Ma dove andranno? In questa collettiva lavori di pittura e fotografia che con la loro gestualita' operativa vogliono dimostrare come l'arte contemporanea puo' proseguire nel tempo.
Le opere d’arte contemporanea sono facilmente tacciate di incomprensione e, soprattutto, hanno il marchio di essere lo specchio di questi tempi di cui, ai posteri, resterà poco o quasi nulla. Digital art, installazioni, soluzioni geniali, ma dove andranno? Resteranno memoria di un presente da fermare in qualsiasi modo per mostrare che c’è stato.
Ma arte contemporanea è anche pittura, fotografia secondo i vecchi prototipi oggi nei musei e nelle gallerie resi nelle forme e con i mezzi più disparati certi di essere il frutto di una mente generatrice geniale e incoscienti di quanto dureranno. Eppure realizzate con i mezzi più antichi, le attuali opere d’arte contemporanea di pittura e fotografia continuano ad essere bollate di ‘non continuità’ sebbene detengano la preziosità di poter perdurare ugualmente. Obiettivo dell’esposizione è selezionare opere di pittura e fotografia di pregnante eccezionalità che con la gestualità operativa di uno scatto o di un atto mostrino che l’arte contemporanea può sempre resistere quale donna di questi tempi. Un’esposizione che si pone quale sfida o dimostrazione che davanti ad opere pregiate l’arte certamente proseguirà.
Con un tentativo probabilmente banale ma sicuramente intrigante sono stati affiancate quattro tecniche differenti espresse nelle forme più disparate, espressione di un presente che vuole lasciare un segno attraverso i tratti leggeri o corposi di quattro artisti. Roberto Andreoli, Stefano Ceretti, Silvia Rossi, Lelia Secci restano vincolati ai vecchi modi di esprimersi tratteggiando egregiamente le sensazioni del presente.
Roberto Andreoli tra i toni del celeste e l’impiego dell’acquerello inquadra seducenti scene impreziosite da cornici connesse all’intera rappresentazione per una tecnica che straborda su di esse intrigando l’osservatore in ogni campo.
Stefano Ceretti utilizza la fotografia per parlare del presente per il futuro. Riportandosi ad una forma basica, secca e ripulita dell’immagine fotografa, lontano da quello che potrebbe credersi, una comune partita di basket in forma non convenzionale.
Silvia Rossi orienta la propria ricerca intorno alle emozioni interne ed esterne dell’essere umano. La gestualità è frutto di moti interni tratteggiati con toni sobri, ma ad essa si affianca la trattazione di mani, segno esterni di un corpo che aleggia tra dentro e fuori vincolato da percezioni sempre diverse.
Lelia Secci utilizza la più pura delle tecniche artistiche per lasciare le sue donne ad un futuro dove il pastello le preserverà. La morbidezza e l’aspetto vellutato, tipici della tecnica, vengono impreziositi dall’artista attraverso toni soavi e leggiadri affiancati per donne dai toni incantati e dagli sguardi pensanti.
Inaugurazione 31 ottobre ore 18
Centro Culturale Zerouno
via Indipendenza, 27 Barletta
orario: da Lunedì a venerdì 10.30 - 12.30/ 17.30 - 20.30 chiuso domenica. Sabato solo su prenotazione.
Ingresso libero