And Then We Mad. In mostra una serie di lavori tra cui photograms, sculture in ceramica e un'installazione a parete composta da dodici mattonelle in ceramica. In questo nuovo progetto la sua ricerca si concentra sulle condizioni alterate della coscienza.
La galleria Fonti è lieta di presentare la seconda mostra personale in galleria dell’artista svizzero Fabian Marti.
Le opere realizzate in occasione della mostra (photograms, sculture in ceramica, un’installazione a parete composta da dodici mattonelle in ceramica), si legano ad un gruppo di lavori attualmente esposto ad ILLUMInazioni/ILLUMInations-54th La Biennale di Venezia ed in seguito esposto alla Kunstverein Braunschweig in Germania, in occasione di una mostra personale dell’artista, il prossimo dicembre.
Il titolo della mostra, And then We Mad, deriva da un passo tratto dal libro True Hallucinations di Terence McKenna, racconto autobiografico in cui l’autore ebbe il coraggio e l’integrità di descrivere con rigorosa minuzie una serie di esperienze fatte da lui e da suo fratello nella giungla amazzonica quando ingerirono funghi allucinogeni:
«E così facemmo l’amore. O piuttosto avemmo un’esperienza vagamente legata al fare l’amore ma fu qualcosa fine a se stessa. Entrambi ululavamo e cantavamo nella glossolalia del DMT, rotolandoci a terra con tutte le cose inondate andando a carponi, allucinazioni geometriche. Lei si trasformò; le parole esistono per descrivere ciò che lei divenne – anima pura, Kali, Leucothea, qualcosa di erotico ma non umano, qualcosa indirizzato alle specie e non al personale, splendente con possibilità di cannibalismo, follia, spazio, ed estinzione. Sembrava fosse sul punto di divorarmi».
In questo nuovo progetto, la ricerca artistica di Fabian Marti si concentra sulle condizioni alterate della coscienza poichè le sue opere nascono dall’esperienza fatta assumendo droghe che alterano le capacità della mente: l’artista utilizza tale condizione come chiave per comprendere l’origine dell’uomo, per capire come nacque la cultura e quando si sviluppò il linguaggio. Gli stati alterati, secondo l’artista, possono aiutarci a risolvere alcuni problemi della vita quotidiana considerando che hanno la caratteristica di essere “ego dissolving” (dissolvere l’ego).
Ancora un collegamento con McKenna e alla sua Teoria dello Stone Ape, con la quale l’autore teorizza che l’evoluzione dell’uomo da Homo erectus ad Homo sapiens fu causata soprattutto dell’uso di funghi allucinogeni cubensis all’interno della sua dieta nutrizionale.
Le opere esposte in galleria, cinque vasi in ceramica e l’alto rilievo che rappresenta vasi destrutturati, potrebbero essere considerati come dei passaggi verso uno stato mentale “altro”, come macchine della follia e, allo stesso tempo, come il prodotto di macchine folli. Tre photograms di grande dimensione sono installati nella prima e nella seconda sala della galleria oltre sei photograms di dimensioni più piccole. Questi lavori sono stati realizzati dall’artista posizionando strisce di nastro adesivo e carta trasparente per il design digitale sulla superficie di materiale fotosensibile (carta alla gelatina d’argento), esponendo il tutto alla luce e aggiungendo talvolta inchiostro colorato e mischiando processi fotografici analogici e digitali.
Inaugurazione venerdì 21 ottobre 2011 ore 19.30
Galleria Fonti
Via chiaia 229 Napoli
Orari: lun-ven 11-14/16-20
Ingresso libero