Biffi Arte c/o Palazzo Marazzani Visconti
Piacenza
via Chiapponi, 39 (piazza Sant'Antonino)
0523 1720408 FAX
WEB
Mauro Patrini e Ugo Locatelli
dal 16/9/2011 al 7/10/2011
martedi-sabato 10.30-12.30 e 16-19.30, chiuso giovedi pomeriggio

Segnalato da

Elisa Molinari



approfondimenti

Mauro Patrini
Ugo Locatelli



 
calendario eventi  :: 




16/9/2011

Mauro Patrini e Ugo Locatelli

Biffi Arte c/o Palazzo Marazzani Visconti, Piacenza

La mostra di Patrini 'Nato Oggi' segna il punto di partenza di un nuovo percorso artistico volto a valorizzare le potenzialita' espressive della scagliola, una tecnica nata nel Seicento. 'Un istante continuo' e' invece una sintesi antologica sulla ricerca artistica di Locatelli 'dal 1962 a oggi: dalle immagini fotografiche degli anni '60 a quelle piu' recenti, dalle installazioni a interventi in spazi pubblici, alle mappe e ai libri.


comunicato stampa

Mauro Patrini - Nato Oggi

La Galleria Biffi Arte di Piacenza, sabato 17 settembre alle ore 18 inaugura la personale di Mauro Patrini, dal titolo Nato Oggi.

Mauro Patrini è nato a Pizzighettone nel 1965. Fin dagli anni '80 si appassiona all'arte e alla pittura in particolare. Sperimenta forme artistiche tradizionali che, però, non lo appagano pienamente; decide pertanto di allontanarsi da questa realtà e si mette alla ricerca di nuove forme. Frequenta il Centro Europeo di Formazione degli Artigiani per la Conservazione del Patrimonio Architettonico di Venezia ed apprende diverse tecniche artigianali quali affresco e stucco marmo. Nei successivi quindici anni si dedica alla professione artigianale eseguendo commissioni di prestigio quali il restauro di Palazzo Carmi a Parma, la pavimentazione in scagliola del Coffee House nel Palazzo del Quirinale a Roma, il restauro dello stemma di Casa Lancellotti presso la Casa d'Aste Christie's a Roma e altri interventi in edifici pubblici e privati; in particolare, negli Stati Uniti, Peter Marino, noto architetto newyorkese, gli affida la realizzazione di imponenti decorazioni presso una villa privata a Palm Beach, in Florida. Inoltre, collabora al restauro del Tiepolo nella chiesa dei SS. Faustino e Giovita a Brescia. Diventa docente di stucco marmo presso il Centro Europeo per i Mestieri della Conservazione “Pro Venezia Viva” di Venezia e la Fondazione Villa Fabbris di Thiene. L'esperienza artigianale comporta per Patrini la conoscenza e la sperimentazione di materiali plastici che gli sembra possano meglio rispondere alle sue esigenze artistiche.

Dal 2004 riprende pertanto quell'attività trascurata vent'anni prima con tanta amarezza e si propone con opere d'arte concettuale. Il suo percorso artistico è l'evoluzione di pensieri ed emozioni che mettono al centro l'essere umano, la sua natura e la sua capacità di ascoltare e di comunicare. Le prime opere, Le Città, nascono inizialmente dal desiderio di dare voce ad un bisogno personale: un forte senso di disagio, di insofferenza che lo spinge alla ricerca di un modo per lenire il continuo senso di insoddisfazione. E la sua fiducia ricade sull'essere umano e sulla sua tendenza all'empatia. E la città diventa il simbolo di quella umanità capace di infondere un senso di accoglienza e di appartenenza. Ma la realtà è altra: la tendenza dell'uomo al disfacimento e all'autodistruzione, testimoniata da questo nostro tempo caotico, violento e insensibile, prevale sulla sua capacità di comprendere cosa provino gli altri; pertanto egli prende le distanze da quel mondo in cui avrebbe dovuto riporre la sua fiducia.

La mostra rappresenta la naturale evoluzione del pensiero di Patrini: l'uomo non è perduto, ma per recuperare la sua dimensione umana deve ritrovare i valori, le emozioni e le sensazioni che lo resero grande in epoche ormai remote. E' questa la prima volta che Patrini espone i suoi lavori in scagliola e a questo si deve il titolo della mostra, “Nato oggi”; essa segna il punto di partenza di un nuovo percorso artistico volto a valorizzare le potenzialità espressive della scagliola, una tecnica nata nel Seicento con finalità decorative e che l'artista decontestualizza per riproporla in chiave moderna. La tecnica delle scagliola, come tutte le tecniche antiche, porta in sé una carica emotiva e artistica che chi la osserva, pur ignorandone la storia, riesce a percepire. Una forza comunicativa che la mostra cerca di fare emergere nel percorso espositivo. La scagliola, simbolo di virtù lontane nel tempo, viene rivista in chiave contemporanea quasi fosse un vecchio saggio portatore di un insegnamento che il mondo moderno non può ignorare. Un messaggio che si esprime sia attraverso una sintetica comunicazione verbale, ma che si traduce soprattutto in sensazioni tattili e visive che riportano l'uomo ai primordi della comunicazione stessa, come un filo invisibile che unisce il passato al presente e al futuro.

