Punto di partenza delle sculture in mostra e' il concetto di leggerezza. L'artista proietta il suo mondo interiore usando le idee come modello e la materia come strumento.
a
cura
di
Marisa
Vescovo
“L’insostenibile
leggerezza
della
materia”
è
il
titolo
della
personale
dello
scultore
Valerio
Tedeschi
che
inaugura
da
Claudio
Bottello
Contemporary
venerdì
23
Settembre
fino
al
27
ottobre
2011.
Il
titolo
è
un
esplicito
richiamo
a
“L’irresistibile
leggerezza
dell’essere”
di
Milan
Kundera,
ma
anche
un
rimando
alle
più
belle
definizioni
di
“leggerezza”
che
sono
presenti
nell’opera
di
Italo
Calvino:
“Lezioni
americane.
Sei
proposte
per
il
prossimo
millennio”
in
cui
lo
scrittore
esprime
un
messaggio
fortissimo
di
libertà
umana,
un
messaggio
non
privo
di
ribellione
contro
il
peso
di
una
costrizione
che
non
è
mai
solo
estetica,
ma
è
sempre
anche
sociale.
La
“leggerezza”
è
il
fil
rouge
tra
il
lavoro
di
Tedeschi,
la
leggerezza
di
Calvino,
come
sinonimo
di
libertà
e
quella
di
Kundera
per
cui
“Il
peso
del
vivere
sta
in
ogni
forma
di
costrizione:
la
fitta
rete
di
costrizioni
pubbliche
e
private
che
finisce
per
avvolgere
ogni
esistenza
con
nodi
sempre
più
stretti.”
Il
lavoro
di
Tedeschi
però
non
si
ferma
soltanto
al
paradosso
più
evidente,
cioè
quello
tra
il
peso
del
marmo
(il
materiale
che
lui
lavora)
e
l’effetto
leggerezza
che
trapela
da
ogni
sua
opera,
ma
propende
a
far
scaturire
nuovi
ed
ulteriori
paradossi.
“L’autore
si
pone
nei
confronti
del
materiale
come
un
demiurgo
che
proietta
il
suo
mondo
interiore,
usando
le
idee
come
modello
e
la
materia
come
strumento,
dando
così
vita
ad
un
nuovo
ordine”,
come
sottolinea
la
curatrice
Marisa
Vescovo.
Il
marmo
che
Tedeschi
utilizza
è
bianco
e
il
bianco
indica
l’assenza
di
colore,
il
suo
grado
zero
e
quindi
i
fantasmi,
le
apparizioni,
la
morte,
l’inquietudine
a
cui
Tedeschi
accosta
materiali
effimeri
come
cotone,
filo
chirurgico
da
sutura,
resine,
piume,
paraffina,
caucciù,
vetri,
oggetti
di
cristallo
come
bicchieri,
tazze
e
barattoli,
palline
da
ping-‐
pong,
mettendo
ricerca
sui
concetti
di
materiale/
immateriale,
sull’idea
di
leggerezza,
sull’erotismo
della
superficie
in
mutazione.
Non
a
caso,
una
delle
opere
più
affascinanti
e
presenti
in
mostra
è
“Things
that
happen,
2010”,
che
consiste
in
un
parallelepipedo
il
cui
angolo
si
alza
verso
l’alto
a
cercare
l’idea
del
volo
sorretto
“insostenibilmente”
da
una
piuma
—
un’idea
che
ci
riporta
ad
un
mondo
come
costituito
d’atomi
senza
peso
che
aleggiano
nello
spazio.
Un
altro
tema
e
un
altro
paradosso
contenuto
nel
lavoro
di
Tedeschi
è
il
concetto
di
“pelle”
e
infatti,
come
osserva
ancora
la
Vescovo:
“Guardando
con
attenzione
tutte
le
opere
di
questo
scultore
non
possiamo
non
constatare
che
in
fondo
tutto
il
lavoro
di
Tedeschi
è
legato
al
concetto
di
“pelle”:
è
un
lungo
racconto
su
questo
organo,
nello
stesso
tempo
permeabile
e
impermeabile,
superficiale
e
profondo,
veritiero
e
ingannatore,
generatore
e
dispensatore
di
virus
e
di
malattie”.
Ed
infine
il
concetto
di
“oggetti”
e
di
“cose”
sono
gli
altri
due
elementi
che
appartengono
alla
poetica
dell’autore,
in
particolare
in
opere
quali:
“Things
that
happen”,
2009
(con
pallina
da
pin
-‐pong
),
oppure
“Clienti”,
2009
(paraffina,
vetro,
alluminio),
in
cui
l’artista
cerca
di
dare
una
risposta
al
desiderio
di
offrire
alle
cose
una
responsabilità
culturale,
creando
con
esse
un
rapporto
sensuale
piuttosto
che
razionale,
corporeo
piuttosto
che
spirituale,
emotivo
piuttosto
che
logico.
Valerio
Tedeschi
è
nato
nel
1958
a
Verbania,
risiede
e
lavora
a
Mergozzo
sul
Lago
Maggiore.
Dopo
aver
frequentato
il
Liceo
Artistico
di
Novara,
si
trasferisce
nel
1979
a
Londra,
dove
approfondisce
diversi
aspetti
della
sua
personalità
creativa,
svolgendo
attività
di
musicista
di
area
jazz.
Vive
dal
1982
al
1988
in
Sicilia,
a
Palermo
e
Siracusa,
dove
collabora
tra
l’altro
alla
rivista
“
Tema
Celeste”
di
Demetrio
Paparoni.
Dal
1988
frequenta
i
laboratori
di
scultura
di
Carrara,
svolta
decisiva
nelle
sue
determinazioni
poetiche.
Da
allora
a
oggi
ha
partecipato
a
numerose
mostre
e
iniziative,
è
presente
in
collezioni
private
e
museali,
e
realizzato
diverse
opere
pubbliche
sia
in
Italia
che
all’estero.
Testo
critici
di
Marisa
Vescovo
e
Leonida
Kovac
Ufficio stampa
PAOLA VARALLO PRESS AGENCY 3470883394 paolavarallo@gmail.com
Inaugurazione:
venerdì
23
settembre
2011,
ore
18
Esposizione a partire dal
26
settembre
Claudio
Bottello
Contemporary
Via
Bogino
17H,
Torino
Orario:
lun.
-‐
ven.
10,30
-‐
12,30
/
15,00
-‐
19,00
Ingresso libero