Sculptures, reliefs et dessins. Attratto dalla materia, nelle sue forme e composizioni piu' svariate, e votato ad addomesticarne il carattere piu' selvatico e primordiale, Nunzio ha nel corso della sua ricerca, costantemente inseguito e, con espedienti diversi, puntualmente raggiunto, l'equilibrio ideale tra la creazione artificiosa della forma, il processo di metamorfosi dei materiali organici, l'ordine proporzionale dell'arte.
Il fare artistico di Nunzio è contraddistinto da un’entità di rapporto complessa messa in
atto, fin dagli esordi, tra la forma e la dimensione spaziale, sia nel caso di elementi
plastici autoportanti, che di superfici bidimensionali, che di unità aggettanti connesse ad
un fondale cromatico. E’ indubbio che questa sua attitudine, e capacità, a dialogare con
lo spazio provenga da una connaturata dimestichezza ad affrontare, risolvendole, le
problematiche proprie del segno: volerlo strappare alla realtà per ricollocarlo secondo
nuovo ordine all’interno dello spazio dell’arte, significa essere in grado di appropriarsi
della sua metrica e di agire con determinatezza organizzativa sul piano compositivo.
Vuol dire, in sostanza, saper pensare un disegno, non soltanto in termini di progetto, ma
di studio, sulla compatibilità di volumi, materiali, misure, proporzioni, valori cromatici e
luministici, nel rispetto dei parametri delle singole forme.
Attratto dalla materia, nelle sue forme e composizioni più svariate, e votato ad
addomesticarne il carattere più selvatico e primordiale, Nunzio ha nel corso della sua
ricerca, costantemente inseguito e, con espedienti diversi, puntualmente raggiunto,
l’equilibrio ideale tra la creazione artificiosa della forma, il processo di metamorfosi dei
materiali organici, l’ordine proporzionale dell’arte.
Innescando, con la meticolosità di un chimico, un rituale di “raffinazione” delle materie,
dapprima assecondandone il corso congenito della naturale modificazione (la
stagionatura nel legno o l’ingrigimento nel piombo dopo il taglio), poi provocandone e
accelerandone la trasmutazione attraverso il gesto artistico, infine, intervenendo a
bloccare nella sintesi dell’opera il momento più euritmico di questa transizione.
Nell’iter che conduce alla realizzazione dei combusti, ad esempio, il legno è portato ad
un estremo stato consequenziale da un simbolico atto di purificazione: sottoposta
all’azione del fuoco, che ne interrompe il processo di crescita e trasformazione, l’essenza
subisce una cristallizzazione in forma di fossile nero (un nero più nero del nero)
raggiungendo uno status quo non più modificabile. La materia resuscita così a nuova vita,
caricandosi di nuova energia e rivelandosi sotto mutate spoglie.
Stessa sorte rigeneratrice spetta agli elementi malleabili, come il piombo, il cui potenziale
di duttilità viene sfruttato all’estremo, nell’azzardo di impaginazioni geometriche
bidimensionali complesse e rigorose, in grado di trattenere, sotto forma di tracce
impresse al negativo, le orme parziali di corpi volumetrici e la memoria di porzioni
tridimensionali.
La forzatura con cui Nunzio costringe il piombo ad interpretare tanto l’elasticità di una
curva, quanto la durezza degli argini del disegno, va di pari passo con la sfida volta a
tramutare l’opacità sorda e piatta del grigio, nelle tonalità vibranti della luce e in quelle
evolutive del chiaroscuro. E, in generale, coincide con l’attitudine della sua ricerca ad
individuare il paradigma ideale di convivenza tra pittura e scultura.
Emanuela Nobile Mino
Opening 17 February 2011, 18h - 20h
Galerie Alice Pauli
9, Rue du Port-Franc, CH - 1003 Lausanne
Orari:
Martedì - Venerdì 9h00 - 12h30 e 14h00 - 18h30
Sabato 9h00 - 12h30 e 14h00 - 17h30