Celeste Boursier-Mougenot
Surasi Kusolwong
Giuseppe Costa
Daniele Fabiani
Eleonora Fossati
Giuseppe Zappala
Andrea Lissoni
From here to ear (v.15). L'artista, che trova del potenziale musicale in qualsiasi cosa e la esplora in relazione alla teoria del caos e alla quotidianita', presenta quest'installazione dopo l'esposizione presso il Barbican Art Center. In concomitanza con l'opening, Surasi Kusolwong, insieme a Giuseppe Costa, Daniele Fabiani, Eleonora Fossati e Giuseppe Zappala', presenta due nuove live-performance.
a cura di Andrea Lissoni
Céleste Boursier-Mougenot (classe 1961) è un artista visivo francese che trova del potenziale musicale in qualsiasi cosa ed esplora la musica in relazione alla teoria del caos e alla quotidianità. Negli ultimi due decenni, le avventure soniche dell'artista francese si sono misurate con aspira polveri che hanno suonato come fisarmoniche, con stoviglie fluttuanti che sono diventate strumenti a percussione, con suoni della strada processati e rielaborati. E, in particolare, con uccellini, che hanno suonato chitarre e percussioni nella più poderosa tradizione della musica indie e sperimentale, producendo un incrocio musicale fra Sonic Youth e avanguardia.
Boursier-Mougenot non nasce come artista visivo, ma come musicista con un'educazione al Conservatorio di Nizza e una attività come compositore per nove anni (1985-1994) per la Pascal Rambert Theatre Company, un gruppo teatrale d’avanguardia. A poco a poco si è spinto verso l'arte contemporanea e, a partire dai primi anni del 1990, ha iniziato a esporre installazioni sonore in musei, gallerie e spazi espositivi, luoghi perfetti per le sue originali composizioni che sono lentamente entrate nel repertorio delle opere memorabili dell'ultimo decennio.
Nel suo approccio c'è qualcosa di John Cage, sostenitore del claim: "tutto ciò che facciamo è musica", eppure Boursier-Mougenot non abbraccia il caos di suoni che inonda la vita quotidiana come Cage, ma rielabora ed orchestra situazioni in cui qualcosa di casuale, è in grado di creare nuovi tipi di musica, o di rivelare mondi nascosti, coinvolgendo spesso il pubblico - specialmente quello più giovane - nella partecipazione dell’opera, come accade in from here to ear quando un uccellino sceglie di scendere a terra o volare su una chitarra.
from here to ear (v.15), l'installazione che Boursier-Mougenot presenta presso il Cubo di HangarBicocca, curata da Andrea Lissoni, è una versione specialmente concepita per lo spazio più spettacolare di Hangar, e giunge a Milano in un inedito allestimento dopo l'enorme successo di pubblico e di critica ricevuto a Londra in occasione della sua esposizione presso il Barbican Art Center nella primavera del 2010. L’installazione prosegue la tradizione di attenzione a forme d’arte sperimentali ma di grande impatto iniziata da Fondazione Hangar Bicocca con il progetto Terre Vulnerabili, che proseguirà il 13 ottobre con la diffusione dal vivo della composizione musicale La Stazione dell’artista svizzero Herbert Distel.
Il lavoro di Boursier-Mougenot è radicato nello spazio, un paesaggio artificiale che è stato attentamente calcolato dall’artista. Che lo spazio sia una serie di piscine, come nell’opera Variation, (Pinacothèque, Sao Paolo, Brazil, 2009) o una lunga distesa di cemento circondata da erba e chitarre elettriche in bilico su leggii di metallo, utilizzati nella tanto acclamata From Here to Ear (Gallerie Xippas, Paris, France, 2008), l’artista sfrutta con successo la natura e la natura umana in questi ambienti nel loro più alto e inutilizzato potenziale musicale.
