L'artista espone buona parte della sua opera in un percorso tra collage e videoarte. Le sue opere, tra artificio e natura, conservano il fascino degli ingranaggi meccanici del '700.
a cura di Chiara Sgobba
Dopo aver esposto nel 2008 ad Art Verona presentato da Angel Art Gallery di Milano ed essersi confrontato con la curatrice del MoMA di New York che definisce i suoi lavori “eccellenti”, Roberto Marsella espone buona parte della sua opera in un percorso tra Collage e Videoarte.
Casualità e coincidenza o scelta, lo spazio espositivo che accoglie la sua arte questa volta profuma di pane e caffè come i suoi quadri. Un posto familiare all’artista, un luogo che fa parte in qualche modo della sua quotidianità, incornicia la sua prossima esposizione. Tra note jazz, chiacchiere informali e sapori che accontentano il palato, vivono le sue opere, leggere, calde e sincere, che ci fanno sentire come a casa, che restituiscono senso ad immagini tritate dai media e ci fanno intuire nuove possibilità di rivedere il passato e di vivere il presente. Una ricerca attuale giocata tra immagini contemporanee e della tradizione, una lettura ironica e disincantata della realtà.
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Video d’affezione o scatole delle meraviglie?
Le opere video di Roberto Marsella conservano il fascino degli ingranaggi meccanici del 700 quando nacquero i primi carillons, gli automi e tutte quelle bizzarre creature tra artificio e natura che arricchivano collezioni di nobili intellettuali e regine bambine. Roberto Marsella è capace di utilizzare il video come un inventore estroso ed un sapiente artigiano, creatore d’incanti digitali, microcosmi bidimensionali e ingranaggi perfetti, vive in una scultura mobile che ricorda la scenografia de L'inhumaine, mastica ready-made, è un campione di Pop Art, l’ha fatta grossa alle mode cyberpunk e ha un contenzioso aperto con lo stile hi-tech. Roberto Marsella coglie ed elabora in modo nuovo e personale esperienze del cinema puro sperimentale come Le ballet mécanique di Fernand Léger e le mescola ai meccanismi attuali della pubblicità e della comunicazione di massa che conosce al punto da giocarci e manometterli… e se un giorno l’anomalia o l’avaria insieme al genio e alla conoscenza prendessero vita e autonomia… ecco vivere le opere di un giovane artista ardito ed imprudente, alle quali, per ora, possiamo purtroppo solo assistere. Divertiti e sconcertati vediamo allora le facce dei potenti della terra che frullano in una slot machine al posto di fruttini e monetine colorate e con espressioni da giullari o buffoni, si rendono gioco di noi perché di soldi “ne girano pochi”. Vediamo il Bacco di Caravaggio che, annoiato, alza il gomito alla nostra salute in un eterno autunno mentre Il Cristo del Mantegna levita coprendo l’ultimo raggio di sole tra le nuvole e la Madonna di Filippo Lippi ninna il Bambino su una sedia a dondolo, come facevano un tempo le nonne. Un ticchettio scandisce il ritmo delle immagini in movimento e ci tiene su un filo, tra suspense, attesa e malinconia per il senso di vacuo che ci trasmette a volte l’eternità, così imbambolata e in bilico, penso che queste magnifiche e inutili invenzioni abbiano la potenza e la spietatezza di una bomba ad orologeria che sta per esplodere e insieme la leggerezza di un prezioso orologio a cucù appeso in un silenzioso salotto d’epoca.
Chiara Sgobba
Milano, 2007
Immagine: WakeUp, Video Loop Installation, 2007-2008
Inaugurazione: Mercoledì 4 Maggio 2011
Pane&Caffè
Via Gioacchino Murat, 70 - Milano
Linea M3 - Fermata Maciachini
Tram 4 (Direz. Parco Nord) Fermata Nizza