Neighbours / Back2Berlin. Nei lavori degli artisti la lettura della storia avviene tramite la sovrapposizioni di stratificazioni visive, in grado di dare origine ad superficie mentale sintattica ma orizzontale.
La testimonianza storica di quanto accaduto in passato avviene attraverso la teorizzazione di eventi che si tramandano dalla Storia fino ai giorni nostri. Per comprendere tali eventi si è abituati ad affrontare una lettura verticale degli avvenimenti in questione; la Storia si materializza ai nostri occhi come un diagramma piramidale di date, in cui ad un’azione corrisponde una causa e così via.
Nei lavori degli artisti Joachim Seinfeld e Raul Gabriel presentati insieme negli spazi di artMbassy per una doppia personale di respiro internazionale, la lettura della storia avviene tramite la sovrapposizioni di stratificazioni visive, in grado di dare origine ad superficie mentale sintattica ma orizzontale. Per la serie “Neighbours” nei lavori del tedesco Joachim Seinfeld, la conservazione di epoche passate può essere paragonabile ad una pratica atipica del restauro, che attua la conservazione della materia in senso inverso. Dopo gli studi all’Accademia di Belle Arti di Firenze, l’artista ha sentito il bisogno di preservare una parte della storia della sua città e non solo, lavorando sulle superfici più vissute di edifici in disfacimento. Dopo aver conservato parte delle mura rimosse, l’artista applica con l’emulsione fotografie e materiale d’archivio sulle stesse macerie, facendo uscire immagini bidimensionali che prendono il nome dall’indirizzo in cui è avvenuto lo strappo iniziale. Una pratica di restauro certosina e arbitraria, che parte da una ricerca privata per aprirsi alla sfera pubblica.
Dietro la conservazione di Joachim Seinfeld si apre infatti un ampio raggio di immaginazione in cui il fruitore è sensibilizzato alla memoria storica e architettonica della sua città, grazie ad una strana combinazione di particolari sia materici che visivi, racchiusi a loro volta in una seconda immagine: il reperto lavorato di ciò che era. “It is therefore also a work about what we want to do with our cities, what do we want to preserve…”, scrive l’artista. Memoria e attualità si incontrano in una cornice invisibile che raccoglie in parte un presente compromesso dagli eventi - il muro con ciò che l’artista ha rimosso – e in parte un passato immortalato da obiettivi fotografici altrui – il supporto su cui l’artista lavora. L’immagine finale è una sovrapposizione di suggestioni che rievocano la vivibilità sociale ed estetica di Berlino, abbracciando pratiche di arte popolare e ricerca d’archivio personale.
A suggellare i frame di questo viaggio onirico bidimensionale è il fermo immagine del video di Raul Gabriel “Back2Berlin”. La sagoma di una bicicletta bianca scorta sul vetro di un vagone metropolitano, appare in primo piano dietro un susseguirsi di paesaggi berlinesi suggeriti dal viaggio dell’artista verso l’aereoporto. Un susseguirsi di rumori urbani si confonde con inserti sonori fatti emergere successivamente, la cui fonte originale deriva da avvenimenti storici salienti. La stratificazione del tempo e della memoria assume anche qui una lettura orizzontale, che si carica di una forza onirica grazie all’uso dell’artista del reverse. I livelli visivi dell’immagine-video mantengono la bidimensionalità dei lavori di Joachim Seinfeld, mentre il movimento su cui si attuano aziona un “flusso ipnotico” sottolineato dal leitmotiv delle sonorità in sottofondo: torna la forza della memoria, proprio dove il paesaggio sembra sfrecciare via con il percorso del treno.
Il messaggio di Raul Gabriel si concentra nella forza che l’immobilità del simbolo “bike” suggerisce. Non è il treno la costante del suo viaggio nonostante sia il motore effettivo del movimento presente nel video; è la “formula-bicicletta” che, “imposta sulla città, contrasta con il suo messaggio di riappacificazione ambientale e sembra invitare ad una ecologia della mente prima ancora che dell’ambiente.” (Raul Gabriel).
Entrambe i lavori presentati insieme negli spazi di artMbassy, si servono del potenziale narrativo dell’immagine fissa che, soggetta a stimolazioni visive di substrati, suscita un “movimento mentale” a favore del ricordo che da individuale si fa collettivo. Una chiave di lettura diversa per conoscere e insieme immaginare la quotidianità di una città in perenne movimento, scavando nel suo passato e nei suoi dintorni, per attraversarla poi in un presente visionario ma fedele all’anima vitale che le pulsa dentro.
testo di Flavia Montecchi
Opening sabato 19 Novembre 2011, 7-10 pm
artMabssy
Anna-Louisa-Karsch-Straße 7 Berlin
Ingresso libero