Boursier-Mougenot, già insignito di numerosi premi, quali il Golden David Award, (David Contemporary Art Academy) nel 2009, l’AFAA Artistsʼ Studio Program (P.S.1 – Institute for Contemporary Arts) nel 1998 e il FIACRE Grant sia nel 1997 che nel 2004, è capace di toccare una larga varietà di pubblico attraverso una vasta scelta di media all’interno di uno spazio controllato, nel suo innovativo approccio verso la combinazione di elementi familiari della vita: ciò che è apprezzato universalmente – la musica – e ciò che è generalmente dato per scontato – il quotidiano, un risultato che è stato raggiunto raramente e mai nella sua personalissima maniera.
Il video on-line della sua installazione From Here to Ear ha contato più di mezzo milione di visite a testimonianza dell’attrazione universale verso il suo lavoro, che risulta ancora più accattivante se visto di persona. Nonostante la diffusa popolarità della sua arte, Boursier-Mougenot integra la scienza, qualcosa che è generalmente considerato essere difficile e specialistico, nel creare ordine nel caos.
Nella sua opera Virus (2006) Céleste Boursier-Mougenot crea ad esempio un’immagine filtrando il ritorno video che è proiettato su una parete bianca. L’effetto che questo produce è una forma, sottile, curiosa e sottilmente grottesca, che riecheggia il formarsi di un virus, il titolo dell’opera. Elementi visivi sono anche presenti in altre sue installazioni come un fattore necessario, per esempio gli stessi fringuelli zebrati che saltellano sulle corde delle chitarre in from here to ear, che integrano ulteriormente le componenti musicali delle sue creazioni.
Boursier-Mougenot usa dunque una variabile controllata - un ambiente, oggetti e/o animali scelti in maniera specifica - in relazione a una variabile indipendente - il comportamento di questi elementi controllati tra di loro - per creare una casualità intenzionale. Questo approccio è dimostrato al meglio nell’opera Index (Théâtre de Genneviliers, 2008-2009) nella quale dei file su un computer passano attraverso un codice che è stato attentamente progettato dall’artista ed emergono attraverso un pianoforte a coda al centro della stanza, alla maniera di Gyorgy Kurtag. Questa combinazione di concetto, calcoli e caso permette a Boursier-Mougenot di affermare che “gli oggetti devono essere lasciati parlare” o meglio “voglio rivelare il potenziale musicale di oggetti o materiali che non sono prodotti per le loro qualità acustiche”. Nella sua monografia l’artista è descritto come un “hacker della vita”, qualcuno che si inserisce nella esperienza umana attraverso una serie di azioni intelligenti e altamente testate e ritrova il suo codice musicale e visivo.
Le sue opere sono esposte in collezioni sia private che pubbliche in tutto il mondo, tra cui: Centre Georges Pompidou, Parigi; Museum of Old and New Art, Hobart, Tasmania; Israel Museum, Gerusalemme; San Diego Museum of Contemporary Art, La Jolla, CA; Fonds National d’Art Contemporain, Parigi; Fonds Régional d’Art Contemporain (FRACs), Francia.
Mercoledì 5 ottobre 2011 in concomitanza con l'opening della mostra temporanea di Céleste Boursier-Mougenot from here to ear (version 15), l'artista tailandese Surasi Kusolwong, insieme a Giuseppe Costa, Daniele Fabiani, Eleonora Fossati e Giuseppe Zappalà, presenterà due nuove live-performance secondo i seguenti orari:
Ore 20.15
Invisible Academy
Performance di Eleonora Fossati, Daniele Fabiani, Giuseppe Costa, Giuseppe Zappalà e Surasi Kusolwong
Ore 20.45
1 Euro Suitcase Market (Never Say No to Povera), 2011
Performance di Surasi Kusolwong
Inaugurazione mercoledì' 5 ottobre ore 19.30
Fondazione Hangar Bicocca
Via Privata Chiese 2 Milano
Orari: da martedì a domenica 11.00 - 19.00. Giovedì 14.30 - 22.00. Lunedì chiuso
Ingresso gratuito