Tra arte e realta'. Un nucleo di opere nate da un'interpretazione fantastica della natura, in una combinazione tra i temi tipici della biologia, il gioco ludico e la simbologia legata al mito.
In concomitanza con la settima edizione della "Giornata del contemporaneo" e dopo la fortunata
partecipazione ad alcune delle mostre collettive realizzate in questi stessi spazi, Jessica Carroll
torna alla Galleria d'Arte Maggiore di Bologna con una personale, fortemente voluta da Franco e
Roberta Calarota.
La presentazione di un nucleo significativo di opere, nate da un'interpretazione
fantastica e misteriosa della natura e selezionate con cura per questa esposizione, invita alla
riflessione sulla ricerca scultorea dell'artista. A scandire l'originale percorso espositivo sono infatti
anguille, api, seppie, acciughe, svariate tipologie di piante vegetali, pensate e realizzate per dare
corpo al tema della ricerca di direzione e del rapporto tra natura e tecnologia.
Una frizzante combinazione tra i temi naturalistici tipici della biologia, il gioco ludico e la
simbologia legata al mito, è ben evidente nelle opere di Jessica Carroll alla sua prima mostra
personale alla Galleria d'Arte Maggiore.
Nel percorso proposto da Franco e Roberta Calarota è
ben evidente come Jessica Carroll sfidi la fisicità del marmo e del bronzo per creare delle sculture
in movimento talmente leggere e fresche da togliere peso alla materia stessa di cui sono composte.
Ed è così che da lastre levigate di marmo nero del Belgio emergono fluttuanti anguille, animali
dalla vita misteriosa, destinati a ritornare nei luoghi in cui sono nati dopo aver attraversato l'oceano
ed aver subito una metamorfosi radicale che li trasforma da essere trasparenti a esseri opachi.
Sono
animali che permettono all'artista di “pensare alla possibilità di un ritorno alla purezza” evocando
intriganti teorie. “Lo stesso lavoro sull’opacità e sulla trasparenza” - spiega Jessica Carroll - “parte
da un’affascinante teoria evoluzionistica per cui tutte le creature viventi all'inizio erano trasparenti
perché non avevano necessità di entrare in relazione le une con le altre, man mano che hanno
cominciato a moltiplicarsi e ad incontrarsi hanno iniziato a opacizzarsi per nascondere le interiora
e distinguere così l’interno dall’esterno.” Al tema della ricerca di direzione e di orientamento si
rifanno anche i lavori sulle seppie e sulle api. Dal marmo bianco e dalla ceramica rifinita in oro
prendono vita e si alzano in volo questi insetti laboriosi che da sempre affascinano la fantasia
dell'artista. La forma sferica dell'alveare torna nelle palle di acciughe in bronzo in cui questi piccoli
pesci si intrecciano, dapprima in modo casuale e poi polarizzandosi verso un'unica direzione. Nella
seconda sala la mostra focalizza l'attenzione sul tema del vegetale e sul rapporto tra natura e
tecnologia. Anche nell'atmosfera più fredda e schematica della scienza emerge l'elemento
fantastico che unisce l'infinitamente piccolo all'infinitamente grande.
Opening: 6 ottobre ore 18, alla presenza dell'artista
Galleria d'Arte Maggiore
Via d'Azeglio 15 - Bologna
Orari di apertura: lun 16 – 19.30 / da mart a sab 10 – 12.30 e 16 - 19.30
Ingresso libero