Ufficio Stampa Fondazione Musei Civici di Venezia
Il Museo riapre proponendo tre mostre: al piano terra 'L'Automa', un inedito racconto visivo ambientato a Venezia durante la Seconda Guerra Mondiale, realizzato dal fotografo Paolo Ventura. Al piano nobile: 'Roberta di Camerino. La Rivoluzione del colore', un suggestivo allestimento che gioca tra i rimandi dei colori degli abiti, quelli dei dipinti esposti e con 60 borse, ombrelli e foulards. Al secondo piano 'Circuito Genetico. RSBP', una serie di sculture di Michelangelo Penso incentrate sull'osservazione dell'universo scientifico, ricerca che caratterizza il suo lavoro piu' recente.
Il Museo riapre per la primavera proponendo contestualmente esperienze diverse, ma
sempre in linea con la propria peculiare connotazione di spazio espositivo, Museo e
Laboratorio, secondo una formula avviata ormai con successo, in cui opere di artisti
differenti, per provenienza ed esperienza, si confrontano con il genius loci di Mariano.
Piano terra:
L’AUTOMA, un inedito percorso-racconto visivo ambientato a Venezia durante la Seconda
Guerra Mondiale, realizzato dal fotografo Paolo Ventura (Milano, 1968), che vive e lavora a
New York.
La città e le sue componenti vengono descritte ed interpretate attraverso una ventina di
fotografie (100x120 cm) e un modellino (diorama, di 300x200 cm) - insieme a una selezione
di disegni ed acquerelli di studio dei personaggi e delle ambientazioni - che appaiono come
una realtà al contempo veritiera ed illusoria, se non sostanzialmente onirica.
Attraverso due distinti processi creativi (la realizzazione iperrealistica dei diorami, che
diventano un vero e proprio “set” e l’elaborazione dello “scatto”) Ventura offre allo sguardo
una sorta di artificiosa e ben confezionata “bugia” che, con dovizia di dettagli, risulta tanto
verosimile quanto lo sono gli elementi narrativi dal sapore tragico e desolante della guerra,
frutto di memorie familiari tramandate durante l’infanzia.
Si tratta di una chiave sicuramente inusuale e poetica per raccontare una storia, in bilico tra
sogno e realtà, tra cinema e scenografia, tra fotografia e memoria.
La vicenda si sviluppa nel 1943, sotto l’occupazione tedesca.
Venezia è una città vuota e avvolta permanentemente da una sottile nebbia surreale che ne
appiattisce i volumi e la tramuta in una sorta di quinta teatrale. Qui, un vecchio ebreo, ormai
solo, appassionato di libri e “automi”, decide di costruirne uno, programmandone i
meccanismi affinché in occasione di pranzi e cene saluti il suo anziano commensale con un
fragoroso “brindisi”.
Quando, nel dicembre dello stesso anno, inizia il rastrellamento del Ghetto ed il conseguente
arresto, finalizzato alla deportazione dei pochi ebrei rimasti, l’uomo si trova a casa mentre
sente arrivare la polizia a perquisire la sua abitazione. È quasi ora di cena e nonostante sia
nascosto con il suo “automa”, sente iniziare ad attivarsi lentamente quegli ingranaggi che
inevitabilmente avrebbero portato al quotidiano saluto e di conseguenza al suo arresto.
Ma quando tutto sembra perduto, improvvisamente l’arto meccanico si blocca, rimanendo in
silenzio, mentre la polizia abbandona l’abitazione...il vecchio è salvo, ma quel giorno
saranno 200 gli ebrei arrestati e deportati, la maggior parte dei quali non farà più ritorno.
Parte delle opere in mostra si sposteranno in giugno al “Museum of art and design” di New
York.
