L'arte di Tarshito e' un'arte popolare, raffinatissima, e profonda, come ogni autentica, sorgiva, arte popolare. Mercuriale, aurorale, dialogica. Ricca di stratificazioni, impulsi, palpiti, respiri nascosti.
Opere dell'Incontro
di
Tarshito
con
Ashok e Deepak (Rajasthan)
Sharma Purna Chandra Maharana(Orissa)
Poonam Deva- Mukesh Swami (Bikaner - Rajasthan) India
Andrea Natuzzi ,Enzo Ruta (Bari)
Aldolori ( Londra)
Hortsang Jamyang Tashi (Tibet)
Kunst halle
Associazione culturale arti visive Onlus
Ritratto di uomo con giardino
Opere dell'Incontro
L'arte di Tarshito è un'arte popolare, raffinatissima, e profonda, come ogni autentica, sorgiva, arte popolare. Mercuriale, aurorale, dialogica. Ricca di stratificazioni, impulsi, palpiti, respiri nascosti. Lo stile è dato dall'incontro, dall'abbraccio gioioso tra l'immaginazione, il pensiero, i materiali, le tecniche e le mani e gli occhi di chi esegue l'opera o ne gode la visione. Lo stile è dato dal respiro cosmico che mette in relazione virtuosa l'Animale ed il Vegetale, il Passato remoto, l'India, ed il Futuro prossimo, Londra, l'Oriente e l'Occidente, le Regioni del mondo e le Polifonie dei linguaggi, con il gesto dell'ospitalità che ogni anima porge all'altra anima. Un soffio, semplice, aperto. Sorridente come un tiglio in fiore. Un dono assoluto che ha il sapore, incredibile, del miracolo. Chi accoglie il dono deve mostrare un lembo del mantello della propria Anima. L'incontro avrà il profumo dolcissimo della scelta, della elezione, della santità . Ogni volta lo stile è diverso, così come diversi sono sempre gli incontri, i climi, il nostro umore, i suoni, il loro ed il nostro odore. Incontrare Tarshito, ed avere fra le mani, e sotto gli occhi, le opere nate dai suoi incontri, somiglia all'inoltrarsi in una foresta intricata. I sentieri ci sono, ma servono occhi puliti ed il coraggio di chi ignora, ma vuole conoscere, esserci, trovare la misura ovvero l'impossibilità di misurarsi: una foresta fitta, intricata. Un tempio cosparso di simboli.
L'eco di qualcosa di molto familiare ci raggiunge, ci sfiora, accarezza qualcosa che è nascosta da qualche parte, dentro di noi. E' celata. Non la mostriamo a nessuno. Nessun curriculum vitae ce la chiede. In Grecia, quella antica, la chiamavano Psychè, i Latini anima, in India Atman.
Quest'arte, questo modo di pensare l'arte, con grazia e leggerezza la rivela, finalmente, a noi stessi. E al mondo. Il giardino si apre. Il Parà deisos, il giardino nascosto, perduto, dell'Età dell'Oro sembra di nuovo possibile. L'hortus conclusus si dischiude, proprio come la corolla di un fiore all'Aurora, e lascia nascere una Nuova Umanità composta di tribù di Guerrieri d'Amore. Un nuovo, (antichissimo), modo di essere per l'Umanità . 'Eos, l'Aurora, aveva, ce lo rammenta spesso Omero, le dita di rosa, ma sappiamo che 'Eos significa, anche, Oriente.
Ogni volta che leggiamo una poesia nel nostro petto si apre uno spazio di silenzio in cui facciamo risuonare il canto, delicato o maestoso, così che ogni volta, come fosse un organismo vivente, la poesia ci viene incontro, ci abita sempre con nuove vesti, con suoni inauditi, con significati prima insospettati. Come un fiocco di neve su un pane profumato. Tarshito opera in modo analogo: percorre, instancabilmente, le strade del mondo in cerca di nuovi compagni ricchi di storia e di passione poetica. Umile e ridente. Alla ricerca dei Messaggeri, delicati e fedeli Guerrieri d'Amore. Sperduti nei sentieri lontani del nostro pianeta: è un gioire, un fiorire insieme. Il profumo è intensissimo, come il profumo della cera delle api. L'incontro è decisivo, per ognuno, e per noi, che siamo qui, più vicini, a coglierne il profumo. Le opere nascono, fioriscono, a più voci, benedette, profetiche, nel modo più normale e pulito che si possa immaginare. Gli arcangeli ci servono oggi, come il pane e l'acqua e l'aria. E' urgente! La Terra ha bisogno di questi messaggeri, per una Umanità che sappia di nuovo ascoltare ciò che giunge dal profondo della nostra umanità .
