Viafarini (vecchia sede)
Milano
via Farini, 35
02 66804473
WEB
Pierluigi Calignano
dal 18/11/2002 al 7/12/2002
02 66804473 FAX 02 66804473
WEB
Segnalato da

Viafarini




 
calendario eventi  :: 




18/11/2002

Pierluigi Calignano

Viafarini (vecchia sede), Milano

'Ci sono sogni che preferirei non ricordare'. Gli oggetti realizzati da Pierluigi Calignano sono palesemente irreali, ma come avviene nelle fiabe o nei racconti d'avventure fantastiche, le capacita' narrative dell'artista ci fanno 'credere' nella verita' delle situazioni create. Nelle sue installazioni il trucco e' evidente, mostrato, esibito.


comunicato stampa

Ci sono sogni che preferirei non ricordare

a cura di Roberto Pinto

Le città e gli occhi. 3
Dopo aver marciato sette giorni attraverso boscaglie, chi va a Bauci non riesce a vederla ed è arrivato. I sottili trampoli che s'alzano dal suolo a gran distanza l'uno dall'altro e si perdono sopra le nubi sostengono la città. Ci si sale con scalette. A terra gli abitanti si mostrano di rado: hanno già tutto l'occorrente lassù e preferiscono non scendere. Nulla della città tocca il suolo tranne quelle lunghe gambe da fenicottero a cui si appoggia e, nelle giornate luminose, un'ombra traforata e angolosa che si disegna sul fogliame.
Tre ipotesi si danno sugli abitanti di Bauci: che odino la Terra; che la rispettino al punto d'evitare ogni contatto; che la amino com'era prima di loro e con cannochiali e telescopi puntati in giù non si stanchino di passarla in rassegna, foglia a foglia, sasso a sasso, formica per formica, contemplando affascinati la propria assenza.
Italo Calvino, Le città invisibili

Gli oggetti realizzati da Pierluigi Calignano sono palesemente irreali, ma come avviene nelle fiabe o nei racconti d'avventure fantastiche, le capacità narrative dell'artista ci fanno "credere" nella verità delle situazioni create. Nelle sue installazioni il trucco è evidente, mostrato, esibito. Non c'è speranza che un sottomarino di cartone possa avere una relazione con l'acqua o la benché minima possibilità di inabissarsi dolcemente e riemergere al comando dei suoi motori e all'aprirsi e chiudersi dei suoi comparti stagni.
Altrettanto non è possibile pensare che questo villaggio creato all'interno di una galleria sia praticabile e usabile. Ma, nonostante questo, ci aspettiamo che da un momento all'altro si animi e prenda vita. Oltre le luci fioche che intravvediamo all'interno delle singole tende, possiamo, con un po' di attenzione, sentire le voci, i respiri e i rumori degli abitanti di questo paese. Possono essere degli immigrati clandestini in cerca di un lavoro che li aiuti ad avvicinare il proprio sogno alla realtà così diversa e cruda. Possono essere degli abitanti di luoghi sconosciuti che grazie a un varco spazio temporale si siano trovati all'interno di un edificio terrestre, ma a cui è negata la possibilità di stabilire un contatto con noi. Ma noi sappiamo che quel villaggio esiste e che per forza esistono anche degli abitanti.
Forse questa piccola città è costruita solo per noi, per farci cambiare abitudini, stile di vita, visione del mondo. Forse è solo un sogno che ci racconta di come il nostro pensiero cerca delle finestre per uscire da una realtà che non riconosciamo più. Forse è semplicemente uno scherzo del tempo, un angolo sopravvissuto del regno di Cronos che, incapace di adattarsi all'evoluzione della vita e al cambiamento, riempe di un sonno stagnante questo spazio bianco.
Le installazioni di Pierluigi Calignano sono credibili proprio per la loro capacità di portarci all'interno della loro evidente irrealtà. Percorrono quindi una strada inversa rispetto a molte altre ricerche artistiche che rincorrono la vita, la "copiano", la "usano", ma spesso, tanto si mischiano ad essa da rivelare la loro incapacità di essere veramente credibili. Calignano non si preoccupa affatto della realtà. Certo la guarda, cerca di reinventarla magari attraverso i fumetti o gli utopici e realissimi disegni di Leonardo ma quello che gli interessa veramente è costruirne una diversa e soprattutto inventarne una per poterla raccontare. Per questo si serve di materiali comuni, che non hanno bisogno di essere avvicinati per essere riconosciuti, di oggetti quotidiani, di cui però è cambiata la funzione e l'uso.
L'importante è realizzare uno spazio visionario, complesso, atemporale, dove si può serissimamente ridere lasciandosi prendere dall'affascinante utopia che la vera realtà è ciò che vogliamo che il mondo sia.

"Forse il compito di chi ama gli uomini è di far ridere della verità, fare ridere la verità, perché l'unica verità è di liberarci della passione insana per la verità"
Umberto Eco, Il Nome della Rosa

Roberto Pinto

Immagine: Pierluigi Calignano, 'N 10', bozzetto, 2001

Inaugurazione: martedì 19 novembre ore 18

orario: dal martedì al sabato dalle 15 alle 19

VIAFARINI
via Farini 35
I - 20159 Milano
tel / fax +39 0266804473

IN ARCHIVIO [79]
Magic Moments
dal 8/4/2013 al 13/4/2013

Attiva la tua LINEA DIRETTA con questa sede