Work in' Mali. Il fotografo carpisce documenti diretti ed immediati di una condizione oggettivamente problematica, con la volonta' di comunicare nella visione d'insieme un dato di fatto: la situazione del Mali.
a cura di Elisa Govi e Maurizio Lamorgese
Abstract – La fotografia di Gigi Montali è testimonianza di una delle molteplici realtà che appartengono allo stato attuale del mondo, del nostro mondo: il Mali, una ferita d' Africa inghiottita dal deserto e riposta con cura nel sottoscala della ragione occidentale, una terra dimenticata e lo stoico procedere delle popolazioni autoctone.
Lo sappiamo, il valore documentale delle immagini appartiene alla genetica della fotografia, sin dalle origini: come registratore della realtà, per costruire un archivio, specchio per il presente e enciclopedia per il futuro, il documento fotografico avrà sempre ragione di esistere.
Era il 1932 quando Lewis W. Hine pubblicò “Men at work”, una serie di immagini di lavoratori d'America, compresi gli operai dediti alla costruzione dell'Empire State Building. Come allora, la serie “Work in Mali” oggi è lontana dalla ricerca dell'effetto drammatico, sensazionale, del giudizio urlato.
L'Autore carpisce documenti diretti ed immediati di una condizione oggettivamente problematica, con la volontà di comunicare nella visione d'insieme un dato di fatto. C'è desiderio di comprensione in queste immagini, eppure è raro l'indugio sui dettagli d'effetto; a dominare è la discrezione di chi osserva da lontano, con occhio straniero, il rispettoso tentativo di catturare il tutto come contenitore di ogni piega di presente utile alla memoria, perché la cognizione ha bisogno di ricordo, sospensione del giudizio, confronto di verità, a partire dalle manifestazioni concrete che le attestano.
Opening sabato 4 giugno, ore 19.30
Fonderia delle Arti
Via Assisi, 31 - Roma
Orario apertura, da lun a ven 09,00 – 20,00 / sabato 10,00 – 16,00
Ingresso: tessera associativa euro 2,00