L'uomo sembra infatti aver dimenticato l'aspetto istintuale del suo essere e ha privilegiato solo quell'aspetto intellettivo che da esso si è evoluto; le opere più recenti cercano invece di risvegliare nell'uomo la sua capacità di emozionarsi, positivamente o negativamente, combinando elementi che facciano leva sia sulla sfera sensoriale che intellettiva. La tecnica antica, le superfici levigate, i colori, carichi talvolta di un valore simbolico, le parole, le forme, i materiali, tutto concorre a far emergere nell'uomo la consapevolezza di quali sono i mali del nostro tempo e a trovare un canale comunicativo con l'altro attraverso il quale lasciar fluire una serie di pensieri, idee, emozioni e sensazioni che ricordino all'uomo qual è la sua vera natura, affinché possa recuperare il senso di ciò che è stato e che ancora potrebbe essere se solo si rendesse conto che l'essere conta più dell'avere.

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Ugo Locatelli - Un istante continuo

La mostra e' una sintesi antologica sulla ricerca artistica di Ugo Locatelli attraverso opere e progetti realizzati con diversi mezzi dal 1962 a oggi: dalle immagini fotografiche vintage degli anni '60 a quelle piu' recenti, dalle installazioni a interventi in spazi pubblici, dalle mostre portatili alle mappe e ai libri, dalla scrittura al disegno, dai light box alle videoproiezioni. Sul titolo della mostra l'autore commenta: "Un istante continuo accosta due parole che apparentemente esprimono concetti opposti: nella vita quotidiana il tempo, diviso in istanti-frazioni per esigenze pratiche, non coglie il continuo fluire della vita; il flusso e' il tempo della coscienza, che scorre continuamente intrecciato all'istante precedente e a quello successivo. Inoltre richiama il termine istantanea, il cui tempo di posa e' si' molto breve ma, nel mio lavoro, e' come un frame del film che continua da quando ho iniziato a fotografare". Ugo Locatelli esplora dal 1962 l'immagine come intreccio di segni e possibilita' di produrre una sospensione di senso, di riaprire ogni situazione visiva che si presenti come definitiva. Una ricognizione nella quale il linguaggio fotografico non viene utilizzato per certificare l'esistenza di un elemento concreto, ma come metodo operativo per osservare e intensificare il visibile, e come strumento di riflessione dello sguardo (guardare il proprio guardare). Un'arte 'generativa' che promuove il contatto con il 'reale' oltre l'apparenza delle cose. Dal 1965 al 1972 una serie di mostre in Italia e all'estero segnalano le modalita' d'uso del linguaggio visivo, e alcune risonanze con il metodo di scrittura di Raymond Roussel, il pensiero di Marcel Duchamp, le indagini sulla realta' di Yves Klein, Rene' Magritte e Piero Manzoni. Sono inoltre significativi i progetti realizzati con l'artista francese Ben Vautier del movimento Fluxus (Festival internazionale Non-Art, nel 1969) e con lo scrittore Sebastiano Vassalli (Teatro Uno - Il Mazzo. Il gioco del teatro del Mondo, esposto alla Biennale di Venezia del 1972 nella sezione "Il libro come luogo di ricerca"). Dal 1972 Locatelli intensifica la riflessione e lo studio sul significato di opera d'arte nel mondo contemporaneo e sull'interazione fra i saperi.

Dal 1997 sviluppa il concetto "Areale", verso un'ecologia dello sguardo e del pensiero. L'autore definisce areale un intreccio continuo fra mondo esterno e mondo interiore; lo spazio sottile, ma infinitamente grande, fra realta' e letture della realta' . Un campo sfumato fra reale e irreale, o diversamente reale, nel quale l'apparenza e' la superficie di un giacimento da esplorare. Un percorso mai finito o finale, popolato di cose che ci sono e si vedono, di cose che ci sono ma non si vedono, di cose che si vedono ma non ci sono (www.areale.it). Una pratica artistica che promuove la consapevolezza dello sguardo attraverso slittamenti di prospettiva e che mette continuamente in dubbio l'esclusivita' dell'autore: ogni immagine, singola o multipla, non e' un'opera - finestra chiusa in se stessa, ma uno schermo che si apre a possibilita' di nuovi significati, perche' "lo sguardo ha innumerevoli punti di vista". Il percorso espositivo si snoda a ritroso in cinque sale della Galleria Biffi Arte, con una selezione di opere dal 2011 al 1962: light box, video, stampe fine art e vintage, originali multipli, oggetti. La sintesi antologica e' guidata da schede informative e integrata con documenti visibili per la prima volta in una raccolta organica: schemi progettuali, manoscritti, glossari, pubblicazioni, tesi di laurea svolte sia sulla ricerca attuale dell'autore che sul suo lavoro nel decennio 1962 -1972.

Inaugurazione 17 settemrbe ore 18

Biffi Arte c/o Palazzo Marazzani Visconti
via Chiapponi, 39 - Piacenza
Aperto da martedì-sabato 10.30-12.30/16-19.30 chiuso giovedì pomeriggio

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