Cio' che rimane del tempo (Sculture 1992-2011). Le interrogazioni sulla materia prendono una svolta originale quando Buttarelli incrocia la propria ricerca con l'archeologia e la paleontologia.
Brunivo Buttarelli (Casalmaggiore di Cremona, 1946) è al tempo stesso un outsider e una presenza forte nel non esaltante panorama della scultura italiana. Docente prima di tecniche pittoriche applicate, scultore scenografo del Teatro Regio di Parma, dal 1991 si dedica con crescente esclusiva passione alla scultura. La sua preistoria artigianale fa capo agli anni dell’adolescenza passati nella bottega del padre falegname. Il suo retroterra culturale è la grande stagione informale e materica degli anni Cinquanta. Maestri di riferimento Leoncillo e Burri, l’opera fondata sulle materie prime e spurie (plastiche, jute, ferri, legni), Fontana e Tàpies, Scanavino e Tavernari. Infine Joseph Beuys, suo modello. Come Beuys, Buttarelli fonda le sue installazioni sul legno, ceppi e tronchi d’albero. Il pioppo è il legno-base delle sue sculture. Lo raccoglie lungo i fossati: tronchi di alberi caduti o quelli di bosco ceduo. Pioppo, ferro, marmo, materie dell’alba dell’umanità. Le indagini e le interrogazioni sulla materia prendono un forte profilo originale - con esiti artistici imponenti, avventurosi e straordinari - quando Buttarelli incrocia la propria ricerca con l’archeologia e la paleontologia.
Fuga nel tempo e rappresentazione di un Tempo che regge e governa i passaggi della Storia, riduce in prossimità del nulla l’azione dell’uomo - il tempo storico. L’opera allora evoca specie scomparse e il loro habitat, scopre con l’affioramento dei resti paleontologici la dimensione di un tempo di Natura che divora le atrocità del tempo storico. Tuttavia - in queste sculture - la pietra, il marmo, il legno, il ferro sono sia materie in natura che materiali del lavoro e dell’habitat nelle prime organizzazioni sociali. E’ il mondo come mondo contadino, teatro di una organizzazione sociale primordiale, epoca dello scambio lavoro-Natura. Così attuale nel tempo della crisi - quando risorse e tecnologia marcano limiti - e l’umanità appare nella sua nuda organizzazione, nelle sue epocali trasformazioni e trasferimenti: tela jeans e pane senza lievito, fuoco di accampamento e zainetto del migrante. Infine quest’opera è passione di una natura aggredita e ferita dall’uomo, opera ansiosa per il degrado e le violenze subite, monumento civile in difesa dell’ambiente, allarme per una catastrofe possibile futura. Il lavoro di Brunivo Buttarelli, ha una grande forza espressiva e muove da un immaginario apocalittico, le sue sculture - ungulati, carcasse di “balene bianche”, leviatani giganteschi - sono fortemente evocative di una vita dei primordi, resti geologici, in qualche misura i calchi delle specie scomparse che abitavano una Terra incontaminata, un Tempo del Sacro ormai scomparso.
Inaugurazione martedì 10 maggio 2011
Galleria Ostrakon (via Pastrengo)
via Pastrengo, 15 - Milano
Orari: da Martedì a Sabato ore 15.30 - 19.30
Ingresso libero