Villa Rufolo
Ravello (SA)
piazza Duomo
089 857657, 089 858422
WEB
Gerardo Vangone
dal 9/4/2011 al 30/4/2011
lun-dom 9-20

Segnalato da

Giovanna Dell'Isola




 
calendario eventi  :: 




9/4/2011

Gerardo Vangone

Villa Rufolo, Ravello (SA)

Metropolis. La citta' e' al centro dell'articolato percorso di opere di Vangone che comprende dipinti, sculture, disegni e fotografie.


comunicato stampa

a cura di Pasquale Ruocco
in collaborazione con la Fondazione Ravello Villa Rufolo

Metropolis è il titolo della mostra d’arte di Gerardo Vangone che sarà inaugurata domenica 10 aprile alle ore 11.00 nelle sale di Villa Rufolo a Ravello e che rimarrà aperta al pubblico fino al 1 maggio. Al centro dell’articolato percorso di opere che Gerardo Vangone espone la città, tema che corre costante, ora con riferimenti espliciti, ora meno, come d’altra parte è ben esplicitato dal titolo stesso dell’esposizione: Metropolis. Una città caduta del resto sotto la sua attenzione non da ora, quale specchio di una realtà che continua a mobilitare il suo sguardo, orientato a spingersi nelle rotte multiformi che essa propone. E in questo senso procede il suo lavoro recente, quello sviluppato tra il 2009 ed il 2011. Vangone sempre più esploratore urbano, impegnato costantemente a cogliere l'energia della città nelle sue contraddizioni e nei suoi contrasti, muovendosi come un cyborg capace di captare e registrare ogni minima variazione, d'inserirsi nei più sottili interstizi, di comprendere i più disparati slang e di muoversi al ritmo di elettriche sincopi.

Prende così corpo la visione di un suo alter ego robotico S.E.M. (sentimentale elettrico meccanico) personaggio a metà strada tra realtà e fantascienza, ispirato dai romanzi di Asimov, dai personaggi di Enki Bilal o di Moebius, parente dei replicanti di Blade Runner e dei droni di Star Wars: un individuo superaccessoriato, attrezzato di qualsiasi tipo di sonda ed antenna, fornito di potenti microchip ed infinite possibilità di connessione, capace di cogliere la nostra realtà sia mediante immagini satellitari che in rappresentazioni microscopiche della nostra vita. “Grazie a lui – afferma Pasquale Ruocco, curatore della mostra - Gerardo Vangone può in pochi secondi inoltrarsi nel profondo buio dell'universo per guardare dall'alto silenziosi agglomerati urbani stesi sulla superficie terrestre come dei dormienti, e allo stesso modo ritornare velocemente con i piedi per terra per continuare a guardare l'essere umano dritto negli occhi. Ne scaturisce una sorta di vortice iconografico che dall'infinitamente grande ci spinge all'infinitamente piccolo, dall'universale al particolare, dall'immensità cosmica alla finitezza dell'esistenza umana”.

Il filo della ricerca dell’artista, mai interrotta, trova oggi nuova linfa in questo tracciato di lavori che comprende dipinti, sculture, disegni e fotografie. In sostanza, come in passato, l’artista continua ad essere interessato non alla forma dell’esistente, ma alla visione che questa procura. In questo senso la materia, recuperata forse ad un vecchio registro, non deve ingannare. Il cuore di queste ‘barocche’ pagine o di queste strane creature, quasi sottratte ad un mondo extraterrestre, si colloca al di là delle apparenze, in quell’inquieto interrogarsi sulle relazioni che l’uomo stabilisce tra il sé e l’altro da sé, vale a dire quel contingente del quale ha coscienza di essere in gran parte artefice.

A soccorrerci in questa possibile traccia di lettura sono i disegni, un’ampia serie di tecniche miste realizzate per lo più tra il 2010 ed oggi. Carte dove con sapiente perizia tecnica, Vangone esplora spazi possibili, ma anche impossibili, delineando mappe che inseguono direzioni del pensiero. Non v’è dubbio del resto che, sgombrato il campo dalla ridondanza materica, l’artista restituisca, più silenziosamente, ma non meno efficacemente, porzioni di un reale riformulato da uno sguardo interessato soprattutto a registrare, quasi con la sensibilità di un sismografo, tracciati colti in una zona di confine, si potrebbe dire, tra il vedere ed il sentire. “Un’area dove il “visibile” e l’“invisibile”, prendendo in prestito una riflessione di Georg Simmel – afferma il critico d’arte Patrizia Fiorillo - interagiscono per configurare la migliore forma del “fenomeno ottico”.

Ufficio stampa Giovanna Dell’Isola
3393017395 - wzgiovannadellisola@supereva.it

Vernissage domenica 10 aprile ore 11,00

Villa Rufolo
piazza Duomo, Ravello (Sa)
orari : dal lunedì alla domenica 09.00 – 20.00
ingresso libero

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