Piano nobile:
ROBERTA DI CAMERINO, LA RIVOLUZIONE DEL COLORE
Ovvero il “total look” fatto di abiti, ma soprattutto di accessori, attraverso i quali la grande
stilista veneziana Giuliana Coen (1920), sposata Camerino, ma in arte Roberta (in ricordo
della canzone del film “Smoke get in your eyes”, che le aveva suscitato grandi emozioni) si è
distinta per avere operato, negli anni ’50, una vera e propria rivoluzione: la celebre
“rivoluzione del colore”.
Attraverso alcune geniali invenzioni - soprattutto l’utilizzo di velluti e di accostamenti
cromatici del tutto insoliti per le borse femminili, ma anche di forme stravaganti e divertenti,
come il bauletto “Bagonghi” (tanto amato dalla principessa Grace di Monaco), lo “stile
Roberta” portò una ventata di novità e di freschezza nel mondo della moda, e negli anni ‘60
iniziò a interessare anche altri accessori dell’abbigliamento femminile, foulards, ombrelli,
valigie, per trovare infine un altro campo di sperimentazione nell’abito da giorno e da sera,
per il quale Giuliana inventò il “trompe-l’oeil”, in cui i revers, i bottoni, le pieghe, le cinture
non sono reali ma semplicemente stampate sul jersey.
La mostra giunge al Museo Fortuny dopo il grande successo ottenuto al Museo Revoltella di
Trieste (dall’8 ottobre al 12 dicembre 2010) e presenta - attraverso un suggestivo
allestimento che gioca tra i rimandi dei colori degli abiti e quelli dei dipinti esposti, in una
perfetta armonia d’intenti tra il suo “mondo” e quello di Mariano - sessanta borse, datate dai
primi anni Cinquanta agli anni Settanta, una ventina di abiti e altrettanti ombrelli e foulards.
Alla realizzazione della mostra hanno contribuito la Maison Roberta di Camerino, il Gruppo
Sixty e la Provincia di Venezia.
Secondo piano:
CIRCUITO GENETICO. RSBP
è il titolo della mostra dell’artista veneziano Michelangelo Penso (1964): una serie di opere
realizzate tra il 2009 e il 2011 sviluppano la ricerca, basata sull’osservazione dell’universo
scientifico, che caratterizza il suo lavoro più recente.
L’osservazione e l’analisi delle immagini dei microrganismi conducono alla realizzazione di
sculture che hanno il titolo e la struttura di formule matematiche complesse. La distanza e la
dicotomia tra l’immagine e la realtà è “colmata” grazie alla scienza, che viene utilizzata come
vettore per la messa in scena dell’invisibile: l’opera supera così le frontiere tra Arte e
Scienza e si congiunge al mito ed alla dimensione spirituale.
Cuore dell’esposizione è l’installazione site-specific, Black genetic structures, ispirata ai
circuiti genetici e realizzata con gomma antiolio. Altre opere realizzate con cinghie colorate
in poliestere dalle forme più svariate completano il percorso espositivo.
In parallelo al Registry of Standard Biological Parts del MIT in Massachusetts, in cui trovano
posto molteplici pezzi del nostro DNA, Palazzo Fortuny diviene attraverso Circuito genetico.
RSBP un contenitore di varie parti e memorie biologiche.
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Ufficio Stampa Fondazione Musei Civici di Venezia
press@fmcvenezia.it
Immagine: Michelangelo Penso
Vernice stampa: venerdì 4 marzo, dalle 10 alle 12
Palazzo Fortuny
S. Marco, 3958 (San Beneto) Venezia
ORARI: tutti i giorni 10/18 (biglietteria 10/17); chiuso martedì e 1 maggio
BIGLIETTI PER L’INTERO PALAZZO
Intero: 9,00 euro, Ridotto 6,00 euro
residenti e nati nel Comune di Venezia, under 25, over 65, membri I.C.O.M.
acquirenti del biglietto per I Musei di Piazza San Marco, Museum pass Musei Civici Veneziani
Gratuito: bambini 0/5 anni; portatori di handicap con accompagnatore; guide autorizzate; interpreti turistici* che accompagnino gruppi. Per i gruppi: 1 gratuità ogni 15 biglietti previa prenotazione