Matteo Basile'
Olivo Barbieri
Giacomo Costa
Robert Gligorov
Micha Klein
Fritz Kok
Stefano Marotta
Roberto Russo
Gianluca Marziani
Il limbo riguarda l'indefinizione fisica del contemporaneo. Uno stadio visibile che descrive la struttura ibrida di certi paesaggi, le distorsioni del corpo reattivo, alcuni incastri tra presenza umana e spazi del vivere. A raccontarlo ci saranno sette autori, aderenti agli stimoli piu' elettrici del presente e all'idea di un immaginario da reinventare attraverso il nostro reale. Gli artisti, tutti legati ai codici tecnologici dei nuovi linguaggi, sviluppano iconografie figurative dai passaggi stranianti.
a cura di Gianluca Marziani
con
Matteo BASILE'
Olivo BARBIERI
Giacomo COSTA
Robert GLIGOROV
Micha KLEIN
Fritz KOK
Stefano MAROTTA & Roberto RUSSO
Inaugura, sabato 7 dicembre 2002, la mostra LIMBO a cura di Gianluca Marziani. Come indicano il titolo e gli artisti prescelti, il limbo riguarda l'indefinizione fisica del contemporaneo. Uno stadio visibile che descrive la struttura ibrida di certi paesaggi, le distorsioni del corpo reattivo, alcuni incastri tra presenza umana e spazi del vivere. A raccontarlo ci saranno sette autori, aderenti agli stimoli più elettrici del presente e all'idea di un immaginario da reinventare attraverso il nostro reale. Gli artisti, tutti legati ai codici tecnologici dei nuovi linguaggi, sviluppano iconografie figurative dai passaggi stranianti. Una mostra sul minimo scarto tra l'eccesso del reale e una plausibile vitalità dell'irreale. Un armonico intersecarsi di visioni distorte, ma sempre riconoscibili, del nostro presente.
Il limbo è uno stato d'animo dell'oggi
Il limbo come paesaggio dell'irrequietezza odierna
Il limbo è la geografia instabile dell'umanitÃ
Il limbo come conseguenza del progresso debordante
Basilé presenta alcuni ritratti dal recente ciclo "Lucia series". La sua cultura digitale crea pose ravvicinate dalle luci atemporali, frammenti di bellezza femminile con richiami sacrali, contaminazioni e ipnosi dello spazio scenico. Un mondo di primi piani che, citando la "classicità ", esce dal tempo concreto e racconta l'indefinizione del corpo contemporaneo.
Barbieri porta alcune immagini dal ciclo "Tribunali". Come sempre tornano i rapporti tra dettagli e fondale, le stranianti plasticità dei volumi, la finzione ottica dentro il vero. Con l'aggiunta di un vuoto metafisico dove l'assenza umana rende le atmosfere sospese e dilatate. Un viaggio nella realtà che diviene il limbo dello stato mentale.
Costa presenta opere dai cicli "Orizzonti" e "Cantieri". Costruiti con l'usuale perfezione elettronica, i suoi paesaggi sono ulteriori sguardi su un mondo senza figure umane. Uno spazio plausibile eppure assurdo, vicino alle nostre città ma sempre un pochino oltre il vero. Un luogo tra l'orizzonte impossibile e la claustrofobica astrazione dell'architettura urbana.
Gligorov porta opere dove il corpo vive una strana sospensione nello spazio. Un'attitudine ora domestica nel tuffatore dentro il salotto elegante, ora aliena nel volo fisico dei corpi nudi dentro la pura luce. Finché una massa indefinibile nel paesaggio scardina ogni certezza su dove siamo e cosa stia davvero succedendo. I corpi di Gligorov vivono il limbo delle proprie attitudini ambigue.
Klein è in mostra con due lavori sull'universo tra moda, club culture, design e stilismi postoptical. Il suo spazio lisergico mostra i limiti autoreferenziali di certi universi da copertina. E dimostra la falsità di chi insegue il trend senza valore aggiunto. La forza di Klein evidenzia lo spaesamento generazionale attraverso l'impatto attraente della "plastic culture".
Kok presenta il suo fascinoso mondo di sirene postcyborg. Quelle figure ibride ci spiazzano nei ritratti a figura intera. E ancor più nelle ambientazioni dentro piscine da laboratorio scientifico. Vediamo un mondo tra scienza e fantasia, tra progresso e delirio mentale, tra vecchia e nuova bellezza. L'inafferrabilità del delirio scientifico è in questo limbo della bellezza femminile.
Marotta & Russo confermano la loro analisi dell'avatar (il corpo sintetico dell'immaginario informatico) con alcuni nuovissimi pezzi. Lexus, avatar d'elezione artificiale, si incastra tra cultura digitale e realtà esterna, tra esperienza mentale e contenuti complessi. Un viaggio nelle geografie indefinibili dell'universo virtuale, attento ai risvolti psicologici ed emotivi di ogni narrazione elettronica.
inaugurazione: sabato 7 dicembre 2002 ore 18:30
la mostra prosegue fino al 16 gennaio 2003
3-G ARTE CONTEMPORANEA
via Poscolle 71/3
33100 Udine
043226145