sul nuovissimo ciclo
'Megalopoli', conferma l’interesse di Sergio Tossi per l’apertura linguistica
delle ricerche figurative.
Dotato di rigore teorico e personalità creativa, il fiorentino Costa sta
analizzando la metropoli contemporanea con gli strumenti espressivi del
linguaggio elettronico. I cicli finora prodotti hanno indagato la
stratificazione dell’edilizia civile, l’incastro spaventoso dei modelli urbani,
la comparsa di alterazioni come i monoliti di cemento in città o l’invasione
urbanistica nei luoghi incontaminati. Fino ad ipotizzare lo sviluppo metafisico
di grandi monoliti orizzontali su un limbo indecifrabile; oppure i
claustrofobici cantieri dove gli scheletri dei palazzi in costruzione mostrano
l’artificio di un sistema in stallo. Non esiste presenza umana nel ritmo
architettonico dell’artista. Tutto è silenzio freddo, sospensione dilatata,
ipnosi dell’atmosfera tra cieli realistici, luci da skyline vertiginoso e
continui rimandi al mondo noto. L’intelligenza del progetto gioca con la
verosimiglianza delle strutture, richiama certa fantascienza e il degrado di
periferia, ragiona sul futuro che già risiede nello sviluppo presente della
metropoli. Un dialogo tra la natura architettonica del mondo attuale e
l’artificio costruttivo dell’invenzione digitale. Un vero cortocircuito tra lo
stile della metropoli e l’utopia di chi, come l’artista intuitivo, cerca
contenuti nel rendere 'astratto' il mondo attorno a noi.
Secondo il curatore Gianluca Marziani ''Costa crea un paesaggio che mimetizza la
visione creativa... ...La sua formula edifica un posto futuro che è già nei
dettagli del delirio metropolitano. Gli inserti sbucano dove ci si
aspetterebbero altre entità . Il mondo digitale registra le opzioni
dell’impensabile o del plausibile. Alla fine assorbiamo un habitat rigoroso,
calmo nella sua apparenza, regolato da un qualcosa che solo l’artista può
ridefinire.''
La mostra si sviluppa attorno al ciclo Megalopoli, ovvero, una serie di
conglomerati dove gli scheletri strutturali dei 'Cantieri' si incastrano con
palazzi monolitici, grattacieli, edifici rigorosi dalle trasparenze
hitchcockiane. Con questi lavori Costa mescola diversi percorsi in una nuova
entità metropolitana. Attraversa i cardini del suo universo con uno sguardo
sempre più filmico, proiettato su campi lunghissimi, angoli mozzafiato e ideali
soggettive dall’interno dei luoghi. Affinché siano evidenti certi passaggi e le
aperture dinamiche del progetto, l’artista ha aggiunto alcuni Cantieri e una
videoinstallazione con cui muove le sue strutture digitali.
Nel giorno dell'inaugurazione di ''Megà loPòlis'' verrà effettuata la performance
sonora ''MegaPopoli'' a cura e da un'idea di Marco Parente che a tal proposito
dice:
MEGAPOPOLI nasce come associazione lampo con MEGALOPOLIS. Coerentemente con
tutte le occasioni che ci hanno unito in passato, poche parole e più idee, con
la difficoltà , sempre presente, di concettualizzarle e renderle operative. Mi
limiterò, quindi, a ripercorrere, per come lo ricordo, l'incontro che ha
determinato l'idea di Megapopoli:
G: ciao Marco a ottobre faccio una personale a Firenze, perché non ci
inventiamo qualcosa per l'occasione?
M: certo, su cosa stai lavorando adesso?
G: guarda qui, le megalopoli questi sono gli ultimi lavori
M: cantieri, uffici vuoti, prospettive da vertigine, luce sinistra,
l'impossibile della porta accanto, ma di umanità nemmeno l'ombra, niente, il
deserto.
...e poi l'idea:
le persone che verranno alla mostra saranno gli abitanti dei tuoi luoghi, io mi
limiterò a dargli voce interpretando gli sguardi detti e non detti e
amplificando i movimenti i passi e i gesti.
E' così che io vedo le tue Megalopoli, come celebrazione dell'assenza, ma anche
come desiderio pulsante di vita che attende, come ogni luogo, il suo popolo - anzi Megapopolo.
Per maggiori informazioni sull’artista:
www.giacomocosta.com
www.marcoparente.it
Sergio Tossi Arte Contemporanea
via Pindemonte 63 50124 Firenze info: 0552286163 fax: 0552306256
Inaugurazione: 25 ottobre 2002 ore 21.30
orario: mart. - ven. 15.30 / 19.30
sab. 11.30 /13.00 - 15.00 /19.00