Una serie di quadri che si', rappresentano tazze, ma e' certamente un invito a guardare meglio. La tazza Raku fa parte dell'antica tradizione della cerimonia del te': con molta modestia Nutini la prende e si accontenta di guardarla.
"TAZZE?"
Presentazione di Gianni Caverni
Quanto c'è da osservare in un ramo che sta per fiorire o in un giardino cosparso di fiori caduti e appassiti ... Alessandro Nutini si è scoperto un po' orientale riflettendo sulle parole e sui versi di Yoshida Kenkô (1283-1350) tratte dalla raccolta di poesie e saggi "Ore d'ozio".
Certamente egli ha anche altre occasioni e motivi per "sentirsi giapponese": sua moglie, che giapponese lo è davvero, la loro figlia, i frequenti viaggi che ovviamente lo hanno portato là , le importanti mostre che là ha tenuto.
Dipinge da sempre e scolpisce anche il legno ma c'è una parte del suo lavoro che meglio esprime questo suo essersi scoperto orientale ed è quella raccolta in questa mostra il cui titolo è "Tazze?": una serie di quadri che sì, rappresentano tazze, ma è certamente un invito a guardare meglio.
La tazza Raku fa parte dell'antica tradizione della cerimonia del tè: con molta modestia Nutini la prende e si accontenta di guardarla. Ma uno sguardo ripetuto trova sempre nuovi appigli per l'attenzione ed ogni quadro lo testimonia col colore, la forma, la ruvidità della materia, la complessità e la semplicità , la scomposizione degli elementi, il silenzio.
Nei lavori di Alessandro ma soprattutto nel mondo che evoca c'è una naturalità del progredire che ricorda le parole scritte a settantacinque anni da Hosukai, oggi Gakjo Rojin, un vecchio che ha la mania del disegno. Già all'età di sei anni avevo la mania di disegnare la forma delle cose. A cinquant'anni avevo ormai pubblicato un'infinità di disegni, ma tutto ciò che ho prodotto prima dei settant'anni non vale la pena di essere preso in considerazione. A settantatrè anni ho imparato qualcosa sull'autentica struttura della natura, degli animali, delle piante, degli uccelli, dei pesci e degli insetti. Perciò, quando avrò ottant'anni avrò fatto altri progressi; a novant'anni penetrerò il mistero delle cose; a cento avrò raggiunto uno stadio meraviglioso; e quando avrò centodieci anni, tutto ciò che farò, che sia solo un puntino o una linea, sarà vivo".
Inaugurazione venerdì 25 ottobre - ore 18
FYR arte contemporanea
Borgo degli Albizi 23 - Firenze