Fondazione Merz
Torino
via Limone, 24
011 19719437 FAX 011 19719805
WEB
Maurizio Vetrugno
dal 20/7/2011 al 1/10/2011
mart-dom 11-19

Segnalato da

Ilaria Gai




 
calendario eventi  :: 




20/7/2011

Maurizio Vetrugno

Fondazione Merz, Torino

L'artista presenta l'opera 'Lead Baloon' a seguire jazz del trio composto da Elisa Marangon, Filippo Cosentino e Giovanni Sanguineti. La scultura e' formata da tre boomerangs in legno che sono realizzati come lacche cinesi nere e rosse o lasciati nel loro colore naturale di hardwood trattato ad encausto. Il titolo dell'opera (letteralmente pallone di piombo), in contrasto evidente con la scritta che ognuno porta 'I Love You', definisce di fatto uno stato d'animo. Nell'ambito di Meteorite in Giardino 2011.


comunicato stampa

Maurizio Vetrugno presenta Lead Baloon (2011)

Performance musicale di Elisa Marangon, Filippo Cosentino e Giovanni Sanguineti

In collaborazione con Albamusicfestival e Novalis Contemporary Art. Rassegna a cura di Maria Centonze e Willy Merz

Per la rassegna di arte e musica Meteorite in Giardino 4, l’artista Maurizio Vetrugno presenta alla Fondazione Merz Lead Baloon (2011), unitamente al jazz del trio composto da Elisa Marangon, Filippo Cosentino e Giovanni Sanguineti. L’opera presentata in anteprima lo scorso 23 maggio all’Alba Music Festival di Alba sarà visibile, insieme ai lavori presentati di volta in volta durante le serate, fino al 2 ottobre 2011.

Lead Baloon di Maurizio Vetrugno è una scultura formata da tre boomerangs in legno, presentati come lacche cinesi nere e rosse o lasciati nel loro colore naturale di hardwood trattato ad encausto: montati ognuno su una barra metallica sottile e basculante, sono poggiati a loro volta su una base di andesite. L’artista, come sempre nel suo lavoro, pratica una forma di scultura che rimanda ad oggetti di uso quotidiano che, lui stesso afferma, “vengono in qualche modo traditi nelle loro funzioni. Nella deviazione del buon senso inteso come senso comune. Questi oggetti, i boomerangs, non avrebbero potuto essere dipinti, né ricamati come immagine su una tela, né fotografati. Rimandano solo a se stessi come oggetti negati”. In questo caso il boomerang, usato ancora oggi come arma da caccia, conserva nella fantasia collettiva qualcosa di magico; inoltre, il suo ritrovare la strada e rifare al contrario lo stesso percorso da cui è partito, ha fatto sì che l’oggetto potesse diventare un giocattolo dall’apparenza innocua, a differenza di altre armi-giocattolo.
Il titolo dell’opera (letteralmente pallone di piombo), in contrasto evidente con la scritta che ognuno porta I Love You, definisce di fatto uno stato d’animo: un messaggio che può o è diventato uno Scherzo Pesante. Viene in mente che la dichiarazione d’amore lanciata con un oggetto contundente non possa tornare indietro senza rischi. Perché palloni di piombo? Si sa che quelli non volano se non con un propulsore di energia che può essere anche negativa!
“Il boomerang è pur sempre un’arma, il cui scopo che non sfugge a nessuno, è di tramortire il bersaglio o ritornare nelle mani di chi sta cacciando. E’ cosi che succede nella lotta amorosa?” si chiede l’artista Maurizio Vetrugno, “è ancora lecito parlare di amore? E comunque questi boomerangs che dopotutto potrebbero anche volare, tornano davvero nelle mani di chi li lancia senza che ci sia stato una perdita da parte del cacciatore? Questo è lo scherzo pesante...”

La grande musica jazz del Novecento è protagonista del programma musicale della serata: l’inedito trio Marangon-Cosentino-Sanguineti propone un viaggio attraverso melodie e armonie che hanno contribuito a trasportare nella modernità questo linguaggio musicale. Modernità appunto: spesso grazie al genio dei compositori si è suonata musica “fuori dalla propria epoca” ed è il caso dei brani di Duke Ellington e Cole Porter che hanno scritto melodie meravigliose ma con armonie – e regole – che solo qualche decina d’anni più tardi si sarebbero trasformate in consuetudine compositiva. Tre sono le caratteristiche principali che un brano jazz deve possedere: la prima è la sorpresa, ovvero stupire l’ascoltatore; la seconda è la varietà data dalla componente africana che questa musica si porta dietro e l’ultima è quel-non-so-che data dall’influenza iberica di cui il jazz ha tanto risentito. Questi elementi hanno agito sui compositori in diverse maniere e spesso ha portato alla realizzazione di pagine di musica più riflessiva e meditativa come quella proposta con i brani di Kenny Wheeler e A. Carlos Jobim.

Ufficio Stampa: Ilaria Gai, 338 9230234. Carola Serminato 349 1299250, stampa.fondazionemerz@gmail.com

Giovedì 21 luglio dalle ore 21.30

Fondazione Merz
via Limone, 24 Torino
Orari: mart-dom 11-19
ingresso libero fino a esaurimento posti

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