Orizzonti di colore. Una cinquantina di opere dell'artista e psicoanalista tedesca: "ampie superfici colorate, definendosi come rapporti e contrasti di luci diverse, mettono in moto la fantasia dello spettatore".
a cura di Christiane Wiesler e Elmar Wagner
Dal 19 marzo al 9 aprile 2011, a Spaziottagoni, a Trastevere, si terrà la mostra personale di Lore Schacht, dal titolo “Orizzonti di colore”. Saranno esposte una cinquantina di opere.
Lore Schacht è nata nel 1935 a Krefeld in Germania, e vive a Emmendingen, vicino Friburgo.
Si è laureata in medicina nel 1962 e dal 1969 è psicoanalista. Fa parte della Società Tedesca di Psicoanalisi (IPA).
Si interessa di pittura dal 1970 e negli ultimi anni questa attività si è rivelata sempre più importante. Ha esposto in personali in Germania a Fribourg (2005), a Stuttgart (2007), ad Heidelberg (2009), a Bonn (2010) e nuovamente a Fribourg (2010).
Le mostre di Lore Schacht sono curate da Christiane Wiesler e Elmar Wagner.
“Dei dipinti di Lore Schacht non è facile parlare, è come se volessimo dire qualcosa dell’inconscio. Ti affascina e non sai spiegare perché. Sembra che questa illustre psicoanalista - nella sua opera pittorica, raggiunta sorprendentemente quasi al termine di una feconda carriera ricca di meritati riconoscimenti – spinta da una grande pressione interiore, sia stata trascinata a rappresentarla attraverso la creatività delle libere associazioni dei colori e dei suoni, che riescono a mettere insieme emozioni contraddittorie.
Lore Schacht è nata a Krefeld in Germania e vive a Emmendingen, un piccolo e fatato paese della Foresta Nera vicino a Friburgo. Ma è in Francia, di cui conosce perfettamente la lingua, che trascorre le sue vacanze e particolarmente in Bretagna, luogo amato, dove la vediamo ritratta mentre osserva la luce del paesaggio. In Belgio la pittrice vede per la prima volta una mostra delle opere di Nicolas de Staёl, nel quale riconosce un mondo parallelo, “una logica della vibrazione che ci restituisce la vertigine del visibile”.
In seguito, Lore Schacht inizia a produrre quadri in modo sistematico poco prima dei settanta anni, poiché in precedenza il lavoro analitico e la scrittura scientifica la occupavano quasi completamente. Assistiamo quindi ad un fervore della nascita creativa che sorprende l’artista stessa e che giunge alla profonda volontà di ricominciare dalle origini della natura e della cultura in una sorta di deflagrante ontogenesi primordiale (La spiaggia, In estate, Apocalisse 2). Lore Schacht sembra accettare il gioco bilanciato e il clima compromissorio tra rigore formale ed emozione che si possono ricondurre alla formula astrattismo-ricostruzione (Adagio). Intensa la pasta pittorica, una pasta calda, vitale, di grande suggestione (La grande porta, Il bambino).
Le ampie superfici colorate, definendosi come rapporti e contrasti di luci diverse, mettono in moto la fantasia dello spettatore portandolo a intuire allusioni di oggetti, preziosismi di ombre, risalti di sporgenze luminose.
L’artista, infatti, è cosciente che quello che importa non è tanto la struttura fatta di superfici che si intrecciano tra loro, ma la suggestione di una luce che inonda il quadro, trascinando la fantasia in uno spazio che va oltre il diaframma della superficie colorata.”
Pia De Silvestris, psicoterapeuta della Sipsia (Società Italiana di Psicoterapia Psicoanalitica dell'Infanzia, dell'Adolescenza e della Coppia) e dell'Istituto Winnicott, direttore della rivista Psicoterapia psicoanalitica.
Immagine: La grande porta, olio su tela, 80x100
Ufficio stampa
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Inaugurazione sabato 19 marzo 2011, ore 18
Spaziottagoni
Via Goffredo Mameli, 9 - Roma (Trastevere)
Orari: dal lunedì al sabato, dalle 16,30 alle 20
Ingresso libero