Nella prima sala, un lavoro installativo, The Hours, costituito da sessanta clessidre della medesima grandezza; nella seconda sala espositiva, si pongono quattro grandi tele, che propongono una figura stilizzata, rappresentata di spalle e una installazione.
Lo Studio Dabbeni presenta la sua terza mostra personale dell’artista Luca Frei (nato a Lugano nel 1976, vive a Malmö, in Svezia).
Nella prima sala, un lavoro installativo, The Hours, costituito da sessanta clessidre della medesima grandezza, poste su scaffalature metalliche. In questo, il tentativo di dare rappresentazione concreta ad un tempo che risulta frammentato, ma anche moltiplicato. L’artista intende suscitare un magnetismo esperibile da chi entra in contatto con l’opera, che si esprima attraverso l’atto di invertire questi strumenti di misura, quando la sabbia si sia venuta a depositare sul fondo. Quasi a fungere da contraltare a questo lavoro, una serie di disegni a carboncino che rappresentano linee simili a bastoncini di incenso che, sfumate con il dito, richiamano alla mente l’idea del fumo che sale verso l’alto.
Di fortissimo impatto emotivo per lo spettatore, nella seconda sala espositiva, si pongono quattro grandi tele, che propongono una figura stilizzata, rappresentata di spalle. Non è percepibile un profilo umano, tuttavia la figura mostra una parte di volto, di lato, molto sinteticamente definito, e la testa assume l’aspetto di una calotta. Accanto al nero, l’artista si esprime attraverso un raffinato e sapiente uso di intarsi di colore. In 9 settembre-29 ottobre, le due date di apertura e chiusura della mostra realizzate in tubo al neon vengono disposte, rispettivamente, all’interno delle due sale principali della galleria. Lo spettatore, per percepire compiutamente l’opera, deve spostarsi da una sala all’altra, operando uno spostamento che presuppone una temporalità, ma anche una capacità di sintesi che chiama in causa la memoria.
Luca Frei ha rappresentato la Svizzera alla XXII Biennale internazionale del Cairo (2010). È stato in Egitto, in quel periodo immediatamente precedente la rivoluzione del 25 gennaio di quest’anno, che si sono approfondite nell’artista queste riflessioni legate al tema del tempo; in mostra, Frei presenta la fotografia di una moneta da cinque piastre che gli venne donata in quel contesto, dal titolo Something for you to remember me.
Journal è una serie costituita da otto fotografie, riproduzioni di lavori realizzati tridimensionalmente dall’artista, in cui frasi estratte dal diario della poetessa argentina Alejandra Pizarnik vengono stampate su strisce di carta. Solo una frase, “Unbearable tension of color and form. Everything was on my side”, appare integralmente leggibile. Altrove, le strisce vengono piegate dall’artista e collegate da un esile filo di ferro. Il testo diventa illeggibile e pertanto solo evocato, le strisce paiono richiamare illustrazioni botaniche.
La ricerca di Luca Frei, in passato fortemente ancorata ad una riflessione sui temi della pedagogia, del linguaggio, della realtà istituzionalizzata, si esprime in questa mostra attraverso quell’apertura, che lo contraddistingue da tempo, a nuovi temi e motivi, senza che mai vengano meno forza e intensità di pensiero. Emblematiche, le sue figure alla Malevič, e il loro dialogo solo apparentemente muto.
Valentina Bucco
Inaugurazione 9 settembre 2011 ore 18
Studio Dabbeni
Corso Pestalozzi 1 - Lugano
mar-ve 09.30-12.00 - 14.30-18.30, sab 09.30-12.00-14.30-17.00
Ingresso libero