Centro Turistico Giovanile Kennedy
Frammenti di colore. Nelle opere esposte in mostra si ripetono tre temi, che a volte si mescolano tra di loro: paesaggi evanescenti ed evocativi, figure fugaci e nature morte.
"...l'uomo deve ricrearsi nell'attività del suo spirito per creare il valore individuale, per giungere alla ragione di
sé stesso..."
Nell'esercizio dell'arte, della pittura in particolare, ognuno mette in gioco tutte le sue proprie capacità
spirituali, tutti i suoi sentimenti di partecipazione e di sofferenza nei confronti della realtà in cui si trova a vivere.
Flavio Canton è in continua ricerca di senso e di valore. Senso e valore da attribuire alle realtà vissute e
quindi anche a sé stesso.
Nei suoi quadri si coglie l'anelito di conoscenza insito nell'atteggiamento vigile e curioso del suo animo e del
suo intelletto. Da autodidatta ha sempre cercato di cogliere suggerimenti tecnici e stilistici da maestri di sicura
fama e di esemplare capacità.
In questa raccolta di opere ci sono tre temi che si ripetono e a volte si mescolano. Paesaggi evanescenti ed
evocativi, quasi sognati, i quali, a volte, sono tuttavia assolutamente riconoscibili e contestualizzati, sempre
caratterizzati da una luce ed un'atmosfera chiaramente identificabili. E poi figure fugaci, appena accennate,
che si abbinano a ritratti somigliantissimi e profondamente densi dei tratti caratteriali del soggetto. E poi,
ancora, nature morte di evidente stile impressionista, ove l'attimo fuggente di una visione è colto con la
freschezza ed il profumo stesso del cesto di frutta appena colta e "sbadatamente" appoggiato su un telo, su
un tavolo.
La pittura di Flavio Canton spazia fra tutti i temi "classici" del genere figurativo: PAESAGGIO, CORPO UMANO,
NATURA MORTA sono, infatti, i soggetti privilegiati di un'arte pittorica che si dipana nei secoli secondo vari stili e
varie tecniche: gli stessi soggetti che Flavio Canton analizza con la passione che gli deriva da un autentico e
genuino interesse per la pittura stessa.
Lo stile del nostro artista è "figurativo-impressionista", con tendenze di tipo "astratto-espressionista"; mentre
le tecniche da lui predilette sono quelle che meglio si addicono alla scelta del genere, e cioè la tempera e
l'olio.
L'effetto coloristico finale delle opere è perfettamente in linea con la sensazione e l'ispirazione che hanno
mosso il nostro Flavio Canton a scegliere "quel" soggetto piuttosto che un'altro. Nei paesaggi la luce è tutta
intrinseca al colore. Nei toni modulati si racchiude la luce che dà forma compositiva e prospettica all'insieme. I
tratti precisi dei volti, a confronto dei contorni sfumati ed incompleti delle figure intere, danno la precisa
percezione del carattere dei personaggi e, contemporaneamente, danno maggiore risalto agli elementi della
composizione, lasciando al contesto il ruolo di sfondo e di supporto emozionale. Le tele con le case, con i
balconi nitidamente dipinti, o con i giardini ricchi di ombre accentuate, o, ancora, con le nature morte con gli
oggetti così semplicemente messi in primo piano...risentono di un forte influsso cézanniano.
La differenziazione fra i piani prospettici e gli elementi della composizione, attuata attraverso il sapiente uso
del colore, è certo di derivazione impressionista/pre-cubista. La pennellata sciolta e sicura,
quasi completamente libera dagli schemi accademici e formali, è di certa derivazione
espressionista/astrattista...Ma il risultato complessivo è di controllata armonia e vividezza.
Le tele di Flavio Canton si caratterizzano e per capacità coloristica (immediatamente apprezzabile da
chiunque si avvicini alle sue opere anche per la prima volta), e per capacità compositiva (esse si strutturano
fortemente per distinguere con precisione gli elementi portanti).
La luce è tutta dentro il colore, preparato e impastato sulla tavolozza; la presenza di colori freddi nulla toglie
alla solare atmosfera che si coglie nelle rappresentazioni; la rarefazione dei contorni lascia presagire una
perfezione irraggiungibile...La cornice sembra lasciar sfuggire un brano di quadro, quasi a suggerire che Flavio,
un'altra volta, forse, vorrà aggiungere qualcosa.
