Pablo Echaurren
Luca Barberini
Naghmeh Farahvash Fashandi
CaCO3
Aniko Ferriera Da Silva
Giuseppe Donnaloia
Martina Franca
Pavlos Mavromatidis Kavala
Benedetta Galli
Roberta Grasso
Takako Hirai
Samantha Holmes
Sonya Louro Do Rego
Sergio Policicchio
Alice Viviani
Nell'ambito della Notte d'Oro inaugurano 4 eventi: la mostra personale di Pablo Echaurren; il Festival del Mosaico, con 8 opere a mosaico e 45 disegni dall'Accademia di Belle Arti di San Pietroburgo; Il mostro della laguna, un'opera dell'architetto Simona M. Favrin composta da uno scheletro in acciaio e un'epidermide di vetro di Murano realizzata da Nicola Moretti; il Primo Premio Internazionale GAEM con le opere di giovani artisti internazionali.
Pablo Echaurren
Lasciare il segno (1969-2011)
9 ottobre – 11 dicembre 2011
La mostra Pablo Echaurren. Lasciare il segno ( 1969-2011) presso il MAR di Ravenna,
dal 9 ottobre all’11 dicembre 2011, realizzata grazie al prezioso sostegno della Galleria
d’Arte Maggiore di Bologna, ricostruisce l’intero arco dell’attività dell’artista, documentando
anche passaggi e momenti finora meno noti, attraverso un percorso non diacronico,
allestito per blocchi tematici e cicli. L’itinerario della mostra prende le mosse con le recenti
ceramiche della serie Baroque’n’Roll e prosegue con le opere d’esordio, gli smalti e
“quadratini” che fecero entrare l’artista appena diciottenne nella scuderia della galleria
Schwarz; le Decomposizioni floreali ottenute con matite e pigmenti su carta (1971); le
illustrazioni e i fumetti con le tavole della Vita disegnata di Dino Campana (1994); i collage,
dagli assemblaggi di cartoons, manifesti e carte futuriste d’epoca, alle composizioni sulla
musica rock. A seguire, l’itinerario si svolge attraverso le tarsie di stoffe imbottite, i poster,
per giungere alle opere recenti con le tele dedicate alla natura, a Roma, ma anche a
Ravenna, e si conclude con la serie di acrilici e carte degli anni Ottanta-Novanta, in cui
spicca un ciclo di lavori inediti realizzati nel 1989, ispirati al muro di Berlino.
Indifferente alle gerarchie che solitamente tendono a inquadrare l’attività creativa in settori
separati l’uno dall’altro, Pablo Echaurren è un artista nomade e mercuriale in grado di
muoversi tra arte e arti applicate, pittura e ceramica, video e scrittura, cultura e
controcultura. Nato a Roma il 22 gennaio 1951, esordisce sotto gli auspici del critico
gallerista Arturo Schwarz. Tra il 1973 e il 1975 espone a Roma, Milano, Basilea,
Philadephia, Zurigo, Berlino, New York, Bruxelles. Nel 1975 partecipa alla Biennale di
Parigi. I primi a segnalare il suo lavoro sono Cesare Vivaldi, Emilio Villa, Henry Martin,
Giuliano Briganti, Achille Bonito Oliva, ai quali in seguito si aggiungono, tra gli altri,
Renato Barilli, Enzo Siciliano, Enzo Biffi Gentili, Giovanni Testori, Vincenzo Mollica,
Gianluca Marziani e Antonio Pennacchi.
Sullo sfondo dell’ultima Pop Art, dell’arte povera, del minimalismo e del concettuale, nei
primi anni Settanta Pablo Echaurren mette a punto un proprio universo lessicale in cui
confluiscono varie sollecitazioni: il mondo miniaturizzato di Oyvind Fahlström e
Gianfranco Baruchello, il segno dell'antico maestro giapponese Hokusai, le citazioni
fumettistiche di Roy Lichtenstein, ma anche le immagini scientifiche dei libri di storia
naturale, zoologia e botanica, nonché l’orizzonte dei comics.
In questa fase realizza piccoli smalti su cartone e acquerelli, i cosiddetti “quadratini”, in cui
l’immagine risulta simultaneamente moltiplicata. Alla fine degli anni Ottanta dipinge le
prime tele, dando l’avvio a una ricerca alimentata dal dialogo con le matrici del moderno
(dal futurismo al Dada), da un lato, e con la cultura precolombiana e l’immaginario gotico,
dall’altro, che egli rivisita con la leggerezza dell’abitante abitante del villaggio globale,
nell’era della comunicazione veloce.
