Anna Galtarossa
Francesco Arena
Margherita Moscardini
Francesca Referza
Maria Rosa Sossai
Un progetto per la citta de L'Aquila, a cura di Francesca Referza e Maria Rosa Sossai, con Anna Galtarossa, Francesco Arena, Margherita Moscardini. Tutti e tre gli artisti hanno pensato a dei lavori di carattere temporaneo che si collocano, in modo ludico, silenzioso e mimetico, negli interstizi lasciati vuoti tra il prima e il dopo terremoto, focalizzando, in modo differente, dei temi fondamentali riguardanti la condizione attuale del capoluogo abruzzese sia dal punto di vista sociale, che storico - artistico.
a cura di Francesca Referza e Maria Rosa Sossai
un progetto del Dipartimento Cultura del PD, sviluppato nell’ambito della Festa Democratica della Cultura 2011
Come nascono i progetti? Spesso associando occasioni, contesti culturali, ricerche artistiche, dichiarazioni critiche,
emergenze sociali che solo apparentemente appaiono distanti tra loro, perché in realtà sono manifestazioni della
complessità a volte dolorosa e contraddittoria della realtà contemporanea. Nascono forse per permettere la
condivisione di una dimensione esistenziale che vada oltre le paure e le perplessità dei momenti iniziali. Alcuni artisti
italiani delle ultime generazioni hanno dimostrato di possedere attenzione e sensibilità per questo tipo di tematiche
che trovano la loro condensazione nella difficile situazione post‐terremoto dell’Aquila. Anna Galtarossa, Francesco
Arena, Margherita Moscardini, pur lavorando con mezzi diversi, hanno in comune un’idea dell’arte come dichiarazione
e atto di libertà, azioni che creano una rete di relazioni oltre la forma e reinterpretazioni della storia condivisa.
La ricostruzione dell’Aquila, dopo il terremoto del 6 aprile 2009 che ha provocato la morte di 308 persone, non è
ancora iniziata, benché molti dei 65 mila sfollati rimasti senza tetto abbiano adesso un nuovo alloggio. [...] Quando
l’estate scorsa mi sono recato in macchina a l’Aquila, ho avuto la sensazione di entrare in una città fantasma, sorretta
e puntellata da impalcature. Nell’articolo Se L’Aquila fosse Tokyo, uscito sull’Espresso di venerdì 15 aprile 2011, il
giornalista e scrittore Bill Emmott fa una disamina lucida e quanto mai attuale sulla diversa reazione alle catastrofi che
hanno recentemente colpito il Giappone e l’Italia. Le somiglianze tra i due paesi, come sottolinea lo scrittore
nell’articolo, sono moltissime. Eppure Emmott scommette che un film come Ritorno all’Aquila: le promesse mancate,
pellicola realizzata dalla Move Productions, una piccola società cinematografica di Torino, non sarà trasmesso in
Giappone, nel secondo anniversario dello tsunami dell’11 marzo...
In realtà nel progetto curato da Francesca Referza e Maria Rosa Sossai le domande che l’arte contemporanea fa alla
politica rimangono volutamente sotto traccia. Se il film Ritorno all’Aquila: le promesse mancate mostra in che modo il
governo centrale italiano abbia apparentemente rimosso i problemi più urgenti della ricostruzione di una città
capoluogo, l’Aquila l’identità del contesto intende sostenere, poeticamente, ma al tempo stesso con determinazione,
la volontà degli aquilani di recuperare la propria identità e dignità di cittadini attraverso il contatto con il contesto. Gli
interventi degli artisti parlano di un possibile futuro ritorno alla normalità con la gioiosa passeggiata del Mostro di
Anna Galtarossa, delle questioni fondanti del ricostruire con il legame forte che Francesco Arena stabilisce tra l’Aquila
e la città tedesca di Dresda, dei pericoli (che diventano visioni intermittenti) legati ai ritardi degli interventi di
recupero, con la scenografia diffusa di Margherita Moscardini.
