Il Centro d'Arte L'Idioma ospita due mostre personali in contemporanea di Giuseppina Riggi e Calogero Barba, due artisti siciliani che da anni vivono in tandem l'esperienza dell'arte e della vita quotidiana.
CALOGERO BARBA - GIUSEPPINA RIGGI
ASCOLI PICENO - Il Centro d'Arte L'Idioma, di via delle Torri, 21, ospita
due mostre personali in contemporanea di Giuseppina Riggi e Calogero Barba,
due artisti siciliani che da anni vivono in tandem l'esperienza dell'arte e
della vita quotidiana, Calogero Barba è un viaggiatore che ritorna a
considerare gli oggetti lontani dalla sua esperienza, lontani perché
appartengono a un passato che non gli è più tanto prossimo, viaggiatore
perché i suoi viaggi di ritorno gli permettono di scoprire ed usare oggetti
che gli sono vicini in quanto fanno parte della storia della sua cultura, la
cultura dell'agro contadino dell'interno della Sicilia; ma questo suo
tornare ad osservarli, gli permette di esperire nuovi linguaggi nuovi punti
di vista, nuove situazioni storiche dell'oggetto scardinandone la posizione
culturale originaria rompendo la pertinenza dell' oggetto offrendolo alla
osservazione di altri punti di vista, mutando, come nel canto delle mille
foglie, la propria relazione con le cose costruendo con esse nuove immagini
di visione. Muta cosi il rapporto che l'oggetto ha con l'uomo.
Un uomo faber ha progettato e costruito l'oggetto legittimandolo da un punto
di vista che determina la sua funzione; un uomo artista Adesso rompe la sua
pertinenza, muta il suo punto di vista, per cui si trasforma il suo essere
oggetto storico e si pone come ''materia'' per divenire oggetto di nuove
storicizzazioni, di nuove elaborazioni di punti di vista, per le
provocazioni di un viaggio senza funzioni che è quello operato attraverso le
vie dell'arte Calogero Barba si spinge anche oltre. Affascinato dalla
situazione culturale che ha prodotto gli oggetti che cita, sceglie anche la
loro mitologia, il loro essere parte di una sacralità del vivere che
percorre antiche memorie, antiche fabbrilità , antiche ritualità . Giuseppina
Riggi cerca i cammini esplorabili, rendendo visibili le tracce di un
viaggiarvi denÂtro e di un osservano dall'alto anche.Il corpo perciò diviene
l'incarnazione del segno che si fa gesto, che si fa parola, forse essenza
riconoscibile - per il suo essere oggetto di peso e misura - esso stesso
luogo della parola, che proprio in esso si fa canto e voce, lasciando
scavare dentro di sé il cammino, i transiti di un procedere oltre l'origine
o verso l'origine. Ciò che è dentro dunque, si fa espressione del suo fuori;
ed è nel suo fuori che si fanno respiro i segni dell'esistere, del
conoscersi, del trovarsi Ed è per necessità allora che il tempo disegna
attorno al corpo un prima e un poi, un prinÂcipio e una fine del passare dei
flussi di respiri che lo fanno parola; ed è per questo che, al di là delle
dimensioni tangiÂbili e misurabili, lo spazio si fa effimero riferirsi ad
una unità di movimenti che è la chiave dell'universo di segni che lo
animano. Ecco allora la spirale che conduce lo sguardo al segno che la
genera o che centripeta verso l'infinito varcando gli orizÂzonti misurabili,
che sono gli orizzonti del corpo che si fa segno e parola per andare oltre
se stesso, oltre le geometrie che lo definiscono. Ed è per questo che il
corpo non può fare a meno di farsi spazio, come di perdere la sua
consistenza fisica per essere, a sua volta, attraversato dallo spazio. Ed è
in questo gioco di con/penetrazioni che Giuseppina Riggi mette a fuoco il
punto di osservazione e disegna i cammini dell'occhio che sposano lo spazio
e il corpo, come dire il corpo e il suo oltre, la materia e il suo respiro,
e si inoltra nella dimensione che scandisce il tempo in continui giochi
sottili di attrazione, di seduzione e di distacco: un ambiguo stato di eros
che combina e separa, che si ricompone nella forma che si fa - nella
combinazione dei segni -voce e parola. Giuseppina Riggi innesca così
processi spiraliformi per penetrare nel corpo e per andare al di là delle
geometrie della sua fisicità , non per praticare un esercizio della fuga. ma
per comprendere il suo essere nel tempo, nelle sua spirale, e per ricondurre
allo spazio e alle cose il segno delle parole.
Orario apertura: dalle 18.00 alle 20.00
Inaugurazione Sabato 9 NOVEMBRE 2002 ore 18,00
Foto dell'opera di Giuseppina Riggi ''Scritture di Sensi''
L'IDIOMA CENTRO D'ARTE
Via delle Torri , 21
Tel. 0736 254740
63100 ASCOLI PICENO