Figlio dell’epoca dominata dalla riproducibilità tecnica dell’opera d’arte, sin dagli esordi
della sua attività creativa Pablo Echaurren ha intrecciato uno stretto rapporto con l’editoria,
realizzando illustrazioni, manifesti, fanzine controculturali, fumetti sperimentali, libri, in
attuazione di quella dilatazione comunicativa, ispirata alle matrici delle avanguardie storiche
che si proclamavano per statuto a favore di un’arte destinata non ai musei ma alla strada.
Il suo segno è stato un’icona generazionale per i ragazzi degli anni Settanta grazie alla
copertina del best seller Porci con le ali. Da allora l’artista ha sempre mantenuto un intenso
rapporto con i movimenti e il sociale: ha partecipato all’esperienza di riviste, ha curato per
anni l’immagine del festival rock Arezzo Wave e, tra l’altro, ha animato un laboratorio
artistico con un gruppo di detenuti nel carcere romano di Rebibbia, da cui è nato il film
Piccoli ergastoli, presentato alla Mostra internazionale del cinema di Venezia nel 1997.
Autore di saggi (tra cui, Controcultura in Italia; Il suicidio dell’arte, 2001), romanzi e racconti
(Compagni, 1998; Delitto d’autore, 2002; L’invasione degli Astratti, 2004), è stato tra i primi a
cimentarsi nelle graphic novels, realizzando biografie per immagini dedicate a F.T. Marinetti,
Vladimir Majakovskij, Tristan Tzara, Pablo Picasso, Dino Campana, Ezra Pound ecc.
La scrittura, animata da un atteggiamento lucidamente ludico, è una componente essenziale
anche del suo lavoro pittorico. “Pittore di aforismi” concepisce opere aperte che, grazie ai
titoli enigmatici, automatici, basati spesso su giochi di parole, coinvolgono l’osservatore in
un rapporto interattivo nella ricerca di una o più possibilità di senso.
Nello sperimentare diversi mezzi espressivi, si è confrontato anche con la ceramica: a
partire dal 1990 ha realizzato a Faenza, nella bottega Gatti di Davide Servadei, una serie di
opere in cui ha ripreso il canone cinquecentesco della grottesca faentina, stravolgendone i
codici fino a sostituire le originarie immagini mostruose con i monstra del proprio
immaginario in un ironico gioco combinatorio dagli effetti paradossali.
Il primo decennio del Duemila lo vede impegnato a dipingere un nuovo ciclo di tele
dall’impatto fortemente cromatico, in cui si mescolano liberamente in una confusione
arcimboldesca dei prelievi, dei debiti e delle ascendenze, antiche drôlerie, interferenze
fumettistiche, ruvidezze punk, ma anche l’idea di arte come modo di pensare figurato,
l’allegoria, il metamorfismo, il grottesco, il gusto dello spiazzamento di derivazione barocca.
La composizione e l’horror vacui della decorazione sono sostenuti dal gesto, dall’uso del
dripping, dalle colature di colore, secondo una visione energetica e ritmica. Il costante
rapporto con la musica rock rende la sua opera una sorta di equivalente visivo della
sonorità.
Nel 2004 il Comune di Roma ricorda la sua attività con la mostra Pablo Echaurren. Dagli anni
settanta a oggi, al Chiostro del Bramante. Nel 2008 il Comune di Siena promuove una sua
esposizione nel Palazzo Pubblico, Magazzini del Sale, a cura di Claudia Casali. Dopo la
personale all’Auditorium di Roma (2006), a cura di Achille Bonito Oliva, dedicata alla sua
band preferita, i Ramones, nel 2007 Echaurren gira il film The Holy Family con Marky
Ramone come guest star. Nel 2009 il MIAAO (Museo Internazionale di Arti Applicate
Oggi) di Torino celebra il centenario del Futurismo con una mostra incentrata sul suo
lavoro. Nello stesso anno, nella personale L’invenzione del basso, all’Auditorium di Roma,
l’artista espone opere dedicate al basso elettrico e una selezione di strumenti della sua
collezione. Nel 2010-2011, allestisce l’antologica Chromo Sapiens presso il Museo della
Fondazione Roma, a cura di Nicoletta Zanella. Nel 2011, il MACRO di Roma ospita il
nuovo ciclo di ceramiche Baroque’n’Roll, a cura di Luca Massimo Barbero. Inoltre, è invitato
a esporre nel Padiglione Italia alla 54. Biennale di Venezia.
