Confini. L'Africa ed i suoi abitanti sono il mezzo che l'artista utilizza per esprimere le sue manifestazioni interiori. In mostra una serie di opere pittoriche recenti.
Massimo Ferrari nasce a Livorno, dove tutt'ora vive e lavora. Un'infanzia, indirizzata verso
un mondo di vivere forte e determinato, non afievolisce la sua sensibilità.
Così come studi ad indirizzo tecnico, frequentati con ottimi risultati, non
lo distolgono dal cimentarsi in modo del tutto autodidatta, nella pittura,
che poi diventerà la sua grande passione.
Proprio la pittura, presa e poi lasciata, nuovamente ripresa e poi
nuovamente lasciata, scandisce le alterne fortune di vita, che lo portano a
svolgere per un periodo l'attività di restauratore di affreschi.
E' questo per Lui il momento più difficile. Deve smettere di dipingere. La
vita chiede ben altro.Accadimenti personali lo conducono e allontanano dai
percorsi pittorichi intrapresi, che comunque rimangono, come brace sotto la
cenere, in attesa di un soffio di vento che li faccia riaccendere.
E questo soffio arriva. Prepotente e deciso. Talmente deciso che la pittura
diventa attività predominante e prepoderante nella sua vita.
La pittura, inizialmente indirizzata alla narazione iperrealista di paesaggi
urbani e vedute industriali, rappresentati con crudezza estrema, dove la
presenza dell'uomo, si percepisce, ma non viene mai rilevata se non
attraverso le alterazioni e le contaminazioni proprie del genere umano,
lentamente diventa sempre più descrittiva, le angoscie e i timori generati
da un progresso di decadimento scompaiono.
Altre neccesità ed altri messaggi si fanno strada. Nasce la grande passione
per il Continente Africano e per le popolazioni che lo abitano. Attraverso
la gioia manifesta di colorate e folcloristiche esternazioni, la sua pittura
diventa teatro muto di una vita piena di stenti e di privazioni, vissuta con
orgoglio e dignità.
Un nuovo messaggio quindi genera le sue opere: "L'espressione pittorica deve
coinvolgere l'osservatore in modo sociale e psicologico e l'Africa, ed i
suoi abitanti sono il mezzo che utilizza per esprimere e manifestare le sue
interiori manifestazioni le sue interiori preoccupazioni per un mondo sempre
più aperto al nuovo e dimentico delle tradizioni e del rispetto civile”
Vernice Sabato 9 Aprile 2011 ore 19
Galleria Civica W. Meyer
via Roma - Prata di Pordenone (PN)
Orari: Martedì,Giovedì,Sabato 17 - 19; Domenica 9.30 - 12 / 15.30 - 19.30
Ingresso libero