Artra
Genova
Piazza Matteotti 28 (Palazzo Ducale)
010 5955822

Meshac Gaba
dal 15/11/2002 al 30/1/2003
010 5955822

Segnalato da

Artra



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Meshac Gaba
Marco Scotini



 
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15/11/2002

Meshac Gaba

Artra, Genova

Presso le due sedi, milanese e genovese, della Galleria Artra Meschac Gaba ha deciso di installare una versione completamente rinnovata di Museum ShopFor Sale e del Salon For Sale. Fa da denominatore alle due esposizioni il tema del denaro attraverso la funzione commerciale nel primo caso e attraverso frammenti circolari di banconote africane che ricoprono vari oggetti domestici, nell'altro.


comunicato stampa

A cura di Marco Scotini

12 novembre 2002 - 15 gennaio 2003

Con due importanti mostre, rispettivamente nelle sue sedi di Milano e di Genova, la Galleria Artra inaugura martedì 12 novembre la prima personale italiana dedicata all'artista africano Meschac Gaba, noto internazionalmente per aver partecipato all'ultima edizione di Documenta e per aver esposto in musei come il Palais de Tokyo di Parigi, il Witte de With di Rotterdam, lo S.M.A.K. di Gent, lo Stedelijk di Amsterdam, il Fine Arts Museum di Taipei, la Voncouver Art Gallery.

Originario del Benin (Cotonou 1961) e dal '95 residente ad Amsterdam, dove attualmente vive e lavora, la figura di Meschac Gaba si è imposta all'attenzione della critica e del pubblico per una sola, unica e grande opera: un progetto ambizioso, frammentato e complesso, articolato nel tempo e concepito - attraverso diverse strategie espositive - per stadi successivi di intervento.

Se Marcel Broodthaers portava a conclusione nel 1975 il suo Musée d'Art Moderne, nel 1997 veniva inaugurata presso la Rijksakademie di Amsterdam la prima sezione (Salle Esquisse o Draft Room) del Museum of Contemporary African Art da parte di Meschac Gaba, nelle vesti di fantomatico direttore istituzionale ed autore in via d'affermazione. Altre sezioni avrebbero poi fatto seguito, in tempi diversi e in numerosi musei e gallerie europee: Museum Architecture, Game Room, Wedding Room, Museum Shop, Museum Restaurant, Summer Collection, Music Room, Museum Library.

Un museo processuale ed evolutivo che nell'arco di sei anni avrebbe costretto il suo autore a mutare continuamente ruolo e funzione, proponendo la figura dell'artista - di volta in volta - come imprenditore, collezionista, maestro di cerimonie, cuoco, fashion designer e musicista sopra una piattaforma nomade, uno spazio virtuale e reale allo stesso tempo, che variando locazione avrebbe cambiato funzione e identità o pur riproponendo invariata una stessa sezione, l'avrebbe presentata sempre alterata: mai - in sostanza - la stessa. Un museo senza pareti, intermittente e flessibile, in grado di migrare da un luogo ad un altro: tanto un modello utopistico quanto un progetto di critica radicale alla cultura occidentale.

Se l'opera di Meshac Gaba, a partire dal 1997, riguarda il progetto di un museo d'Arte Africana Contemporanea, è perché nella realtà una simile istituzione ancora non esiste e Gaba sa che è il contesto museale (quello che è stato definito "the power of display") a fornire all'opera la propria identità (artistica piuttosto che etnografica, antropologica piuttosto che estetica) e che tale pratica o formazione discorsiva è un prodotto tipicamente occidentale. Fornendo un naturale contesto alla propria opera nel mondo artistico occidentale l'artista sa di mettere in scena, fin dall'inizio, l'orizzonte politico di un problema estetico. Appropriarsi della modernità europea è l'unico modo di operare una fuoriscita dai limiti dell'etnocentrismo (dall'esotismo), o meglio dalla sua invenzione: se il "negro" è stato inventato dai bianchi, come diceva Frantz Fanon, sont les Européens qui ont crée le musée afferma Gaba.

In questo senso l'intero progetto viene inaugurato con la ricerca di possibili sostenitori del museo (Draft Room,1997) - un pubblico di metaforici finanziatori al quale viene attaccato un pezzo di banconota africana con una spilla da balia - e con la formulazione di quante più possibili ipotesi architettoniche per la costruzione del museo da parte delle persone invitate a giocare con dei grossi blocchi di legno Lego (Museum Architecture, 1998). Prosegue poi con la definizione dei servizi del museo: dalle attività commerciali (Museum Shop,1999), a quelle gastronomiche (Museum Restaurant, 1999), a quelle didattiche (Game Room, 2000 e Museum Library, 2001). Ancora una volta quindi la definizione di una cornice museale, la messa a punto di un "contesto" piuttosto che la messa a fuoco di un contenuto espositivo.