Ingresso: mostra + Pinacoteca intero €3, ridotto €2
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Festival del Mosaico
II edizione
9 ottobre – 5 novembre 2011
Mostra Frattur-Arte
Esposizione di 8 opere a mosaico realizzate da persone portatrici di handicap fisico e psichico che frequentano il Centro Diurno Socio Riabilitativo Don Oreste Benzi della Comunità Papa Giovanni XXIII – Sede di San Tomaso di Cesena.
La mostra si propone di sensibilizzare il pubblico riguardo alle tematiche della diversità e della disabilità, nella convinzione che l’arte possa aiuta la costruzione di una nuova cultura basata sul dialogo, l’incontro e il rispetto delle diversità.
Mostra Elogio della mano
Disegni dall'Accademia di Belle Arti di San Pietroburgo
Giungono dall'Accademia di Belle Arti di San Pietroburgo intitolata al grande pittore russo Repin i quarantacinque disegni in mostra, selezionati tra quelli dei migliori allievi a indicare l'alta qualità e il ruolo del disegno ancora oggi importanti nella prestigiosa Accademia che vanta origini neoclassiche.
Attraverso questi disegni, la grande tradizione classica - per cui il disegno è lo spazio in cui mente e mano si uniscono per dare vita a una nuova immagine della realtà - viene restituita al presente. La mostra è stata resa possibile dalla collaborazione tra L'Accademia di Belle Arti di Ravenna e l'Accademia di Belle Arti di San Pietroburgo, col sostegno particolare di Solo Mosaico.Il progetto è a cura di Semyon Mikhailovsky , rettore dell'Accademia statale russa, curatore del catalogo che affianca la mostra.
Ingresso libero
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Il Mostro della laguna
9 ottobre – 20 novembre 2011
Il mostro della laguna è una creatura magica, che nasce dalla leggenda dei
luoghi e si concretizza attraverso una sinergia di forze positive e propositive:
architetti, progettisti, artigiani e maestri vetrai si sono lasciati trascinare
in una formidabile avventura, alla ricerca di un linguaggio nuovo per far
comunicare ed interagire due materie antiche ed opposte: l’acqua ed il vetro.
Creatura marina che trae forma ed ispirazione dal luogo in cui ha origine, la
Laguna di Venezia, così come narrato da Alberto Toso Fei, viaggiatore,
giornalista ed esperto di storia veneziana, nel suo libro che costituisce una
sorta di antologia del mistero su Venezia e sulla laguna.
Viene esposto nel suo ambiente naturale: l’acqua.
Lungo 6,5 metri per una larghezza di 115 cm ed una altezza massima di 110 cm, è
immerso in una vasca d’acqua della dimensione di m 8 x 3 con una profondità di
12 cm. Tramite un complesso e innovativo impianto tecnologico, e quindi dell’uso
interdisciplinare della domotica, l’acqua in sinergia all’illuminazione,
a Led bianco a diverse temperature, rendono viva e pulsante la creatura.
Le tappe
L’opera è stata presentata in anteprima, il 26-27 febbraio 2011 nella Tenuta
Agricola di Cavallino Treporti, Venezia, con una mostra-evento che ha
concretizzato 1700 visitatori in 12 ore di apertura su invito.
“il mostro della laguna” è riemerso poi nelle acque che sono il suo habitat
naturale: le acque calme e magiche di Punta della Dogana, a Venezia. Dal 5
giugno infatti lo si può incontrare nell’affascinante location dei Magazzini del
Sale di Venezia, dove, in concomitanza con la Biennale d'Arte, è ospite della
mostra “Meridiano Acqua, Meridiano Fuoco” curata dall’artista e poeta milanese
Ruggero Maggi. L’opera rimarrà esposta fino alla fine di settembre per poi
riapparire, dall’8 ottobre al 20 novembre, nell’elegante cornice del Museo di
Arte della città di Ravenna, in occasione del festival internazionale del
Mosaico.
Mentre prosegue il viaggio del mostro, aumenta ogni giorno l’interesse per
questa creatura, che ha stimolato la fantasia e la creatività degli adulti e dei
bambini, che hanno prodotto in questi mesi una quantità enorme di disegni,
ritratti e ricostruzioni con materiali e tecniche diverse.
Opera di design dell’architetto Simona Marta Favrin, è una creatura lunga più di
6 metri, composta da uno scheletro in acciaio e un’epidermide di vetro di
Murano realizzata dal Maestro Nicola Moretti.
Il mostro della laguna è una creatura magica, nata da una leggenda raccontata da
Alberto Toso Fei ed esposta, anche in quest’occasione, nel suo ambiente
naturale, l’acqua.
