Ricordo postumo. Una mostra che illustra il percorso artistico di Oberto, che seppur legato ai sui studi filosofici, si rivolge con particolare attenzione al segno pittorico.
a cura di Mario Napoli
S’inaugura, sabato 1 ottobre 2011 alle ore 17:00, presso SATURA art gallery,
Piazza Stella 5/1 Genova, la mostra “Omaggio a Martino Oberto” ricordo
postumo. La mostra, a cura di Mario Napoli, rimarrà aperta fino al 15 ottobre
2011 con orario dal martedì al sabato 15:30 – 19:00.
La ricerca artistica di OM prende avvio da personali studi filosofici attorno agli
anni cinquanta. La propensione a considerare il pensiero filosofico la principale
fonte per la creazione, lo conduce verso uno dei progetti più importanti e
complessi cui si dedica dal 1958 al 1971: ‘AnaEccetera’, rivista di filosofia
astratta e linguaggio. Ana è il prefisso che trasforma il significato profondo di
ogni termine o concetto, la personale lente che Oberto sfodera per rileggere il
mondo. Ana è anche l’inizio della parola “Anarchia”, segno della volontà di non
sottostare ad un ordine di parametri culturali prestabiliti, e simbolo
dell’atteggiamento utopistico di chi desidera agire (a)politicamente per mezzo
del linguaggio e, in definitiva, dell’arte.
Dopo l’esperienza editoriale legata ad ‘AnaEccetera’, il prefisso Ana non verrà
più abbandonato, ma subirà continui adattamenti terminologici (“Anafilosofia”,
“Anartattack”), dimostrando come il “testo ana”, che sia stampato o che sia
dipinto, costituisca l’unico atteggiamento filosofico possibile.
E’ l’idea della “prova a spensare”. “Io spenso”, afferma l’artista, manifestando
quella libertà che è la piattaforma di lancio del pensiero, la base di partenza da
cui tutto è possibile.
Nel 1974 Oberto è tra i firmatari del Manifesto della Nuova Scrittura, storico
gruppo composto da Vincenzo Accame, Ugo Carrega, Corrado D’Ottavi,
Vincenzo Ferrari, Liliana Landi, Rolando Mignani, Anna Oberto e Martino
Oberto, in cui, a fronte di un orientamento non univoco, si possono identificare
alcune precise intenzioni comuni, come quella di portare avanti una pratica
della scrittura come analisi specifica dei suoi processi interni, da cui deriva la
materializzazione visiva della scrittura stessa.
Negli anni Sessanta e Settanta è impegnato in diverse iniziative editoriali e
culturali: elabora il ‘Journal Anaphilosophicus’, aderisce al Circolo Anarchico
Ferrer, edita in autonomia ‘Aefutura’.
Dopo le esperienze di ‘AnaEccetera’ e della Nuova Scrittura, caratterizzate da
un uso più tipografico, concettuale e descrittivo della scrittura, Oberto si
rivolge con particolare attenzione al segno pittorico. La scrittura diviene più
poetica ed allusiva, fatta di aforismi derivati dalle numerose passioni di studio
filosofico e letterario, in cui i significati si condensano in pochi termini, aprendo
allo spettatore un panorama ricco di allusioni culturali.
A questa modalità corrisponde una gestualità libera, così libera che a volte
ignora (volutamente) ogni possibilità di comprensione attraverso il canale
convenzionale.
Mettendo a confronto il periodo degli anni Sessanta e Settanta con i decenni
successivi, si nota un mutamento (graduale) nel rapporto tra segno, intenzione
e significato: la tensione libertaria e la demolizione delle strutture logiche
grammaticali, che caratterizzava ‘AnaEccetera’ dava al lettore l’impressione di
potere interpretare il testo, per via della sua stesura, per così dire, più lineare,
talvolta tipografica. Ma si trattava di un’illusione, i testi erano volutamente
ermetici, proliferanti e volti a offrire un panorama stratificato di possibili
interpretazioni.
Quello stesso ermetismo ci viene restituito dall’artista attraverso il segno. Un
segno che dagli anni Ottanta diventa estremamente gestuale, pittorico, e tratta
il linguaggio con un codice non usuale, a fronte di una frase, uno slogan o un
aforisma che, per sua natura è un condensato di pensiero in poche parole.
Negli anni Novanta prende il via il progetto “Art attack”, e “Anartattack”, in cui
il segno si fa insistente fino all’horror vacui, ponendo la tela come soglia tra un
pensiero in entrata, che oltraggia e sfonda, e un pensiero in uscita. Dalla
membrana verso lo spettatore, la tela è la piattaforma di proiezione di un
universo mentale divenuto quanto mai denso e sempre più virtuale, potenziale.
Ma in fondo, scrive Oberto stesso in un recente lavoro, “non c’è niente da
capire per una lettura emozionale del testo”. (Lorena Giuranna)
Inaugurazione sabato 1 ottobre ore 17
Associazione Culturale Satura
Piazza Stella, 5/1 Genova
Orari: da martedì a sabato ore 15:30 – 19:00
Ingresso libero