Wave Photogallery
Brescia
via Trieste, 32a
030 2943711
WEB
Roberto Ricca / Ken Damy
dal 2/5/2011 al 30/5/2011
mart-sab 14-20

Segnalato da

Wavephotogallery



approfondimenti

Roberto Ricca
Ken Damy



 
calendario eventi  :: 




2/5/2011

Roberto Ricca / Ken Damy

Wave Photogallery, Brescia

'Fuori i secondi' di Ricca e' un reportage fotografico sul pugilato che, con 50 scatti in bianco e nero, parte dalla storica palestra Mariani boxe di Brescia e arriva a toccare le principali realta' professionistiche. Le immagini di Ken Damy raccontano, invece, la sua Eritrea: un paesaggio che varia con una velocita' spaventosa, mai monotono anche quando e' piatto e riarso.


comunicato stampa

Dentro un ring o fuori non c'è niente di male a cadere. È sbagliato rimanere a terra.
(Muhammad Ali)

Roberto Ricca
Fuori i secondi. Reportage fotografico sul pugilato

Sarà inaugurata Martedì 3 Maggio alle ore 19,00 nello spazio della galleria WavePhotogallery di Brescia la mostra fotografica di Roberto Ricca, dal titolo “Fuori i secondi”, reportage fotografico sul pugilato.

50 scatti in bianco e nero con l’obiettivo rivolto su atleti, allenatori, pubblico e sostenitori, sulle sconfitte ma anche sulle vittorie, a testimoniare una realtà di grande intensità emotiva che unisce la passione con la fatica e l’impegno.

“Fuori i secondi”, è il nuovo lavoro del fotografo bresciano Roberto Ricca: un reportage fotografico sul pugilato. La selezione di immagini che sarà esposta in mostra alla Wavephotogallery parte dalla storica palestra Mariani boxe di Brescia e arriva a toccare le principali realtà professionistiche esistenti della boxe, il tutto, percorrendo le vicende dei suoi protagonisti. Un progetto che nasce a Brescia,  in via Zara  43, dove seminascosta da un condominio, si trova la gloriosa Mariani Boxe Ring Brescia, nata alcuni anni fa dalla fusione fra le due realtà storiche, la Mariani del 1951 e la Boxe Ring Brescia del 1958.

Il progetto, iniziato nel 2008, oggi è diventato un reportage fotografico completo ed esaustivo sul mondo della boxe vista attraverso diverse angolature; un documento per immagini che racconta parte della storia del pugilato professionistico: storie di pugili e sport, ma soprattutto di vita. Saranno esposti 50 scatti in bianco e nero, tutti di medio formato, con l’obiettivo rivolto su atleti, allenatori, pubblico e sostenitori, sulle sconfitte ma anche sulle vittorie, a testimoniare una realtà di grande intensità emotiva che unisce la passione con la fatica e l’impegno.

Roberto Ricca _ Professionista, nasce a Brescia nel 1974 dove ancora vive e lavora. L’interesse per la fotografia e la sua formazione avviene prima come autodidatta e poi attraverso l’esperienza del workshop d’autore; partecipa infatti ad importanti workshop di fotografi professionisti di fama internazionale, come quello con Tomasz Tomaszewski di National Geographic, quello con Dado Galdieri di Associated Press o quello di Pilar Olivares di Reuters Perù. Si specializza subito in fotografia di reportage viaggiando in molti paesi e pubblicando servizi su diverse riviste. Tra i riconoscimenti ricevuti ricordiamo, nel 2006 il III premio Bianco e Nero, nel 2008 il Primo premio Colore, nel 2009 al - Venice International Contest - è stato Finalista Street Photography; al Concorso Moica 2009, per la sezione Lavoro Invisibile ha ottenuto il 1° premio; nel 2009 al Concorso Coop/Contrasto si è classificato 4°; nel 2009 è Vincitore del Concorso Parlamento Europeo EDEN; Vincitore nel 2010 del Concorso Moica; nel 2010 al Lens Based Art Show a Torino è stato selezionato ottenendo una Menzione speciale.

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Ken Damy
Eritrea 2007 – 2008, quasi un reportage

Sarà inaugurata Martedì 3 Maggio nello spazio della galleria Wave Photogallery di Brescia la mostra fotografica di Ken Damy, dal titolo “eritrea 2007-2008 quasi un reportage”. Con più di 50 immagini in b/n e di grande formato Ken Damy racconta la sua Eritrea: un paesaggio che varia con una velocità spaventosa, mai monotono anche quando è piatto e riarso, con 8 etnie diverse e dai  pochissimi visitatori che ne hanno garantito una verginità assoluta.