Tutti e tre gli artisti hanno inteso sottolineare senza aggiungere. Si tratta, nello specifico, di lavori di carattere
temporaneo che si collocano, in modo ludico, silenzioso e mimetico, negli interstizi lasciati vuoti tra il prima e il dopo
terremoto, focalizzando, in modo differente, dei temi fondamentali riguardanti la condizione attuale del capoluogo
abruzzese sia dal punto di vista sociale, che storico – artistico.
A maggio per il primo appuntamento del progetto l’Aquila l’identità del contesto il Mostro di Anna Galtarossa viaggerà
dalla Valpolicella a L’Aquila. La grande scultura passeggerà per la strada principale della città, avrà le sembianze di una
processione, di una manifestazione etica, forse di un rituale laico che costituirà in ogni caso un momento di
condivisione per tutti coloro che vi parteciperanno. Il progetto site ‐ specific di Francesco Arena sarà un invito a
coltivare la consapevolezza dell’identità, così come la ricerca di Margherita Moscardini che indagherà le relazioni
architettoniche e formali tra memoria e luogo, sollecitando le capacità percettive dello spettatore.
Calendario interventi Maggio/Giugno/Luglio 2011
Il Dipartimento Cultura del PD, promotore del progetto l’Aquila l’identità del contesto organizzerà a L’Aquila la
seconda Festa Democratica della Cultura (5 ‐ 10 luglio 2011), nel segno di una continuità della propria presenza in
città. Il progetto, realizzato in collaborazione con il Pd di L’Aquila e con il coordinamento di Simona Iovane, si pone
come un’estensione della Festa Democratica della Cultura. Gli interventi dei tre artisti saranno preceduti da incontri
pubblici con la comunità aquilana in Piazza Duomo e saranno documentati da YouDem, la televisione del Partito
Democratico.
Anna Galtarossa
domenica 15 maggio ore 18:30
Francesco Arena
sabato 25 giugno ore 18:30
Margherita Moscardini
sabato 9 luglio ore 18:30
Anna Galtarossa
Il Mostro di Castelvecchio
Il Mostro di Castelvecchio andrà a L’Aquila, per passeggiare in centro città e mescolarsi agli aquilani.
Il Mostro è rispettoso delle loro ferite e spera che la sua presenza possa portare incoraggiamento e ispirazione ma
soprattutto vorrebbe
‐ rivelare la potenza dei sogni
‐ ricordare la forza dei sogni
‐ mostrare che i sogni possono vincere ogni avversità
‐ provare che i sogni sono sempre vittoriosi.
Il Mostro è un essere antico che sorvola gli schemi mondani e prende corpo per raggiungere la nostra anima e la
memoria che scorre nelle nostre vene. Non capisce bene cosa sia la politica, tuttavia è grato a chi lo aiuta a viaggiare.
Il Mostro vorrebbe dare una mano e sarebbe grande abbastanza da rimettere in piedi le case ma non ha braccia per
farlo. Questo davvero non importa perché crede che se riusciamo a vedere il mondo ancora una volta con gli occhi
dell'innocenza, tutto allora sarà possibile e potrà accadere.
Francesco Arena
Mattoni
In Storia naturale della distruzione Sebald narra come si presentavano le città tedesche distrutte dai bombardamenti
compiuti dagli alleati alla fine della seconda guerra mondiali. Città distrutte, alcune rase completamente al suolo,
come Dresda, luoghi nei quali i sopravvissuti cercavano di riconquistare una qualche forma di normalità e nelle cui
strade l’erba cresceva tra i mattoni e sulle macerie. Queste città sono state ricostruite, la gente ha continuato a
viverci. La distruzione innaturale di queste città operata dagli uomini somiglia alla distruzione naturale operata dalla
natura e dalla furia degli elementi. Terremoti, inondazioni, frane, cancellano l’attività costruttiva dell’uomo, il suo
tentativo di fare comunità. Anche in questo caso l’uomo ricostruisce. Qualunque sia l’origine della maceria o della
rovina l’uomo tenta di riappropriarsi di quello che era il suo spazio di vita.