12 febbraio 2011
Maria Teresa Aliprandi
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Oggetto: Antico e uovo,vissuto e futuribile, predefinito e disincantato, impressionismo
Antico e nuovo,vissuto e futuribile, predefinito e disincantato,impressionismo e
astrattismo:è questo il percorso artistico culturale che il pittore Flavio Canton ha
“consumato” sia pur nel breve tempo degli ultimi tre lustri. E per un’artista che si
definisce “tutto tondo” un autodidatta non è assolutamente un traguardo di poco
conto. Potrebbe ma solo potrebbe- sembrare un’ osmosi troppo affrettata se non si
conoscessero le solide basi che hanno indirizzato l’artista a iniziare un’esperienza di
vita che non potrà mai essere ridotta a una semplice “folgorazione” del bello e del
piacevole. Flavio Canton, infatti, sin dalle prime esperienze ha abbinato “alla prova” la
volontà di aprire. E lo ha fatto “esaminando”quasi al microscopio quanto avevano fatto
in passato artisti di provata fama. Una sorta la sua di introversa rincorsa al perché
delle cose e soprattutto alle cause che le avevano prodotte. Bisogna riconoscere che il
“viaggio “ di Canton non è stato e non lo è tuttora visto che è sempre alla ricerca di
nuove sensazioni e di nuove esperienze dei più facili e lineari. Ma è indubbio che in
poco tempo è riuscito a raggiungere risultati di sicuro interesse. Sia poter chi si
avvicina alle sue opere per la prima volta sia per chi lo ha “accompagnato”nella sua
analisi concettuale di forme e colori, di messaggi e di emozioni. Canton,dunque, è un
pittore poliedrico che passa tranquillamente dalla certosina analisi dello acquerello
all’istantanea scissione dell’olio o acrilico o pastello; che trasborda le sensazioni di un“
falso d’autore” a un incantevole e assolato paesaggio a un informale astrattismo di
antica sequenza friulana. Nel suo “ventaglio” di indubbie capacità artistiche Flavio
Canton , grazie anche a un’immediatezza emotiva, riesce ad annullare la successione
tecnica della composizione del quadro, ovvero il distacco tra la causa ( il fatto
descritto ) e l’effetto ( il sentimento che suscita) tanto che riesce ad affievolire ma
soprattutto ad amalgamare il momento dell’ideazione(il disegno) e quello
dell’esecuzione (dipinto ). Intende così abbandonare al tempo non solo l’immagine
della sua ultima creatura ( unico messaggio universale della pittura ) ma anche
coinvolgere il visitatore nell’indelebile sintesi di ricerca che resta il suo traguardo di
uomo “ di cultura”. Diventano in questa dimensione tra spazio le ideale alleati fidati i
suoi colori che , molte volte, sono un’esplosione di luce e,conseguentemente
’incarnazione serena della sua stessa esistenza. Per arrivare a tanta forza visiva ed
emotiva i colori di Canton non possono essere “ codificati” come semplice materia
distesa o deposta sulla tela, diventano e soprattutto lo sono energia di rottura e quindi
di maniera; diventando essenza di spazi intellettuali ma non telai circoscritti di
plastiche resistenze. Si intuisce , dunque, che l’artista sente sempre e comunque la
necessità di “muoversi “ e di operare in questo mondo partendo da un’ispirazione
suscitata dalla cultura o dal pensiero del passato mettendo, però, a profitto l’esperienza
acquisita per nuove avventure che incantano e disincantano. Come dire che l’arte non
ha “tempo” e che Flavio Canton ne ha segnato il “suo “lungo e invisibile filo che non
divide le epoche ma le esalta nel comune piacere estetico.
Mario Coccolo
Inaugurazione: Sabato 12 Febbraio 2011, ore 17.30
Galleria Civica W. Meyer
via Roma - Prata di Pordenone (PN)
Orario: Martedì,Giovedì,Sabato 17.00 - 19.00
Domenica 9.30 - 12.00 / 15.30 - 19.30