“Sostenevo molti anni fa che la fotografia di viaggio meriterebbe una definizione a se stante, e non , come molti sostengono , il termine tradizionale di "reportage". Mi accorgo oggi, nel presentare il mio lavoro sull'Eritrea, che la mia intuizione giovanile si può ritenere corretta. Il viaggio, con o senza macchina fotografica, implica molte "varianti": la conoscenza dei luoghi (anche solo a titolo di studio) e della cultura locale, il periodo scelto e la durata del viaggio stesso, e non ultimo la capacità di adattamento.
Conosco gente che al ritorno dal Marocco, solo per fare un esempio, si è lamentata di quel paese splendido, "era tutto grigio, non sono riuscito a fare una foto decente, c'erano più turisti che cammelli ecc ..". Quella gente, era andata con un viaggio organizzato di 7 giorni in agosto. E, diametralmente opposto, chi pensando di essere Indiana Jones (ma è al massimo un impiegato di banca con 15 giorni di ferie all'anno), atterrando nel Borneo dichiara testualmente: "cerchiamo subito, anche se stanchi del  lungo viaggio, un ristorante locale non per turisti"; dissenteria sicura per una settimana. Oppure: "in India non vengo, l'ho già vista", sempre viaggio organizzato 12 giorni 10 notti in agosto in piena stagione dei monsoni. Lasciamo perdere, ne avrei centinaia di racconti, torniamo all'Eritrea. Italia coloniale con il cinema Impero, l'hotel Roma, il ristorante Vittoria tuttora aperti ad Asmara, la capitale costruita da Mussolini, utilizzando il piano regolatore di latina, a 2.400 metri di altitudine che garantisce un clima accettabile per quasi tutto l'anno pur essendo nel corno d'Africa. Guerra "civile" con gli odiati cugini etiopi per 30 anni e da una decina, zona relativamente tranquilla anche per i turisti, ma se ne può visitare solo un terzo con permessi rigorosi "qui si, qui no".
Un fotografo dovrebbe quindi odiarla: i fotografi, si sa, diventano subito nervosi quando non possono andare dove vogliono e anche io mi sono arrabbiato molto la prima volta.

Ma l'Eritrea riesce comunque a farsi amare: il paesaggio varia con una velocità spaventosa, mai monotono anche quando è piatto e riarso, 8 etnie diverse (ma le tre più primitive sono "invisibili" per i problemi dei visti), e i  pochissimi visitatori ne hanno garantito una verginità assoluta. Ho viaggiato con una attrezzatura pesante, ingombrante e lenta da montare, non ho voluto rubare niente: mi sono fatto vedere e ho voluto vedere con calma. ecco spiegato il titolo "quasi un reportage". “
Ken Damy

Ken Damy: Nato a Brescia nel 1949. Diplomato maestro d’arte nel 1968. Nel 1969 tiene la sua prima mostra personale a Brescia ed inizia ad insegnare decorazione. Ha insegnato fotografia all’Accademia di Belle Arti Brera, Milano, dopo Urbino 1982-91, Bologna 1991-96, Venezia 1997. Direttore artistico e fondatore del Museo Ken Damy di fotografia contemporanea dal 1974 (Ken Damy photogallery).
Fotografo e grafico professionista specializzato in fotografia d’arte per molti anni, si dedica attualmente solo alla fotografia di ricerca; lavora indistintamente a colori e in b/n. Ha pubblicato più di venti libri e ha esposto in numerose gallerie italiane e straniere in mostre personali e collettive. Ha presentato e organizzato criticamente più di cinquecento mostre di vari autori di valore internazionale.
Ha collaborato per più di quindici anni con le riviste Zoom e Progresso Fotografico. Attualmente e’ particolarmente impegnato nella didattica, organizzando seminari di nudo, ritratto, architettura e fotografia di ricerca sperimentale. Ha realizzato più di trenta reportage prevalentemente a colori dedicati a: Vietnam, Cambogia, Messico, India, Cuba, Guatemala, Tibet, Marocco, Tunisia, Stati Uniti, Egitto.

Inaugurazione Martedì 03 Maggio ore 19,00

wavephotogallery
via Trieste 32/a Brescia
orario: mart-sab. 14 - 20
ingresso libero

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Gian Butturini
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