La realtà de L’Aquila è chiaramente molto complessa, credo che il mio intervento debba essere un interstizio poetico
in mezzo alla distruzione, un monumento invisibile ma che è come una candela che brucia nel buio, anche se nessuno
la vede; il mio intervento è rivolto alle mura delle case aquilane, alla loro possibilità di ricrescere come rampicanti sulle
macerie.
Il mio progetto prevede la realizzazione di alcuni mattoni di terra realizzati con terra proveniente da Dresda, la città
che più di altre è distrutta dai bombardamenti durante la seconda guerra mondiale ma che è stata ricostruita; la terra
di Dresda una volta era in aria perché le bombe sconvolgevano la sua natura, questa terra ora ferma e trasformata in
mattoni, servirà per iniziare la ricostruzione di un muro di un edificio pubblico, il Comune dell’Aquila per esempio.
Saranno mattoni tra i mattoni, un pezzo di distruzione artificiale e ricostruzione utilizzata per ricostruire lì dove la
distruzione è naturale.
Per realizzare l’intervento mi farò spedire da Dresda della terra, venti chili, e con questa realizzerò dei mattoni che
farò cuocere, una volta pronti potranno essere portati all’Aquila e utilizzati per costruire, questi mattoni faranno parte
di un muro che bisogna ritirare su e lì resteranno.
Margherita Moscardini
Progetto per l'Aquila 001
A l'Aquila percorrerò la città tentando di sottolineare dettagli della sua condizione presente.
Il mio intervento intende presentarsi come un dispositivo ottico, che per definizione è concepito per osservare, e
destinato a scomparire come oggetto nel momento della sua piena funzionalità.
La città, come una scenografia in scala 1:1, viene percorsa dal pubblico che incontra delle figure:
‐ un albero adulto, con il proprio pane, occupa l’intero ingombro di un terrazzino (di una palazzina del centro), messo
in sicurezza.
‐ la fontana nella piazza della chiesa di San Pietro è in funzione: l’acqua esce, ma non entra in circolo e si disperde a
terra;
‐ la facciata del duomo, tamponata di travi e pali di legno, con la colla gialla che ridisegna le lacune e le crepe
(un’architettura medievale): un cavallo è legato alla base di una delle strutture di legno, sta mangiando;
‐ una camionetta dell’esercito, la radio a volume alto: due soldati, dentro, ascoltano la partita;
‐ un lampione stradale è ingabbiato nella rete di ponteggi e impalcature di sostegno. La luce si accende al tramonto:
l’osservatore assiste alla stabilizzazione della luce della lampada;
‐ in una chiesa una restauratrice è immobile di fronte ad un affresco: le garze che tiene in mano, odore intenso
di colla animale appena preparata (bollita).
Queste comparse intendono presentarsi come una voce corale capace di incarnare sullo stesso piano (del percorso,
della visita) diverse dimensioni temporali, cristallizzate nel momento della visione.
Le immagini ripropongono i diversi tempi che ho attraversato durante il sopralluogo: zone in cui il terremoto
sembrava recentissimo (le pagine dei libri svolazzanti negli interni sventrati visibili dalla strada), altre in cui pareva
lontano (vegetazione spontanea cresciuta sopra le macerie); zone in cui il cantiere sembra perpetuo, altre in cui,
avanzato e perfetto, ha raggiunto punte di virtuosismo che tradisce la mancata provvisorietà e fa pensare a vere e
proprie architetture medioevali.
Il pubblico che percorre la città, sarà invitato ad incontrare queste immagini, i cui elementi sono da considerarsi figure
in grado di ridisegnare, riconfigurare, la percezione dell’intero contesto.
Mi immagino una camminata silenziosa, perché attenta e concentrata.
Io avrò filmato in precedenza, a camera fissa, le diverse immagini, per 23 secondi ciascuna (la durata della prima
scossa delle 3:32 del 6 aprile 2009). I brevi film prodotti saranno proposti a tutti i cinema nazionali, come immagine di
apertura che precede la proiezione.