Tarshito incontra dunque i messaggeri. Li guarda e li riconosce, immediatamente, perché li conosce già . E registra accuratamente. Per nome e per cognome. E' facile: hanno fibre semplici, incorruttibili, anime perfettamente riconoscibili, ogni generazione ne contempla, per l'Umanità , un certo numero: lievi e fedeli, Guerrieri d'Amore.
Ognuno intento nella sua arte: hanno negli occhi la serietà del sogno e nelle mani la sapienza dei lepidotteri.
Ecco le tribù, sono cinque: la tribù dei fiori, uomini e donne dal cui corpo profumato d'amore spuntano fiori.
La tribù degli anelli: uomini e donne ci accolgono con il riso aperto dei petti, non ci sono più né mani né dita, solo abbracci, senza fine. La tribù delle radici: spuntano dal capo e dai piedi radici sottili che connettono le regioni dell'aria con le regioni del suolo.
Infine incontriamo la tribù degli Angeli e la tribù dei vasi. La prima è composta di autentici guerrieri, hanno smarrito le ali, ma non la memoria di esse, vi è un'impronta dietro le schiene, impercettibile, le armi sono bastoni, lance che hanno smarrito ogni aggressività , non ci sono punte per ferire né lame per tranciare, ma solo fiori, fiori, armi fiorite atte solo a diffondere profumi e levità . La tribù dei vasi è la più misterica, è quella che prediligo, perché mi pare di scorgervi un'urgenza di natura etica, spunta alle spalle dei componenti di questa tribù una sorta di cavità marsupiale in cui vorremmo accucciarci o nascondere piccoli tesori infantili. Nastrini, strani bottoni, pietruzze luccicanti, legnetti a forma di gatto o di coccodrillo.
Intuiamo l'esistenza di altre tribù, ve ne sono di certo delle altre, ancora più incredibili. Tarshito certo ce ne dirà non appena ne individuerà delle altre. Ma forse anche noi dovremmo partecipare a questo Gioco dell'Essere, non per banale smania di catalogazione, bensì per trovare nuove dimore al nostro Esserci in questo mondo. E ci viene la voglia di chiederci se anche noi non si sia membri, inconsapevoli di una di queste tribù o di altre non ancora riconosciute.
Il presente è il luogo, in cui il Passato ed il Futuro, irrimediabilmente, si incontrano. Ci sono dei fuochi. Scintille impercettibili. Pochi lo sanno. Solo alcuni sanno intravedere.
Ci illudiamo di vivere in un presente in cui, in realtà , non abitiamo consapevolmente.
L'incontro, l'arte dell'incontro, nel presente, fra ciò che era e ciò che sarà è, spesso, intimo, nascosto, poco significante. Non si concede con il clangore dell'evento. Niente fuochi di artificio. Niente artificio. Non vi sono né morti né feriti. Sinapsi impercettibili di lingue, fin lì, assolutamente estranee. Soffio di bocca in altra bocca. Sorrisi sotterranei. Carezze intercontinentali. Il tempo si capovolge. Ciò che era sarà ciò che è, ora, rivolto all'indietro. Importa solo che si sia fedeli e Guerrieri d'Amore. Bisogna rallentare. Fin quasi a fermarsi, sospendere il giudizio, trattenere lo sguardo, il respiro. E la Visione.
In tutto ciò ci pare di scorgere una speranza, tutta intima, raccolta, segreta. Ed una strada, autenticamente umanistica. Tarshito la ripercorre, in questo presente che ci accoglie, col sorriso negli occhi e i doni fra le mani,. E raccoglie doni, sorriso e gioia. Per noi. E per tutti coloro che sono in cammino.
Vito Intini per Tarshito
Vernissage Sabato 14 ore 18
alla presenza dell'Autore
(dal lun. al sab. dalle ore 18 alle 20)
Info: t. 0804055504
Kunsthalle
NOCI (BA)
Via sant'Agostino 63b
(dietro la Chiesa Matrice)
T: 080.4055504