Caratterizzato da un’innovativa anima tecnologica che si esprime in un cuore di
luce pulsante e nel respiro d’acqua, il mostro della laguna è un elemento vivo,
imprevedibilmente immobile ed irrazionalmente intimidito dalla presenza
antropica.
La leggenda
“Un mostro liscio e nero, dal grande corpo di serpente e dalla testa di
cavallo.
È la terribile visione che potrebbe apparire a chi si affacci da Punta della
Dogana. Leggenda vuole infatti che in una grande cavità posta sotto
questo luogo, sicuramente uno dei più panoramici e suggestivi di Venezia,
dimori una terribile creatura, simile a un enorme serpente di mare. Il mostro
delle acque nere, così come è chiamato, si farebbe vedere molto raramente,
e solo nelle notti senza luna, quando il vento increspa le acque rendendo
indistinguibili le forme che vi si muovono.
tratto da “I segreti del Canal Grande” di Alberto Toso Fei
Per ulteriori informazioni:
www.ilmostrodellalaguna.it
https://www.facebook.com/pages/Il-Mostro-della-Laguna/172932689405560
info@ilmostrodellalaguna.it
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Primo Premio Internazionale GAEM - Giovani Artisti e Mosaico
a cura del Centro Internazionale di Documentazione sul Mosaico
9 ottobre – 20 novembre 2011
Il Museo d’Arte della Città di Ravenna indice la Prima Edizione del Premio
Internazionale GAEM - Giovani Artisti e Mosaico, con lo scopo di promuovere il
mosaico contemporaneo, sia nelle sue espressioni maggiormente legate alla tradizione
storica, sia nelle forme più innovative e sperimentali.
Il Premio, organizzato dal Museo d’Arte della Città - Centro Internazionale di
Documentazione sul Mosaico, è patrocinato dalla Provincia di Ravenna e dalla Regione
Emilia Romagna.
Il concorso prevede l’assegnazione di due premi finali: Premio Mosaico Orsoni, per
opere eseguite con materiali tradizionali, e Premio Mosaico Banca Popolare di
Ravenna, per opere eseguite con qualsiasi materiale e tecnica.
La commissione giudicatrice del premio GAEM – Giovani Artisti e Mosaico, composta da
Presidente: Claudio Spadoni - Critico d'arte, Direttore del Museo d’Arte della Città di Ravenna
Maria Rita Bentini - Critico d’arte, Coordinatore dell’Accademia di Belle Arti di Ravenna
Linda Kniffitz - Curatore del CIDM
Gian Pietro Brovedani - Direttore del Consorzio per la Scuola dei Mosaicisti del Friuli
Lucio Orsoni - Orsoni Smalti Veneziani
Dusciana Bravura - Artista
ha selezionato le seguenti opere:
Bone flowers
di Luca Barberini (Ravenna 21 agosto1981)
Senza Titolo
di Naghmeh Farahvash Fashandi (Teheran 22 settembre1981)
Movimento n. 18
di CaCO3 (Âniko Ferriera Da Silva Ravenna 6 aprile 1976; Giuseppe Donnaloia Martina Franca, Taranto 27 maggio1976; Pavlos Mavromatidis Kavala, Grecia 28 ottobre1976)
Diecimila
di Benedetta Galli (Perugia 17 dicembre 1976)
Soft
di Roberta Grasso (Torino 6 febbraio 1986)
Istinto
di Takako Hirai (Kumamoto, Giappone 03 maggio 1975)
Unspoken 10.22.10 – XX. XX. 11
di Samantha Holmes (Carmel, New York USA 16 luglio 1984)
Fall
di Sonya Louro Do Rego (Johannesburg, Sudafrica 12 agosto 1977)
Presenza
di Sergio Policicchio (Lomas de Zamora, Buenos Aires, Argentina 20 novembre 1985)
La grafica
di Alice Viviani (Trieste 30 aprile 1989)
Mar - Ufficio relazioni esterne e promozione
Nada Mamish
tel. 0544 482017
Francesca Boschetti
tel. 0544 482775
ufficio.stampa@museocitta.ra.it
fax 0544 212092
Inaugurazione: sabato 8 ottobre ore 18.00
Museo d'Arte della Citta' - MAR
via di Roma, 1 - Ravenna
Orari: martedì, giovedì e venerdì: 9.00-13.30 / 15.00-18.00
mercoledì e sabato: 9.00-13.30
domenica 15.00-18.00
lunedì: chiuso