Un solista del Novecento. Abile disegnatore, scultore, frescante e colorista, ma soprattutto paesaggista, in mostra Politi presenta una serie di opere pittoriche neoromantiche.
Artista di lungo corso e di consumata esperienza, Politi ha attraversato, estraneo alle tante mode, la storia della pittura del secolo trascorso. Abile disegnatore, scultore, frescante di provata capacità e colorista di talento, ma soprattutto felice lettore di paesaggi, nature morte, figure e soggetti captati con una sensibilità non comune, ha lasciato una produzione ricca e varia, nella quale non è raro individuare opere del migliore magistero artistico. Molto attento a non cadere nella ripetizione di moduli formali e contenutistici non contemplati dalla sua concezione estetica, abituato alla pittura d’affresco, il Maestro ha quasi sempre concepito il quadro non nei limiti della casualità compositiva, ma con un respiro più largo, proprio di chi ha un senso della composizione in grande (vedansi in mostra, Gli Aquiloni, Lesegno visto da Marsaglia, Nelle Langhe e Le Torri palatine di Torino) Questo modo di operare ha fatto sì che si modificassero la primitiva schiettezza e vivacità impressionistica a lui naturale mutuando uno stile simile, talvolta, a quello dei pittori chiaristi. Ed ha fatto sì, inoltre, che l'autore giungesse alla conquista di una scioltezza di tratto di ispirazione post-impressionista ed a cromie libere, lavorando ad una pittura dai colori chiari e dal segno calibrato ed intriso di luce, superando il chiaroscuro di Novecento. E' stata, la sua, un'arte neoromantica che è subentrata alla precedente neo-classica per rinnovare la proposizione del paesaggio e delle composizioni e per rendere il ritratto immediato ed avulso da forzature simboliche.
Il tutto proposto in una spontaneità di composizione soltanto apparentemente schematica, ma certamente aggiornata dalla lezione delle Avanguardie. Così le direttrici principali della pittura di Politi sono sfociate nelle diffuse luminosità dei toni cromatici ricorrenti, per la definizione volumetrica, non al chiaroscuro ma al tono su tono, nella forma costruita dalla luce e dal colore, nella calibratura del disegno e del segno, nella modernità della composizione apparentemente semplice, privata della profondità prospettica e privilegiante una soluzione di superficie. Direttrici tutte chiaramente rintracciabili nell'impressionismo e nella Scuola degli Italiani di Parigi, ma anche nella grande pittura peninsulare del '300 e '400, nel primitivismo di Rousseau e nell'opera di alcuni artisti nostrani quali Rosai, Martini e Birolli. Influssi: ma rivisitati da Politi con grande personalità, sensibilità ed abilità. Giorgio Barberis
BIOGRAFIA ESSENZIALE Ermanno Politi (Velletri 1910 – Torino 1993) si trasferisce con la famiglia, all'età di tre anni, a Torino e, nel 1929, si iscrive all' Accademia Albertina, iniziando i corsi di pittura di Cesare Ferro, eccellente Maestro anche di disegno, incisione e di affresco. Artista poliedrico, Politi non indaga soltanto la pittura, ma mostra vivo interesse anche per la scultura e nel 1954, in occasione del Concorso Fontana, Roberto Terracini gli affida l'incarico per l'esecuzione di cinque pannelli in mosaico e ceramica. Altra importante produzione è costituita dai bozzetti e disegni per cartelloni pubblicitari, si ricordano i manifesti per le Società Ippiche piemontesi, come quelli realizzati per le corse di cavalli di Vinovo. A partire dagli anni Trenta Politi inizia ad accostarsi ad un'altra tecnica artistica: l'affresco, che assumerà importanza tale da costituire vero e proprio carattere identificativo della sua arte in quanto per quasi sessanta anni si dedicherà alla pittura murale, lavorando soprattutto in Piemonte e Val d'Aosta. I soggetti sono sia laici sia religiosi e le tecniche adottate spaziano dalla pittura a fresco, all'acrilico, al mosaico, all'encausto.
Inaugurazione sabato 2 aprile ore 17
Galleria San Pietro
via Garibaldi, 47 - Savigliano (CN)
Orari: da lunedì a domenica 10/12,30 - 15/19
Ingresso libero