Biografie artisti e curatori
Francesco Arena ha esposto in diversi spazi pubblici e privati in tutta Italia. Tra le mostre personali ricordiamo 3,24
mq, Nomas Foundation, Roma, 2008; Impannellamento, Galleria Monitor, Roma, 2006; Arena, De Marco, Schirinzi,
G.A.M. Galleria d’arte Moderna Bologna (con De Marco e Schirinzi), Bologna, 2005. È uno dei 5 vincitori di una
residenza di 3 mesi a Villa Arson, a Nizza, per il Premio LUM per l’arte contemporanea, 1° Edizione, LUM, Libera
Università Mediterranea, Bari, 2009. Nel 2008 ha vinto: Premio Torino Milano incontrano l’arte, 6° Edizione, Camera di
Commercio di Torino, Torino; Premio Terna per l’arte contemporanea, 1° Edizione, Terna, Roma. Nel 2005 ha
partecipato al Corso Superiore di Arte Visiva 2005, Fondazione Ratti, Como, Visiting Professor Alfredo Jaar. E’ tra i
cinque finalisti dell’ultima edizione del Premio Furla per l’arte contemporanea (2011).
Anna Galtarossa ha studiato all'Accademia di Belle Arti di Brera nel corso di Alberto Garutti. Ha partecipato al Corso
Superiore di Arte Visiva della Fondazione Antonio Ratti a Como con Haim Steinbach. Lavora con la galleria Spencer
Brownstone di New York, dove nel 2004 ha realizzato la sua prima mostra personale e in occasione della quale ha
pubblicato il suo primo libro City. Nel 2005 ha realizzato Kamchatka a Viafarini e ha partecipato alla seconda edizione
della Biennale di Praga. Insieme a Daniel González ha realizzato il progetto d’arte pubblica Chili Moon Town,
un’enorme scultura galleggiante presentata prima a Città del Messico e successivamente a New York.
Margherita Moscardini ha frequentato nel 2008 il Corso Superiore di Arti Visive della Fondazione Antonio Ratti di
Como tenuto da Yona Friedman e nel 2009 il workshop di Peter Friedl alla Fondazione Spinola Banna di Torino. Nel
2010 ha frequentato il programma di residenza di CCA Andratx, Mallorca, Spain e il CCA Artoday di Plovdiv, Bulgaria.
Ha vinto nel 2007 la prima edizione del premio Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli, realizzando un intervento
permanente nella casa circondariale le Vallette di Torino.
Francesca Referza storica dell’arte e curatrice, vive e lavora tra Torino e l’Abruzzo. Dal 2002 ha lavorato con Emanuela
De Cecco per la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo ed ha collaborato con Sergio Risaliti nel progetto curatoriale
Quarter Relocated, Torino. Insegna storia dell’arte. E’ autore di unleaded, format per l’arte contemporanea di
youdem.tv. Dal 2007 ha curato mostre e seguito progetti per diversi spazi pubblici e privati.
Maria Rosa Sossai è critica d’arte e curatrice. Insegna Linguaggi multimediali all’Accademia Cignaroli di Verona. Dal
2005 al 2008 ha curato progetti site specific per il museo d'arte contemporanea MAN di Nuoro. Nel 2009 ha cocurato
la mostra internazionale Sounds & Visions Artists’ Films and Videos from Europe The Last Decade al Tel Aviv Museum.
Tiene regolarmente conferenze e seminari in istituzioni pubbliche e private. 2011: cura insieme ad Avelino Sala, il
progetto espositivo L’arte dell’ospitalità all’Accademia Reale di Spagna a Roma. Nel 2009 ha fondato l’associazione per
l’arte contemporanea esterno22. Ha pubblicato ‘Artevideo, storie e culture del video d’artista in Italia’, (2002) e "Film
d'artista, percorsi e confronti tra arte e cinema" (2008) (Silvana Editoriale)
Si ringraziano
PD – Dipartimento Cultura; Giorgio Fasol; galleria Monitor, Roma; Studio La Città, Verona.
Contatti:
Ufficio Stampa del Partito Democratico
Roberto Seghetti r.seghetti@partitodemocratico.it
Chiara Muzzi c.muzzi@partitodemocratico.it
Immagine: Anna Galtarossa
domenica 15 maggio ore 18:30
sabato 25 giugno ore 18:30
sabato 9 luglio ore 18:30
Piazza del Popolo, L'Aquila