Ma fin dall'inizio Meschac Gaba ha fissato a dodici (gli apostoli o i mesi dell'anno) il numero delle sezioni che avrebbero dovuto costituire il suo fantomatico museo di arte africana contemporanea, anche se le funzioni, i dipartimenti e la sezioni sarebbero state progettate di volta in volta e non predeterminate. In ciascun'area saremmo stati guidati o da una collezione di oggetti o da un evento, come nel caso dell'operazione non ripetuta Museum Restaurant o Wedding Room che ha segnato l'unione in matrimonio di Meschac Gaba con Alexandra van Dongen presso lo Stedelijk di Amsterdam. Con la Documenta 11 anche l'ultima area è stata definita ed è stato portato a termine l'intero progetto museale. Humanist Space è un'area in cui si possono noleggiare biciclette per attraversare Kassel o per vagabondare sui grandi prati verdi dell'Aue.

Presso le due sedi, milanese e genovese, della Galleria Artra Meschac Gaba ha deciso di installare una versione completamente rinnovata di Museum ShopFor Sale e del Salon For Sale. Fa da denominatore alle due esposizioni il tema del denaro attraverso la funzione commerciale nel primo caso e attraverso frammenti circolari di banconote africane che ricoprono vari oggetti domestici, nell'altro. Museum ShopFor Sale è un progetto cooperativo in cui Gaba ha chiamato a collaborare vari artisti delle più giovani generazioni entro un grande bazar pieno di merce in cui piccoli pezzi in edizione limitata sono posti in vendita a prezzi economici. Salon ForSale invece si presenta come una sorta di grande e affollata living room entro cui è possibile spendere il tempo a leggere, giocare, ascoltare la musica, guardare la TV, "navigare". Tutti gli oggetti - più o meno bizzarri- dell'arredo sono coperti da una stessa superficie maculata e trasparente, in cui frammenti di banconote africane costituiscono per ciascuno una pelle.

Immagine: Meschac Gaba, Museum of Contemporary African Art: Library, 2002 Installation at Documenta 11, Kassel

MESCHAC GABA
Nato nel 1961 in Cotonou, Benin, vive e lavora ad Amsterdam

Mostre personali
2002 Galleria Artra, Milano e Genova; Palais de Tokyo, Salon du Musée, Parigi/
2001 Ensemble, Lumen Travo Gallery, Amsterdam; Museum of Contemporary African Art:The Library, Witte de With, center for contemporary art, Rotterdam; Der Inforaum, Kunsthalle di Berna, Berna/ 2000 Meschac Gaba (Salle de Jeux du Musée d'Art Contemporain Africain), S.M.A.K. Gent; Spielregen-Rules of the Game Galerie Gebauer, Berlino/ 1999 Summer Collection (Defilée de Mode)Vrije Universiteit, Amsterdam; Salle de Jeux du Musée d'Art Contemporain Africain, Le Pavé Dans La Mare, Besançon; Museum Restaurant, W139, Amsterdam; Vente en gros and detaille, Lumen Travo Gallery, Amsterdam/ 1998 Museum of Contemporary Art, Gate Foundation, Amsterdam, Meschac Gaba, SBK knsm-eiland, Amsterdam/ 1997 Bazar Bizar, Tropenmuseum, Amsterdam/ 1991 Centre Culturelle Français de Cotonou, Benin

Mostre collettive
2002 documenta 11, Kassel / 2001 réalité rèalisée, Albi, France, Institut of Visual Arts, University of Wisconin, Milw.; Locus Focus, Sonsbeek 9, Arnhem Red Ribbon Art, Groninger Museum, Groningen / 2000 For Real, Stedelijk Museum, Amsterdam, Taipei Biennale,The sky is the limit "Meschac Gaba Made in Taiwan", Fine Arts Museum, Taipei East/International, Norwich Gallery, Norwich Play-use, Witte de With, center for contemporary art, Rotterdam; A casa di, Cittadellarte Fondazione Pistoletto, Biella, Continental Shift. A Voyage between Cultures, Bonnefantnmuseum, Maastricht; Dialogues, ARCO, madrid; Worthless (invaluable). The concept of Value in Contemporary Art, Moderna Galerija, Ljubljana; Chess Game, Kunstmesse, Basel/ 99-2000 Mirror's Edge, BildMuseet, Umeå; Vancouver Art Gallery; Castello di Rivoli, Turin; Tramway, Glasgow; Charlottemburg, Copenhagen/ 1999 South Meets West, National Museum of Ghana; Historisches Museum, Bern; Waardige Zaken, Wonderkamers, De Nieuwe Vide, Haarlem¸Trafique, S.M.A.K. Gent, Gent; Museum Boijmans Van Beuningen, Rotterdam/ 1998 Meeting Point, Lumen Travo Gallery, Amsterdam, NICC, Antwerp/ 1997 Open Ateliers, Rijksakademie van beeldende kunsten, Amsterdam; Blueprint, De Appel, Amsterdam/ 1995 German Embassy, Cotonou/1994 Biennale d'Abidjan, Abidjan/ 1993 Centre Culturelle Americain, Cotonou/ 1992 Musée des Arts d'Afrique et d'Océanie, Paris

Inaugurazioni:
Milano : 12 novembre 2002 ore 18
Genova: 16 novembre 2002 ore 18
Entrambe le mostre termineranno il 15 gennaio 2003

Orari di galleria: aperto dal martedì al sabato dalle 15.00 alle 19.30 e su appuntamento

ARTRA via L.Settala 6 20124 Milano tel e fax 02- 29402478 e-mail artragalleria@tin.it

ARTRA Palazzo Ducale Piazza Matteotti 28 16123 Genova tel 010-5955822

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